RINVENUTO IL CARICO DI UNA NAVE DEL IV-V SECOLO D.C.

Il nostro mare è uno scrigno prezioso che non abbiamo ancora scoperto del tutto. Durante questa estate a qualche centinaio di metri dalla spiaggia, e per la precisione, di fronte all’insediamento paleocristiano di Caucana, Giuseppe Raimondo aveva segnalato la presenza di frammenti di anfore su un fondale oscillante tra i 4 e i 5 metri, caratterizzato da affioramenti rocciosi fortemente concrezionati misti a pietrame di medie dimensioni su sabbia. 

Nicolò Bruno della Soprintendenza del Mare, con il supporto logistico dei soci Maurizio Buggea e Antonio Raimondo del Centro Subacqueo Ibleo Blu Diving di Ragusa, affiliato UISP-Lega attività subacquee, aveva compiuto una prospezione subacquea nella zona segnalata, recuperando interessante materiale ceramico ed in particolare frammenti di anfore del tipo Spatéion, africane cilindriche e Dressel 23. 

Già in quel sopralluogo si intuì la presenza di ulteriori reperti che, data la vicinanza della costa molto frequentata, potevano essere preda di recuperi illeciti. Il 9 agosto si è effettuato un nuovo sopralluogo guidato dal Soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa, con la collaborazione di Nicolò Bruno, di Maurizio Buggea e di Antonino Raimondo. Nel corso dell’immersione si è individuata un’anfora intera del tipo africana II d che è stata recuperata. 

In quella occasione si è anche compiuta una ricognizione dell’area recuperando altro materiale anforaceo del tipo già noto. Dalla prima verifica si evince la quasi certezza che le concrezioni esistenti celino la presenza dei resti del carico di un relitto databile tra il IV ed il V secolo d.C., di cui affiorano non solo resti anforacei, ma anche pietrame pertinente la zavorra. Il relitto era assolutamente sconosciuto. La sua identificazione è stata determinata dall’abbassamento del livello del fondo marino per effetto di mareggiate e correnti.

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