No al parco eolico off-shore “Scicli”, a 27 chilometri dalla costa iblea. I motivi arrivano in Consiglio comunale

La riunione della civica assise è stata convocata per mercoledì ed è uno dei punti all’ordine del giorno presentato da Bruno Mirabella e condiviso dal gruppo consiliare Caterina Riccotti Sindaca, tutti facenti parte dell’opposizione. E’ una mozione di indirizzo verso la quale si chiede il consenso degli altri consiglieri. Quattro pagine per spiegare le negatività di questo progetto e per chiedere che le amministrazioni comunali chiamate a pronunciarsi sul procedimento della VIA, la valutazione di impatto ambientale, prendano “posizione contro il progetto senza le adeguate garanzie tecnico-scientifiche e non si lascino confondere da promesse compensative illusorie che non potrebbero mai bilanciare la rovina del territorio che le pale eoliche, a 27 chilometri dalla costa, provocherebbero dall’impianto da realizzarsi nei territori dei comuni di Ragusa, Scicli, Modica, Noto e Palazzolo Acreide”. L’impianto è costituito da 50 aerogeneratori di potenza unitaria di 15 MW per una potenza complessiva di 750 MW ed opere di connessione alla RTN.

Oltre ai danni per il territorio non arriverebbero benefici: è quanto si sostiene nella mozione di indirizzo che sarà al vaglio dell’aula.

Anzi si parla di svantaggi. Quali? Secondo i consiglieri comunali della minoranza “i certificati verdi dovrebbero rimanere in Sicilia ma così non è, a parità di energia prodotta si dovrebbero spegnere le centrali ad olio o a gasolio ma così non è, le turbine verrebbero installate a 27 chilometri dalla costa e quindi in acque internazionali. Così facendo ai Comuni frontalieri non verrebbe riconosciuto nemmeno il versamento dell’IMU – viene sottolineato nella mozione che andrà all’esame del Consiglio comunale di Scicli – le società coinvolte nel progetto hanno sede al nord e/o anche fuori Italia. Pertanto alla Regione Siciliana non verrebbe versata neppure l’Irap. Ed ancora, quali compensazioni in termini economici per i Comuni? Nessuno. Di vantaggi non ne vediamo. La nostra isola diverrà il ‘carica batterie’ del paese Italia a spese della nostra terra”. 

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