INAUGURAZIONE CAMPAGNA ELETTORALE E PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA DI ALESSIA STRACQUADANIO

 Ringrazio tutti quanti i presenti p er aver accettato il mio invito. Ma, in primis, vorrei ringraziare il partito che mi rappresenta l’UDC, e in particolare il dott. Pinuccio Lavima, segretario provinciale dell’UDC, e tutti i giornalisti e le televisione qui convenuti stasera. A tutti voi qui, che nonostante la disaffezione generale verso la politica  siete tuttavia  venuti a portarmi il vostro calore.

Ho ringraziato l’UDC per la possibilità data a noi cittadini di aver inserito nella lista dell’UDC, per la provincia di Rg una persona nuova. Perché di questo in fondo si tratta. Stasera si sta presentando davanti a voi la candidatura di una donna estrapolata dal tessuto sociale. Io questo rappresento: sono una donna, mamma di famiglia,  una lavoratrice, una studentessa, una professionista. Insomma, sono una come voi che vive le vicessitudini della vita che in questa epoca sono particolarmente difficili.

Guardando la campagna elettorale degli altri candidati, mi è sorto un dubbio, come voi sapete, e molti di ciò si lamentano, la maggior parte dei candidati sono persone provenienti da una già precedente esperienza politica. E tutte  queste persone non fanno altro che parlare delle loro capacità amministrative, e si autoeloggiano come se avessero la chiave per risolvere i problemi della Sicilia, che sono tanti! A questo punto mi chiedo:  la Sicilia è vittima di qualche sortilegio malefico, che l’ha ridotta in questo stato ??!! Perché con tutti queste  brave persone, mi chiedo perché probabilmente molta gente non andrà a votare? Per carità, non voglio fare di tutta un erba un fascio:ci sono senz’altro dei politici che hanno fatto e continuano a fare del bene. Ma mi sembra di percepire nella gente una vera e grande voglia di rinnovamento. Ma un AUTENTICO CAMBIAMENTO!! Io, in fondo rappresento questo. Sono l’occasione per tutti quelli che vorrebbero astenersi dal voto, di votare una persona nuova. Una persona come voi arrabbiata e delusa nel vedere la Sicilia e questa provincia di Rg in un profondo decadimento.

