Non solo erogazione di servizi ma relazione: ecco i dati Caritas sulla povertà nel Ragusano

“Dove l’amore si tocca con mano”, questo il tema attorno al quale si è sviluppata la relazione dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas diocesana di Ragusa sulle attività svolte nel corso del 2023 presentato al saloncino del Vescovado venerdì pomeriggio. E’ stato Vincenzo La Monica, responsabile dell’Osservatorio delle Povertà a presentare il rapporto e a sottolineare gli spunti di riflessione che ne derivano. Un quadro allarmante quello che riguarda la povertà. In Italia una persona su 4 è a rischio povertà, e ciò accade, ha spiegato La Monica “quando si verificano una di queste tre condizioni: basso reddito, grave deprivazione che significa ad esempio non poter comprare un paio di scarpe o non riuscire a pagare una bolletta, o andare ad un ristorante e essere in un nucleo a bassa intensità lavorativa, con un lavoro per 3/4 mesi l’anno”. E si tratta di 14 milioni di italiani. E il reddito come è distribuito? L’1 per cento della popolazione ha il 13 per cento della ricchezza”mentre 45 anni fa eravamo il paese dove la ricchezza era meglio distribuita e la situazione dal 2020 in poi è schizzata in peggio”. La Monica ha citato poi gli elementi che derivano dalle rilevazioni Istat: “In merito ai consumi, si definisce famiglia povera, una famiglia con ad esempio 2 adulti e un minore che non riesce a spendere più di 1550 euro; questa famiglia viene considerata a livello di povertà assoluta”. Nel dato provinciale se prendiamo il dato che emerge dalla dichiarazione dei redditi dei 12 comuni ragusani, il cinquanta per cento dei contribuenti guadagna meno di 10.000 euro, e una prima riflessione riguarda proprio questo aspetto: “C’è grande evasione fiscale o grande povertà?”  

NEL RAGUSANO CHI SOFFRE DI PIU’ SONO GLI STRANIERI

Nel Ragusano la cittadinanza non italiana è quella che soffre di più; il 44 per cento delle persone che si rivolgono ai centri ascolto non hanno cittadinanza italiana, hanno una bassa scolarizzazione, la meno scolarizzata in italia e il 90 per cento  ha al massimo una licenza di scuola media inferiore. In base ai dati Caritas dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse, citati da La  Monica, due persone su tre lavorano ma è un lavoro povero che non produce un reddito sufficiente

I Centri di ascolto cittadini o parrocchiali seguono 2500 persone, che hanno una età media di 43 anni; sono circa 1100 famiglie. I bisogni sono materiali, reddito troppo basso, ma non solo; sui bisogni si innestano situazioni famigliari complesse dove incidono separazioni e divorzi (dato dieci volte maggiore alla media), dove si rinuncia alle cure per soddisfare altri bisogni primari.

Nel 2023 la Caritas diocesana di Ragusa ha speso  312.000 euro in diversi interventi di aiuto alle persone e La Monica ha fornito qualche esempio sulla panoramica degli interventi effettuati: 70mila euro legati all’abitazione, con il pagamento di 214 mensilità a famiglie in difficoltà ; 54.000 euro per 325 bollette pagate; 560 bombole gas; 839 buoni spesa da 20 euro l’uno;  11.000 euro in assicurazioni auto per consentire alle persone di essere autonome per andare al lavoro; 32.000 euro per istruzione, libri, percorsi di studio, tasse universitarie; 17.500 euro per la sanità. Ma ci sono anche tantissime donazioni, banco farmaceutico, banco alimentare ad esempio, che non passano da questi numeri.

Sulla povertà alimentare nel 2023 da luglio 2023 a dicembre sono state distribuite 132 tessere per 246 carrelli della spesa per un controvalore di  18.000. Il Ristoro di San Francesco ha distribuito 15,600 pasti, in questo caso, per la maggior parte verso persone italiane.

E poi ci sono i lavoratori poveri, “quelli che lavorano fin da quando erano piccoli, svolgono più ore rispetto a quelle contrattuali e spesso hanno periodi di lavoro grigio o nero,  con salari irregolari, con pluralità di mansioni e hanno tra le loro preoccupazioni spesa alimentare, il futuro, la salute e i figli. Chi lavora con loro rileva che hanno debolezza contrattuale, mancano politiche attive del lavoro in un mercato in trasformazione, lavoro nero e grigio su cui si innestano anche cause esterne come l’inflazione, il periodo pandemico del covid”. Nel tema dello sfruttamento lavoratori, Caritas interviene anche in modo specifico nella fascia trasformata con il progetto Presidio: assistenza sanitaria, legale, sociale, ma anche distribuzione di vestiti.

