L’EX SINDACO SMENTISCE SE STESSO NELL’ASSORDANTE SILENZIO DEL CENTRO-DESTRA

La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”. Lo sosteneva Corrado Alvaro – noto poeta e scrittore italiano – e la riflessione sembra essere assolutamente pertinente all’attuale situazione politica ragusana.

 

Ogni ragusano si chiede oggi se il rimanere coerente con i propri valori ed i propri ideali sia ancora utile, produttivo ed eticamente necessario.

Assistiamo sgomenti alla decisione dell’ex sindaco Dipasquale che, dopo avere giurato coram populo che mai si sarebbe dimesso, con nonchalance ha abbandonato la città smentendo sé stesso e tradendo quanti avevano creduto alle sue promesse.

Assistiamo sgomenti all’assordante silenzio che si registra nel centro-destra ragusano da parte di coloro i quali, appena qualche mese fa, avevano condiviso il progetto di sindacatura di Dipasquale ed oggi si trovano costretti ad interromperlo per la decisione del sindaco di concorrere alle regionali aderendo allo schieramento opposto.

Assistiamo ancor più sgomenti alle decisioni del PD regionale che, non curante delle rimostranze della base locale, ha deciso di accogliere a braccia aperte colui il quale sino ad ieri è stato il maggiore oppositore politico.

Assistiamo smarriti alle dichiarazioni di alcuni maggiorenti del centro-sinistra che oggi dimenticano anni di opposizione al centro-destra in nome della machiavellica necessità di tentare di vincere a tutti i costi.

Assistiamo indignati ad una politica sempre più indirizzata a mire personalistiche dei singoli e che non tiene conto degli ideali e dei pensieri dei militanti e degli iscritti ai partiti.

Non è questa la politica che vogliamo. Non è questa la politica che ci piace.

Noi riteniamo che la libertà degli individui si concretizza nella possibilità di scegliere secondo i propri ideali, i propri convincimenti e le proprie opinioni, e questa via continueremo a percorrere “senza se e senza ma”; e non certo in base alle opportunità o agli interessi del politico di riferimento.

Non ci rassegniamo a credere che la coerenza, la linearità di pensiero e la rettitudine del comportamento politico siano ormai requisiti da considerarsi desueti e fuori moda per chi si impegna in politica. Ogni uomo è giudicato per quel che ha fatto e per come lo ha fatto, non per quel che promette di fare.

Diversamente – è proprio il caso di dire – noi ragusani dovremmo rassegnarci ad essere considerati solo parte di un parco buoi che il mandriano di turno, per perseguire il proprio interesse personale, può racchiudere in un recinto di volta in volta diverso.

 

 

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