Il mio obiettivo, se la mia carriera politica grazie a voi elettori che credete in me avrà un seguito, si focalizzerà su tanti temi. Non credo come altri che bisogna puntare solo su determinati settori: c’è chi dice di puntare al turismo, chi all’agricoltura, chi alle energie rinnovabili, chi all’edilizia, chi ai beni culturali ecc. ecc.  Ma scusate, la Sicilia è solo ognuna di queste cose?? O tutte queste cose costituiscono la  nostra Sicilia e la identificano come l’isola più  affascinante che tutto il mondo ci invidia per la sua ricchezza storia e cultura?? Amici, un settore non può rimanere indietro rispetto un altro. Tutta l’azione politica deve concentrarsi in maniera eguale su tutti questi settori. Ad ogni livello, dalla piccola, alla media, alla grande impresa. E dobbiamo dare loro vigore usando al meglio tutti i fondi possibili  e immaginabili con trasparenza e senza sprechi, affinchè il lavoro, e quando dico il lavoro, con annessi sicura e puntuale retribuzione, che oggi giorno dovrebbe essere un fatto normale e scontato, ma che ancora qui nella nostra realtà scontato non è. Chiaramente dobbiamo sviluppare delle politiche che aiutino le categorie più svantaggiate, come giovani e donne. Ma io, non voglio, e tutti non dobbiamo dimenticarci  anche di quei padri di famiglia che con umiltà e dignità portano a casa i soldi, ma che rischiano costantemente di perdere il lavoro e che difficilmente ritroverebbero una collocazione adeguata. Io credo che il candidato presidente Rosario Crocetta che l’UDC sostiene, la pensi come me. Perciò se io diventerò deputata alla Regione Sicilia non mancherò di rappresentare e preservare tutte le categorie sociali e di affrontare i problemi. Non si può e non si deve prescindere da una politica fatta di valori morali. Fare politica, per me, e per tutti quanti, deve essere una vocazione, cioè una chiamata a fare del bene al prossimo. A servire la comunità per il bene collettivo, di tutti, e non per interessi personali e per quelli della propria tasca. Una società che si dica civile non può rendersi sorda all’urlo di disperazione di quanti non arrivano a fine mese, o addirittura a metà mese. E non può rendersi cieca non guardando alla sfiducia che avvilisce i giovani e le loro famiglie  che per motivi economici non possono organizzare la propria vita in autonomia e gravano sulle spalle dei familiari già martoriati. Perché un giovane, che vuole andare all’università, o vuole sposarsi, o vuole comprare casa, o vuole aprire un attività non è favorito nell’accesso al credito perché non ha garanzie da dare?  Ma, la politica attuale, nemmeno riesce a creargliele e garantirgliele le garanzie. Perciò, il vero politico con la “P” maiuscola,  deve essere come il padre e la madre di famiglia che alla sera non vanno a letto tranquilli e sereni e non prendono sonno se prima non hanno tutti i figli sotto lo stesso tetto e non hanno provveduto a prendersi cura di loro. Per figli, cari amici, intendo ciascun membro della comunità dal più piccolo al più grande, dallo svantaggiato al più fortunato, dal lavoratore  al non, uomo o donna che sia. Allora io dico, BASTA CORRUZIONE, BASTA ILLEGALITA’, BASTA CLIENTELISMO. SI ALLA MERITOCRAZIA, A MAGGIOR TRASPARENZA NELLA GESTIONE DEI FONDI PUBBLICI. SI AD UN TAGLIO PESANTE AI PRIVILEGI DI TUTTE LE CASTE. E qui mi rifaccio al mio slogan di questa campagna elettorale che dice i miei privilegi sono quelli di potervi rappresentare e servire. L’onore di servire la comunità, è la vera remunerazione a cui ogni politico dovrebbe aspirare. Proporro’, inoltre, se dovessi arrivare a vincere queste elezioni, che il taglio dei vitalizi, non riguardi solo quelli attuali e futuri, ma anche quelli retroattivi già maturati in decenni di politica indecente. Se la classe politica ci chiede dei sacrifici, noi cittadini siamo d’accordo e pronti a farli, ma il sacrificio deve riguardare prima di tutto anche loro. I politici,  infatti, devono dare l’esempio ed io per questo  mi batterò. SONO CONVINTA CHE FARE POLITICA SIGNIFICHI PRIMA DI TUTTO ASCOLTARE. SE NON
SI PARTE DALL’ASCOLTO DELLE NECESSITA’ DI CHI SI RAPPRESENTA, E’ INUTILE PORSI QUALE RAPPRESENTANTE. FARE POLITICA NON SIGNIFICA ENTRARE A FAR PARTE DI UN CLUB, DI UNA CASTA!! NON SIGNIFICA PARTECIPARE A FESTE E FESTINI!! NON SIGNIFICA OTTENERE DEI PRIVILEGI PERSONALI!!!
IO MI PROPONGO DI ESSERE UNA ANTENNA CHE RICEVE IL VOSTRO SEGNALE. LE VOSTRE NECESSITA E PERCHE NO?? ANCHE LE VOSTRE IDEE. VOGLIO TRASMETTERE IL VOSTRO SEGNALE A CHI DI DOVERE, COSTI QUEL CHE COSTI, ANCHE A RISCHIO DI DIVENTARE SCOMODA A CHI PREFERISCE UN POPOLO SOTTOMESSO. A ME NON INTERESSA VINCERE IL POSTO ALLA REGIONE. A ME INTERESSA METTERE A DISPOSIZIONE LE MIE CAPACITA’  E LA MIA VOLONTA’ AL SERVIZIO DI QUANTI MI DIMOSTRANO LA LORO FIDUCIA.
PARLATEMI, CONDIVIDIAMO PENSIERI, ANSIE DUBBI ED INSIEME PROVIAMO A CAMBIARE IL MODO DI FARE POLITICA CHE SINORA HA DELUSO TUTTI NOI. LA POLITICA NON SI FA CHIUSI NELLE SALE DEL POTERE. LA POLITICA NON SI FA TRA POCHI. LA POLITICA E’ PERSEGUIMENTO DEL BENE COMUNE, E’ ETICA E MORALE
Per ritrovare il senso e la passione del “vivere rettamente” mi sembra
necessario tornare alla forza ispiratrice e critica del “bene comune”: è questo
lo stimolo che la Chiesa ha il dovere di offrire. Il Concilio Vaticano II aveva
definito il “bene comune” come «l’insieme di quelle condizioni della vita
