I bronzi di Riace: il comisano Francesco Nicosia tra i protagonisti del restauro di 50 anni fa

i bronzi di Riace, splendide statue di bronzo provenienti dall’antica Grecia, ritrovate al largo di Riace marina nel 1972, furono restaurate va Firenze, nell’Laboratorio del Restauro.

Protagonista assoluto di quel restauro fu il comisano Francesco Nicosia, archeologo nato a Comiso che ha avuto un importante ruolo nel panorama degli studi archeologici del ventesimo secolo. Nicosia era stato soprintendente per la Toscana e per Firenze e concluse la sua carriera a Sassari – Nuoro. A Sassari è morto nel 2009.

I tratti essenziali dell’uomo e dello studioso sono stati presentati domenica sera a Comiso nel corso di un convegno organizzato dalla Pro Loco nel 50° anniversario del ritrovamento delle due preziose statue, oggi custodite nel museo di Reggio Calabria.

La storia di Francesco Nicosia ricordata da Lucia Lepore

Lo ha ricordato, con una relazione dettagliata, Lucia Lepore, già docente di Archeologia all’Università di Firenze, terrà la relazione su “Ricordando Francesco Nicosia. Maestro esigente. Studioso eclettico. Amico geniale”. Hanno portato il loro contributo anche l’archeologo Saverio Scerra, in servizio a Ragusa e Claudio Sabbione, che ha lavorato nella Sovrintendenza calabrese.

A presentare la serata è stata la presidente del Club per l’Unesco, Tina Vittoria D’Amato, insieme alla presidente della pro Loco, Maria Stella Micielì, insieme al sindaco Maria Rita Schembari e al deputato regionale Giorgio Assenza, al sovrintendente Antonino De Marco.

Lepore ha ripercorso soprattutto la lunga storia dell’archeologo Nicosia, con cui lei collaborò direttamente insieme al marito. Ricordando il restauro delle due statue, in un laboratorio che oggi non c’è più. È stato cancellato da provvedimenti e norme successive.

Lucia Lepore ha aperto anche uno spaccato sulla storia familiare e umana di Francesco Nicosia, cui la legava una forte amicizia, ma anche della sua attività e delle sue battaglie per la pavimentazione di Piazza della Signoria a Firenze, dopo l’alluvione del 1966.

La vicenda tenne banco a lungo e non è stata priva di difficoltà e di insuccessi, quasi a testimoniare quanto la vita e l’opera degli archeologi fosse – e sia ancora oggi- ardua e difficile. Francesco Nicosia era figlio di due studiosi di Comiso, Margherita Margani e Paolo Nicosia, docenti nel ginnasio liceo della città.

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