Ricordati, nella chiesa di San Giuseppe, le vittime del naufragio del 30 settembre 2013 a Sampieri

E’ stato don Giuseppe Agosta, assieme alle Volontarie Vincenziane di Scicli, a ricordare il drammatico naufragio del 30 settembre 2013. Nella chiesa di San Giuseppe, il sacerdote che per l’intera giornata allora non lasciò sole le tredici vittime adagiate sulla sabbia dorata di quella spiaggia di Sampieri che in tredici, tutti giovani eritrei, non riuscirono a raggiungere annegando nelle acque del mare. Lo stesso vale per le Volontarie Vincenziane che si sono prodigate assieme alle Suore Vincenziane di Catania ed al sacerdote missionario vincenziano Padre Kefle nell’aiutare i superstiti e nell’accogliere le salme al cimitero di Scicli dove sono sepolte.

Quel 30 settembre 2013 è stata scritta una delle pagine più tristi del fenomeno migratorio sul litorale ibleo dopo l’analogo episodio del 2005 quando persero la vita, sempre in un naufragio a Sampieri, ventisei migranti.

Lo sbarco del 30 settembre 2013 è stato drammatico sia per l’epilogo che per il trattamento che i trafficanti di essere umani riservarono ai giovani che, per raggiungere le coste italiane, avevano pagato la tratta. I migranti, infatti, furono presi a scudisciate dai “delinquenti del mare” per scendere da quel peschereccio che, poco prima delle 10 di quel giorno, era arrivato quasi a riva sulla spiaggia di Sampieri. Finiti in acqua molti sono annegati. Tredici i morti, circa 200 i migranti che si sono salvati. Oggi sono seppelliti nel Cimitero di Scicli. Li ricordiamo con i nomi (erano tutti eritrei di religione coopta) perchè è stata la prima volta che si è riusciti ad individuare con nome e cognomi i giovani morti per cercare una nuova vita lontano dai loro Paesi. Per loro, su quelle dune della spiaggia di Sampieri, si creò una catena umana alla quale parteciparono attivamente anche le massime autorità istituzionali della provincia. Rimasero nel ricordo l’allora Questore di Ragusa Giuseppe Gammino e l’allora direttore generale dell’Asp  Ragusa Angelo Aliquò che portavano a mano le salme dalla spiaggia ai carri funebri mentre gli organismi comunale di Scicli cercavano di organizzare l’accoglienza.

Le vittime del tragico sbarco.

FASHAZION GHEBREMESKAL ANDMESKAL  23 anni, BELAY GEBREMICAEL 30 anni, HABTE TEZARE non certa l’età, SAMUEL TEKLEREHEM  21-22 anni, TEKESTE WELDETINSAIE BERTHE 43 anni, MATKEL BUKRAZAN 24 anni, YOSSEF GEREZGIHER 20 anni, ARAYA MUSSIE 22 anni, OSMAN ABDUSALAM 27-28 anni, ESMAEL YAFER 25 anni, TEKHLEHAIMANOT SHISHAY OGBAY 30 anni, AMIR FARAH 23 anni, KIDANE GEBREMESKEL 30 anni.

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