sociale che permettono, sia alle collettività che ai singoli membri, di
raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente» (Gaudium et
spes, n. 26). Il servizio del “bene comune” implica, dunque, la responsabilità
e l’impegno per la realizzazione piena di tutti e di ciascuno come condizione
fondamentale dell’agire politico. Questo è possibile solo se il “bene comune”
non è la semplice risultante della spartizione dei beni disponibili, ma una
meta che trascende ciascuno con la sua esigenza morale.
Avere a cuore la promozione e la tutela della vita di tutti; servire la
crescita di tutto l’uomo in ogni uomo, mettendo al centro la dignità di ogni
persona umana, quale che sia la sua condizione, la sua storia, la sua
provenienza e la sua cultura. Questo è impegnarsi per il “bene comune”. La
costruzione di un giusto ordinamento sociale e statale, mediante il quale a
ciascuno venga dato ciò che gli spetta, è un compito fondamentale che ogni
generazione deve nuovamente affrontare» (Benedetto XVI, Deus Caritas est, n.
28). L’impegno per il “bene comune” è allora piuttosto uno stile di vita, un
agire caratterizzato da alcune scelte di fondo, da richiedere a chi sia
impegnato o voglia impegnarsi in politica, augurandoci che la riforma
dell’attuale sistema elettorale torni a dare ai cittadini la facoltà di
scegliere le persone di cui fidarsi. Riassumerei queste scelte in cinque
indicazioni, che mi sembrano indispensabili per chi voglia servire il “bene
comune”.
In primo luogo, l’impegno per l’etica pubblica e la morale sociale deve essere
indissociabile dall’impegno etico sul piano personale: va rifiutata la logica
della maschera, che coniughi “vizi privati e pubbliche virtù”. Questo comporta
il riconoscimento del primato della coscienza nell’agire politico e il diritto
di ciascun rappresentante del popolo all’obiezione di coscienza su questioni
eticamente rilevanti, ma vuol dire anche che la credibilità del politico andrà
misurata sulla sobrietà del suo stile di vita, sulla generosità e costanza
nell’impegno, sulla fedeltà effettiva ai valori proclamati.
In secondo luogo, nel rapporto con i cittadini il politico dovrà seguire la
massima formulata così da don Lorenzo Milani e dai ragazzi della sua scuola di
Barbiana: «Appartenere alla massa e possedere la parola». Il politico dovrà
essere vicino alla gente, ascoltarne i problemi, farsi voce delle istanze di
giustizia di chi non ha voce e sostenerle. I politici non siano al servizio del
padrone di turno, ma del popolo. Nell’impegno in vista del “bene comune” i
poveri, i senza parola, i socialmente deboli siano considerati come riferimenti
cui è dovuto ascolto e rispetto: lo “stato sociale”, l’istruzione e la tutela
della salute per tutti, non sono una conquista opinabile, ma valori
irrinunciabili, da tutelare e migliorare liberandoli da sprechi e
assistenzialismi che non servono ai poveri.
In terzo luogo, la dialettica politica andrà sempre subordinata alla ricerca della
corresponsabilità, dialogo e partecipazione vanno anteposti a contrapposizioni
preconcette o a logiche ispirate a interessi personali o di gruppo. Il “bene
comune” va sempre preferito al proprio guadagno o a quello della propria parte
politica.
In quarto luogo, nel servizio al “bene comune” occorrerà saper accettare la
gradualità necessaria al conseguimento delle mete: la logica populista del
“tutto e subito” ha spesso motivato promesse non mantenute. Occorre puntare al fine con perseveranza e rigore, senza cedere a compromessi morali e ritardi
ingiustificati e senza mai ricorrere a mezzi iniqui. Ogni scelta fatta in vista
del “bene comune” non va misurata sulla sola efficacia immediata, ma
soprattutto sulla sua valenza e il ruolo educativo al servizio di tutti. Così,
in particolare, l’impegno per i valori fondamentali della tutela della vita
umana in tutte le sue fasi, della promozione della famiglia, della giustizia
per tutti, del rifiuto della guerra e della violenza in ogni forma e dell’impegno per la pace.
Infine, chi intenda operare per il “bene comune” deve considerare come scopo
del suo servizio il bene di tutti, anche degli avversari politici, che perciò
non vanno mai considerati come nemici o concorrenti da eliminare, ma come
garanzia di confronto critico in vista del discernimento delle vie migliori per
giungere alla realizzazione della dignità personale di ciascuno.
Questo insieme di regole minime si riassume in un appello ai protagonisti
della politica, particolarmente urgente in questa fase di crisi: occorre un
sussulto morale, che dia a tutti, specialmente ai giovani, ragioni di vita e di
speranza! La scelta è fra una deriva egoistica e lesionista e, appunto, il
“bene comune”, il bene che – superando ciascun appetito individuale – libera e
unisce tutti. La posta in gioco non è il guadagno di alcuni, ma il futuro che
costruiremo insieme. Ci saranno politici pronti a rispondere oggi all’appello
per un simile ritorno al primato del “bene comune”? Io sono pronta.  Amici miei, aiutatemi. Da sola non posso farcela ho bisogno del vostro sostegno per portare avanti questi miei progetti. Progetti dove il fulcro siete voi, le vostre famiglie, i vostri figli, il miei. CAMMINIAMO INSIEME E NON VI DELUDERO’, MA  SENZA IL VOSTRO AIUTO LE MIE SARANNO SOLO PAROLE GETTATE AL VENTO.

GRAZIE, VI VOGLIO BENE.

 

 

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