È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’ASSOCIAZIONE “ECOLOGISTI DEMOCRATICI” SULL’INCENDIO CHE HA COLPITO LA RISERVA DELLO ZINGARO
28 Ago 2012 14:39
Nei giorni del 4 e del 5 agosto scorsi la riserva dello Zingaro che si estende nella parte Occidentale del Golfo di Castellammare, nella penisola di San Vito Lo Capo, è stata letteralmente devastata da un incendio che non ha risparmiato nulla.
A questo proposito gli Ecologisti Democratici, intendono sottolineare alcune osservazioni e proposte senza intenti polemici ma costruttivi, onde cercare di dare un contributo affinché auspicabilmente certi fatti di estremo danno per l’ambiente ma anche forieri di danni per le economie locali non abbiano più a ripetersi.
Salvatore Bonghi, Coordinatore provinciale dell’Ecodem di Trapani insieme al Presidente Regionale Luigi Bellassai, hanno dunque scritto una lettera aperta per chiarire la loro posizione:
«Anzitutto, anche al profano appare evidente che i criminali che hanno dato origine all’incendio dello Zingaro sono esperti e hanno saputo ben pianificare il “colpo”; emerge, infatti, dai resoconti di cronaca che sono stati appiccati simultaneamente più focolai in diversi punti, con lo scopo di portare un attacco concentrico all’organizzazione di uomini e mezzi posta a presidio del demanio forestale; pertanto, tutta l’opera messa in campo dagli addetti del Servizio Antincendio regionale, a cui va tutto il nostro plauso per gli sforzi e sacrifici profusi, non è servita ad evitare il peggio: distruzione dell’intera area della riserva dello Zingaro.
Tale costatazione, tuttavia, non deve farci precipitare nella rassegnazione e nell’ineluttabilità: l’integrità dei boschi, e segnatamente di aree di così pregio ambientale come quella in discussione va salvaguardata ad ogni costo. A nostro avviso la polemica succedutasi subito dopo i fatti circa l’asserito ritardo con cui sono intervenuti in loco i “Canadair” rischia di essere riduttiva se non fuorviante, in quanto bisogna prima analizzare e verificare criticamente tutto ciò che sta “a monte” della prevenzione degli incendi. In tale ottica, s’è dell’idea che andrebbe rivista la gestione del personale che la Regione Sicilia a vario titolo impiega sia per la coltivazione e la cura dei boschi demaniali, che per il servizio antincendio; in particolare, dovrebbe essere abbandonato l’attuale sistema “a compartimento stagno” tra attività ordinaria annuale di coltivazione e quella straordinaria stagionale dell’antincendio, affinché nel periodo estivo si possa impiegare la gran parte dei lavoratori a part-time in attività di avvistamento e spegnimento incendi, con possibilità di intervento anche in zone distanti da quelle demaniali, sì da evitare che anche piccoli focolai in terreni privati propagandosi diventino indomabili.
Ma l’opera dell’uomo può e dev’essere coadiuvata dalla tecnologia e, dunque, si ritiene utile dotare la riserva dello Zingaro di un sistema automatizzato di avvistamento e segnalazione come quello operante sulle Madonie, che, come sappiamo, tra l’altro può fornire indicazioni precise sulla localizzazione degli incendi, molto preziose soprattutto per ottimizzare i cosiddetti “lanci” degli speciali velivoli a ciò attrezzati. Detto ciò, si pone all’attenzione dei sindaci in indirizzo quelle che sono le loro prerogative in termini di lotta agli incendi sui loro rispettivi territori di competenza, riferendoci in particolare all’art. 10 della L. 353/2000. Invero, ai sensi dell’art. 3, comma 1-ter, della L.R. 16/96, come integrato dall’art. 3 della L.R. 14/2006, nella Regione Siciliana trovano applicazione, in quanto compatibili e ove non diversamente stabilito, le norme contenute nella e legge 353/2000 e successive modifiche ed integrazioni alla stessa, ed in particolare l’art. 10 della legge -quadro in materia di incendi boschivi N. 353/2000 che al comma 2 recita:
“I comuni provvedono, entro novanta giorni dalla data di approvazione del piano regionale di cui al comma 1 dell’articolo 3 [per la cui non necessarietà cfr. art. 7 O.P.C.M. 3606 del 28.8.2007], a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli gia’ percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto e’ aggiornato annualmente. L’elenco dei predetti soprassuoli deve essere esposto per trenta giorni all’albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate ed approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E’ ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1.”
E’, perciò, onere dei comuni, i cui territori siano percorsi da incendi, istituire ed aggiornare annualmente il summenzionato catasto, che costituirebbe il presupposto essenziale per l’applicazione dei vincoli, obblighi e divieti previsti dall’articolo 10 citato, quali:
-vincolo quindicennale alla destinazione urbanistica preesistente all’incendio;
-obbligo di richiamare tale vincolo negli atti di compravendita, pena la nullità;
– vincolo di inedificabilità decennale sui terreni interessati da incendi, almeno che l’edificabilità era prevista in data precedente l’incendio dagli strumenti urbanistici vigenti a tale data;
– divieto quinquennale di svolgere sui predetti terreni le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche;
– divieto decennale, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, di svolgervi il pascolo e la caccia.
Per inciso, i vincoli di cui ai punti 1., 3. e 4. debbono essere necessariamente trascritti nel certificato di destinazione urbanistica.
Allora, si comprende bene quale possa essere la forza “deterrente” del catasto in questione nei riguardi di tutti coloro che hanno “interessi occulti” legati all’edilizia, al pascolo e alla caccia nel provocare dolosamente gli incendi di cui si discute.
Alla luce delle superiori considerazione, si sollecitano le amministrazioni comunali in indirizzo ad aggiornare, nel più breve tempo possibile, il catasto dei terreni i cui soprassuoli siano stati interessati dagli incendi del 4/5 agosto scorso, con le procedure previste dal richiamato art. 10, avvalendosi del “Sistema Informatico della Forestale della Regione Siciliana (SIF)”, predisposto dal Corpo Forestale della medesima regione per fornire ai comuni il supporto di cui alla L. 353/2000.»
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