E’ IL MONDO CHE DOVREBBE METTERSI ALL’ALTEZZA DEI BAMBINI E NON I BAMBINI ALL’ALTEZZA DEL MONDO

Il 20 Novembre è stata la Giornata Nazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, una giornata dedicata ai bambini e al loro diritto di essere felici. I bambini infelici non sono solo quelli dei paesi più poveri, che patiscono la fame, che non possono vivere adeguatamente e spensieratamente la loro età a causa delle guerre civili o meglio, incivili, che devastano i loro territori e che non possono andare a scuola perché una scuola nel loro villaggio non c’è, ed i bambini nel mondo che un primo giorno di scuola non l’hanno mai avuto sono 100 milioni. Le vicende attuali di Gaza hanno straziato i cuori di noi tutti e magari anche i più frenetici hanno soffermato il loro sguardo impietrito sui quei piccoli corpi inermi. Sono milioni i bambini uccisi dalle guerre nel mondo, a stare in trincea a combattere, ad essere mutilati dalle mine antiuomo, ad essere testimoni della morte dei loro cari. Ma questa non è una novità. La novità è che i bambini infelici sono anche nei paesi ricchi, all’interno di famiglie opulente, perché non sono quelli i beni che li possono rendere realmente felici. I “nostri” bambini sono spesso figli non guardati negli occhi, non ascoltati, né nelle loro parole né nei loro silenzi, né nelle loro fragilità e paure, sono figli lasciati soli davanti alle televisioni ed ai computer. Ciò che provano in quei momenti i bambini si chiama solitudine, che si tradurrà nell’età adulta nell’incapacità di sapersi relazionare adeguatamente con sé stessi e con gli altri. Ciò dipende dall’ “attaccamento di tipo insicuro” che si svilupperà tra bambino e figura di accudimento. L’attaccamento è lo speciale legame affettivo che il bambino instaura con la figura che lo accudisce e lo sviluppo sano ed armonioso della sua personalità dipende proprio da un attaccamento sicuro ed adeguato con tale figura, solitamente la madre. I comportamenti e il tipo di relazioni affettive stabilite con i genitori e soprattutto con la madre durante l’infanzia saranno gli stessi che il bambino da grande userà per organizzare il rapporto con gli altri (amici, partner, grado di fiducia nel prossimo…) e sull’adattamento futuro. Un figlio lasciato solo, non adeguatamente curato sia psicologicamente che fisicamente, con vissuti di maltrattamento, con una figura d’attaccamento quindi incapace di rispondere con sensibilità ai suoi bisogni, svilupperà un forte senso d’insicurezza e sfiducia verso l’altro e verso se stesso. Quel bambino sarà un adulto con un attaccamento insicuro verso il mondo. Ancora un elemento di sofferenza, ma comune in tutti i paesi, da quelli più poveri e bellicosi ai più ricchi e “civili” è quello dell’abuso sessuale, sia intrafamiliare che extrafamiliare, tipologia di violenza e abuso più grave. Il non salvare il bambino da questa atrocità potrebbe portare ad una delle conseguenze peggiori, ovvero al ciclo ripetitivo dell’abuso: bambini maltrattati e non aiutati spesso diventano adulti violenti verso i loro figli. Sono tutti fenomeni che sconvolgono la nostra coscienza ma sono anche tutte patologie relazionali. E’ importante stimolare e “sconvolgere” la coscienza delle istituzioni, delle famiglie, della scuola e dell’intera società a favore dei diritti dei bambini, perché ogni bambino ha diritto ad un’infanzia felice.

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