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QUATTRO PERSONE SORPRESE A RUBARE FILI DI RAME: DUE ARRESTATE DUE LATITANTI
03 Nov 2012 08:30
Nella serata di ieri i militari delle Stazioni Carabinieri di Monterosso Almo e Giarratana, coadiuvati da quelli dell’Aliquota Radiomobile di Ragusa, hanno arrestato due giovani di Acate (Rg), ritenuti responsabili di furto di cavi di rame.
Nel tardo pomeriggio, un cittadino rimasto anonimo ha telefonato alla Stazione dei Carabinieri di Monterosso e ha riferito che aveva visto quattro persone intente a togliere i cavi dai pali del telefono in contrada Gianlupo. I militari di Monterosso hanno allertato i vicini di Giarratana e si sono accordati per raggiungere il luogo – sito in questo secondo comune ma a metà strada tra i due abitati – da ambo i lati contemporaneamente.
Giunte sul posto, le due pattuglie, notavano quattro persone, di cui una donna, che alla vista dei militari fuggivano a piedi nella boscaglia. Con l’aiuto di altri quattro carabinieri giunti da Ragusa, i militari iniziavano un rastrellamento dell’area boschiva che inizialmente dava buoni frutti: venivano infatti trovati un uomo e una donna. Gli altri due purtroppo, anche dopo diverse ore di ricerche, soprattutto a causa del buio che nel frattempo era sopraggiunto, non sono stati trovati.
Ritornati nel luogo del furto, i militari rinvenivano, oltre a alcune grosse cesoie e delle funi utilizzate per prendere i cavi e tranciarli, duecento metri di cavo telefonico in rame, già suddivisi in trentaquattro pezzi di diverse lunghezze. Poco distante diversi pali telefonici desolatamente isolati.
I due conviventi acatesi, trentaduenne disoccupato lui, ventenne casalinga di nazionalità rumena lei, sono stati accompagnati presso il Comando Provinciale di Ragusa e di qui, dopo esser stati schedati, tradotti in carcere il primo, agli arresti domiciliari la seconda (incensurata).
I reati loro contestati sono furto aggravato, danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio, ovviamente il tutto in concorso.
Per gli stessi reati è stato denunciato anche un terzo uomo, anch’egli acatese, un 34enne disoccupato, già noto alle forze dell’ordine. La sua autovettura, con i sui documenti d’identità, era sul luogo del delitto e lui non era presente in casa, dovrà ora spiegare dove fosse all’ora del furto.
Il traffico illecito del rame, fenomeno quasi trascurato e minimale nei primi anni del nuovo millennio, nella seconda metà ha avuto un notevolissimo incremento, fermato solo dalla scarsità della materia prima che si è riscontrata negli ultimi anni.
L’estrema volatilità mostrata da tale metallo sui mercati negli ultimi anni, che lo ha visto superare gli 8.800 euro/tonnellata circa nel febbraio 2011, raddoppiato in soli cinque anni. Ciò ha incentivato nuovamente le azioni illegali tese al contrabbando dell’“oro rosso”, sia da parte di organizzazioni criminali, sia di individui e gruppi non strutturati. La ripresa della domanda industriale, in particolare da parte delle economie emergenti asiatiche, ha trainato il rialzo dei prezzi delle materie prime, fenomeni speculativi ne hanno accentuato gli effetti. In conseguenza di tali dinamiche le quotazioni del rame hanno toccato massimi storici, stabilizzandosi, con frequenti oscillazioni, solo nel corso di quest’anno (ma sempre su cifre molto alte tra il 7000 e i 7500 euro/tonnellata).
Per rafforzare la prevenzione e il contrasto di questa tipologia di reato, è stato firmato lo scorso febbraio dal Ministro dell’Interno Annanmaria Cancellieri il protocollo d’intesa che istituisce l’Osservatorio nazionale sui furti di rame tra detto ministero, l’Agenzia delle dogane, le Ferrovie dello Stato, l’Enel, Telecom e la Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche (Anie).
Recentemente, nel corso dell’operazione denominata “luna piena”, l’Arma di Vittoria aveva arrestato d’intesa con la Procura della Repubblica Iblea, cinque rumeni tra i 19 e i 30 anni, tutti domiciliari a Comiso, dediti a questo tipo di furti. L’associazione per delinquere, finalizzata al furto di rame, aveva agito dal 2010 al 2012 tra i comuni di Ragusa, Comiso, Modica, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina e Licodia Eubea.
Data la delicatezza e la peculiarità di questo tipo di crimine, i servizi dell’Arma dei carabinieri, di tipo preventivo e repressivo, ma anche investigativo, continueranno incessanti nella provincia Iblea sotto la guida del Comando provinciale di Ragusa.
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