MISERAMENTE FALLITO IL TENTATIVO DISGUSTOSO DI TRASFORMARE LA VITTIMA IN CARNEFICE

L’emissione di un provvedimento di custodia cautelare nei confronti del presunto aggressore di Angelo Pulino contribuisce, pur nella doverosa attesa dell’accertamento definitivo della verità giudiziale, a connotare finalmente nel senso dell’unica verità credibile, logica e ragionevole, l’azione brutale e di inaudita violenza con la quale è stato ridotto in fin di vita un uomo buono, pacifico, corretto, generoso.

Il tentativo disgustoso compiuto da più parti – con la mistificazione, con la parificazione tra aggredito e aggressore o con il silenzio – per ribaltare o falsare la realtà delle cose e trasformare il carnefice in vittima, e la vittima in carnefice, capovolgendo una verità per fortuna ictu oculi di solare evidenza agli occhi di chiunque conservi ancora integri i valori della dignità e della libertà, è stato  arrestato. 

Che il soggetto destinatario del provvedimento restrittivo sia un pregiudicato, ben noto ai suoi “clienti” candidati i quali da anni gli affidano l’affissione degli stampati di propaganda elettorale, conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto da me denunciato ben prima dell’aggressione di venerdì scorso.

Infatti, inascoltato, avevo lanciato prima e pubblicamente l’allarme, in quanto, nel panorama di illegalità diffusa della propaganda elettorale, a Ragusa da anni accade che l’affissione degli stampati sia nelle mani di un vero e proprio racket al quale, consapevolmente e intenzionalmente, si affidano i candidati più ricchi (spesso  grazie a finanziamenti di dubbia provenienza) e aggressivi proprio al fine di ricavarne per sé un grande vantaggio, illecito perché frutto della sistematica e deliberata violazione delle norme di legge.

Testimoni oculari della bestiale aggressione hanno dichiarato che il suo autore, qualche istante prima, aveva gridato con arroganza il suo diktat di pretesa egemonia assoluta degli spazi, motivandolo – dinanzi all’invito alla ragionevolezza da parte di Pulino e all’espressione mite del suo desiderio di potere affiggere almeno un solo manifesto del candidato da lui sostenuto (Melina Carrubba dell’Idv) – con il fatto che <<altrimenti Dipasquale non mi paga>>.

Si sa per certo che sono numerosi, a Ragusa e in provincia, i committenti abituali del noto pregiudicato i quali ne apprezzano da tempo i preziosi e collaudati servizi, sicché trovo ripugnante il rifiuto, vigliacco e complice,  opposto da parte loro – con l’assordante silenzio al mio appello pubblico  –  a rivelare in un sussulto di tardiva ma ritrovata dignità, e di coraggio, la loro scelta e, soprattutto, a far sapere come intendessero comportarsi dopo l’esplosione di tanta violenza.

Nessuno ha risposto. Ma tutti i cittadini sanno che quanto più abbiano visto muri,  tabelloni e spazi pubblici di ogni tipo inondati dalla faccia di un candidato, tanto più è probabile, per non dire praticamente certo, che il suo mandatario per l’affissione fosse l’artefice di così brutali scorribande.

Nessuno ha avuto il coraggio e l’onestà di ammetterlo, ma la verità è scolpita nelle loro facce ed è stampata sui muri.

 

 

 

 

 

 

 

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