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AGGUATO A COLPI DI PISTOLA A GESTORE DI AZIENZA AGRICOLA
06 Lug 2012 06:30
Questa mattina, circa trenta Carabinieri della Compagnia di Ragusa supportati da unità cinofile del Nucleo di Catania hanno dato esecuzione all’Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone accusate a vario titolo di concorso in tentata estorsione e detenzione e porto illegale di arma da fuoco. Si tratta di:
– ROLLO Orazio, classe ’51 da Comiso, imprenditore agricolo, incensurato;
– PETITTO Michelangelo, classe ’68 da Comiso, operatore ecologico, con precedenti giudiziari;
– CILENTI Antonio, classe ’59, da Comiso, bracciante agricolo, con precedenti giudiziari;
Il provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Ragusa su richiesta della PM inquirente della locale Procura della Repubblica afferisce alle indagini compiute dalla stazione Carabinieri di S. Croce Camerina e dal Nucleo Operativo della Compagnia di Ragusa, sul grave episodio avvenuto il 23 maggio 2012 nelle campagne di S. Croce Camerina in cui il gestore di un’azienda agricola subiva l’intimidazione mediante esplosione di tre colpi di pistola a seguito dei quali l’uomo scampava a più gravi conseguenze trovando riparo a casa. Nella circostanza i militare della Stazione del luogo e di quelli della squadra rilievi scientifici del Nucleo Operativo, rinvenivano sul luogo dell’agguato due bossoli calibro 7,65 e un proiettile.
Le immediate indagini condotte dai Carabinieri e coordinate personalmente dal Procuratore della Re-pubblica di Ragusa dott. Carmelo PETRALIA e dal suo Sostituto PM inquirente dott.ssa Serena MENICUCCI consentivano di stabilire oltre alla dinamica dell’agguato anche la sua esposizione debitoria nei confronti del titolare del fondo e dell’azienda agricola da lui gestita, ROLLO Orazio. In particolare i militari inquirenti appuravano, attraverso apposita inchiesta patrimoniale, che la vittima aveva maturato un debito nei confronti del ROLLO di 14.000,00 euro relativo ai ritardati pagamenti del canone di affitto dell’impresa agricola.
Nel corso degli ulteriori approfondimenti investigativi mediante intercettazioni delle utenze telefoniche degli interessati, che hanno consentito la ricostruzione precisa del dramma vissuto in silenzio dalla vittima, i Carabinieri apprendevano che da circa un mese il ROLLO aveva iniziato a richiedere in modo molto insistente il pagamento di detta somma con continue pressanti richieste telefoniche e frequenti visite presso l’azienda. L’insistenza del ROLLO si era trasformata nel tempo in vere e proprie minacce poste in essere dal ROLLO anche mediante il ricorso ad altri due soggetti PETITTO e CI-LENTI per convincere la vittima anche con violenze e minacce al pagamento.
I Carabinieri infatti ricostruiscono un primo episodio di minaccia verificatesi nello scorso aprile il giorno successivo ad un incontro con Rollo Orazio: nell’occasione, mentre stava parcheggiando il furgone presso la propria azienda, veniva raggiunto da PETITTO E CILENTI a bordo di una Fiat pun-to di colore bianco; nella circostanza i due individui, dopo avere bloccato la manovra di PARCHEGGIO DELLA VITTIMA arrestando la marcia della loro autovettura davanti al furgone condotto da quest’ultimo, scendevano dall’abitacolo intimandogli di scendere dal furgone e si rivolgevano a lui con tono intimidatorio dicendo “ma chi sei tu che non vuoi pagare il ROLLO”?. La vittima li rassicurava circa la sua intenzione di onorare il debito e i due si allontanavano.
Dopo tale avvenimento, il ROLLO lo aveva contattato più volte telefonicamente ed anche di persona e una volta lo aveva raggiunto presso l’azienda agricola da lui gestita in compagnia dei predetti, rinnovando la richiesta di danaro. Nella discussione questi intimava al debitore di consegnargli il dovuto entro il martedì successivo, poi dopo essersi allontanato dal luogo ed avervi rifatto ritorno 10 minuti dopo, lo minacciava puntandogli il dito contro e dicendogli: “vedi che dopodomani voglio i soldi!”.
Un secondo episodio di minaccia subito ad opera dello stesso soggetto autore dell’agguato del 23 maggio 2012 è avvenuto nella prima metà del mese di maggio. In tale occasione la vittima mentre stava percorrendo con il suo furgone la SP 85 in direzione Santa Croce Camerina, veniva raggiunto da due soggetti che viaggiavano anche stavolta a bordo della fiat punto di colore bianco; i due lo sorpassavano stringendolo verso il margine della carreggiata.
A questo punto la vittima, riconosciuti i soggetti si fermava e il conducente PETITTO, sceso dall’autovettura si dirigeva verso di lui e spingendolo verso il furgone lo bloccava impedendogli di muoversi e lo minacciava con le seguenti parole: “ora di faccio vedere com’è un comisano….io di sparo”.
In quel momento sopraggiungeva sulla strada un amico della vittima che lo aiutava frapponendosi tra quest’ultimo ed il suo aggressore; in tale circostanza il CILENTI si appartava con la vittima chieden-dogli: “ ma perché tu non hai dato i soldi a ROLLO?. Dopo che la vittima aveva risposto che avrebbe lasciato l’azienda non avendo i soldi per saldare il debito i due si allontanavano.
Il ROLLO dopo tale avvenimento continuava a rivolgere alla vittima insistenti richieste di danaro dovuto dandogli l’ultimatum di pagare o lasciare il fondo. Da qui l’agguato del 23 maggio 2012.
Nel corso dell’odierna operazione a seguito di perquisizione delle abitazioni degli arrestati, mediante l’impiego di unità cinofila antiesplosivo, i Carabinieri rinvenivano presso un casolare di proprietà di LATINO Vincenzo classe 1964 di Comiso, titolare di un autolavaggio, pregiudicato, ma dove il PETITTO custodiva degli animali da cortile, una pistola cal. 7,65 marca FN di fabbricazione Belga, senza matricola, dello stesso calibro dei bossoli rinvenuti sul luogo dell’agguato. Ora l’arma è stata affidata agli specialisti del RIS di Messina per i rilievi balistici del caso. Il LATINO è stato tratto in stato di arresto flagrante per concorso in detenzione abusiva di arma clandestina.
A casa del ROLLO sono state sequestrati un fucile da caccia marca Breda cal. 12 e 42 cartucce a pal-lettoni cal. 12, che seppur legalmente denunciate, i militari hanno comunque trattenuto sotto il profilo amministrativo sulla scorta dei reati in contestazione.
I quattro si trovano ora associati alla casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria inquirente.
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