IL CASO DELLA BAMBINA POZZALLESE DISABILE CHE VUOLE IL “SUO” INSEGNANTE DI SOSTEGNO

  “Martina, se vuole, può seguire il suo insegnante di sostegno a Ispica”. Questa la proposta che è venuta fuori dal tavolo convocato in Prefettura per discutere del caso della tredicenne pozzallese affetta da sindrome di Down. La ragazzina lo scorso anno ha frequentato la IC della scuola media “G.Rogasi” di Pozzallo. Con esiti sorprendentemente positivi. Grazie all’ottimo lavoro svolto dall’insegnante di sostegno Giuseppe Minardo. Che, quest’anno, è stato trasferito a Ispica. Con disappunto dei genitori e, soprattutto, di Martina, che chiede del “suo prof”. Martina, fino alla quinta elementare, nonostante l’impegno e l’assistenza costante dei genitori, viveva in un suo mondo. Solitario e inespressivo. In prima media il miracolo. “Una gioia immensa – ripete la giovane signora Lucia Barrera Renno – quando, per la prima volta, mi ha chiamato mamma. I progressi fatti in un solo anno scolastico sono stati eccezionali. Come riconosciuto anche da tutti gli insegnanti. Abbiamo pertanto ritenuto giusto e doveroso chiedere alla scuola di garantire a Martina la continuità didattica e formativa. Ma c’è di mezzo una graduatoria ed un trasferimento. Atti certamente prodotti come per legge, che, tuttavia andrebbero esaminati alla luce delle esigenze di un’alunna sfortunata, alla quale non può essere negata la possibilità di completare il processo evolutivo così brillantemente iniziato lo scorso anno. Ora la proposta che ci è stata fatta è quella di iscrivere eventualmente Martina alla media di Ispica; fermo restando che dovrà comunque essere il preside di quella scuola a valutare se sarà possibile assegnarle come insegnante di sostegno il prof. Minardo. Naturalmente mi sono riservata di accettare, perché prima dovrò consultarmi con mio marito”.  Se la montagna non va a Maometto… E meno male che Minardo è stato trasferito a pochi chilometri da Pozzallo. “Regolamenti e graduatorie – precisa la madre di Martina –  sono da rispettare. Come pure le sentenze. Il Tar di Palermo con sentenza del 13.10.2011, ha riconosciuto il diritto di un minore disabile alla continuità educativa didattica. Non capisco, nel caso di Martina, tutte queste difficoltà”. Va precisato che, a seguito di tale importante pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale, i dirigenti di numerose associazioni onlus ebbero ad augurarsi per il futuro un orientamento diverso da parte dei Provveditori agli studi, chiamati a tenere nella massima considerazione le esigenze educative di ciascun minore, non dimenticando che la continuità didattica, utile per tutti gli studenti, è fondamentale per i minori disabili. Esistono al riguardo altre sentenze. La soluzione del problema, pertanto,  è possibile. Nel rispetto della legge.  Basta volerlo.  

                                           

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