UN NUOVO ALLARME

Un nuovo allarme è quello della povertà energetica con un dato che probabilmente aumenterà; luce e gas, la cui spesa non è eludibile tanto quanto non lo è l’esigenza di riscaldare e raffrescare i luoghi di abitazione. Le persone scelgono spesso di pagare e tralasciano, la cura personale, il dentista, o la cura di un malanno di stagione che però rischia di aggravarsi. “Ci attendiamo un aumento delle richieste e dei costi” ha detto La Monica analizzando i dati.

C’è anche la povertà abitativa: trovare un alloggio dignitoso è un altro dei problemi. “Non viene accettato il reddito cittadinanza o inclusione, non bastano referenze, contratti, e anche in questo caso si è vicini all’esplosione. Come Diocesi rispondiamo con una casa di accoglienza per le donne a Comiso, dove attualmente ci sono  2 donne e tre minori con problemi di maltrattamento in famiglia; la casa è un primo rifugio per queste persone che sono in pericolo di vita, poi vengono orientate verso case protette in rete con le istituzioni”

C’è un sistema di pronto intervento sociale, il cui acronimo è “Pis” , c’è la rete Sai di accoglienza nazionale ma ci sono situazioni di gravi marginalità sul territorio. “Abbiamo incontrato lo scorso anno cinquantuno persone che dormivano per strada. Ne abbiamo prese in carico 19, e 11 erano minori. Qualcuno con fragilità psichica ma anche con molte altre fragilità. Abbiamo favorito accompagnamento sanitari, sociali, legali. IN questa fascia di intervento sociale c’è anche chi è detenuto; “con la messa alla prova diamo la possibilità di scontare la detenzione, con la collaborazione dell’Uepe e del Tribunale dei minori, impegnando le persone in servizi Caritas.

Nel 2023, venti nuclei famigliari con 16 minori, sono stati seguiti anche nel sostegno alla genitorialità, nella mediazione con i proprietari di casa, nelle pratiche di vita quotidiana.

Il responsabile dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas diocesana di Ragusa, Vincenzo La Monica ha posto accento sul fatto che i servizi che Caritas eroga, il supporto alle persone non sarebbe possibile senza i 42 ragazzi del servizio civile universale, con 24 sedi accreditate: “Sono opportunità per sostenere i servizi,  ma sono anche occasione pedagogica ed educativa per ingresso nel mondo del lavoro”. E’il tema della relazione che offre l’assist al direttore della Caritas diocesana di Ragusa Domenico Leggio perché “l’obiettivo non è erogare servizi e beni ma costruire e stabilire relazioni con le persone che incontriamo” .  

“La nostra domanda è: è ancora possibile il volontariato nel mondo post pandemia? Abbiamo ripreso i ritmi di prima? Credo di sì – ha detto Leggio -. Possiamo affermare che ancora oggi il volontariato è possibile con uomini e donne che fanno una scelta di amore, servizio e donazione verso gli altri. I nostri volontari sono persone che decidono di dedicare del tempo. Ciò che riescono a dare contribuisce al bene complessivo, vita nuova alle persone che aiutiamo ma anche al volontario che riceve il centuplo di quello che riesce a dare. Papa Francesco ha detto ai giovani, ‘voi siete l’adesso di Dio’ e il volontariato può essere considerato ‘il possibile di Dio, ciò che lo rende possibile;  il  volontariato è cammino in uscita verso gli altri, con cuore aperto mani tese e gambe in movimento” L’incontro era iniziato con un momento di preghiera introdotto da Don Salvatore Puglisi, assistente spirituale. Prima, una lettura dal Libro dell’Esodo. “Dio ascoltò il loro lamento” si dice nel passo che viene integrato anche dal messaggio di papa Francesco per la Quaresima. “L’attualizzazione del testo dell’Esodo è nel messaggio del papa – spiega padre Puglisi -; parole che devono essere oggetto di riflessione e impegno.  Il papa si chiede se il grido degli ultimi dei poveri e dei bisognosi arrivi ancora a noi, se siamo sensibili o sensibili. Dobbiamo continuare a scuoterci a commuoverci davanti alle necessità del Mondo”.  Prima della relazione oggetto dell’incontro,  assente il vescovo per una leggera indisposizione, anche il saluto del sindaco di Ragusa Peppe Cassì. “Ho scoperto nella comunità Ragusana la propensione a creare reti di solidarietà, a rimboccarsi le maniche per aiutare. Ho visto una comunità ricca di persone che attuano la solidarietà. Ci tenevo ad essere presente a testimonianza della grande considerazione che l’Amministrazione comunale ha nei confronti della Caritas; abbiamo avuto contezza diretta delle attività, della efficacia della vostra azione. Siamo qui per ringraziare e rendere omaggio. Svolgete un ruolo essenziale di straordinaria importanza nella comunità. Anche l’amministrazione ha le stesse finalità, non lasciare indietro nessuno. La nostra collaborazione non mancherà mai”.

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