Migranti: annullata da Tribunale la multa inflitta a Sea Watch

E’la stessa ong tedesca Sea Watch a comunicare che il Tribunale di Ragusa dopo avere sospeso il fermo amministrativo dello scorso 28 marzo a Pozzallo, applicato secondo il cosiddetto decreto Piantedosi, ha ora “sospeso anche la multa inflitta a Sea-Watch 5 nel marzo 2024”. Secondo quanto riporta la ong, “il tribunale di Ragusa ha sospeso l’efficacia esecutiva dell’ingiunzione di pagamento che era stata notificata alla Ong, stabilendo che le modalita’ di intervento di Sea-Watch 5 non hanno creato alcuna situazione di pericolo.

I giudici hanno inoltre stabilito che non corrisponde al vero l’accusa rivolta a Sea-Watch di avere disatteso indicazioni delle autorita’ libiche. A confermarlo e’ anche un report di Frontex che certifica come, alle comunicazioni radio effettuate da Sea-Watch 5, le autorita’ libiche non abbiano mai risposto”. Sea Watch conclude sostenendo che “nonostante ci rassereni vedere le nostre ragioni confermate dai tribunali non possiamo fare a meno di denunciare come l’applicazione arbitraria della legge Piantedosi continui a produrre i propri effetti, bloccando le navi nei porti e impedendo loro di raggiungere l’area delle operazioni nonostante non ci sia niente da sanzionare.

A questo si aggiunge il tentativo, tramite il nuovo ‘decreto Flussi’, di bloccare anche i nostri aerei in modo da impedire qualsiasi forma di monitoraggio di quanto avviene nel Mediterraneo. Il governo italiano deve smettere di criminalizzare e ostacolare il soccorso in mare e la documentazione delle violazioni dei diritti umani che avvengono nel Mediterraneo centrale”. In quel frangente, il 7 marzo del 2024, la nave trasferi’ a Pozzallo 51 persone, tra di loro un ragazzo di 18 anni di origini bengalesi che, mori’ a bordo della Sea watch e che venne identificato solo dopo qualche mese grazie all’intervento di Terres des Hommes: si chiamava Rahman Farazi, avrebbe compiuto dopo pochi giorni 19 anni.

La nave venne sottoposta a fermo amministrativo (provvedimento assunto da Capitaneria di porto, Guardia di finanza e questura) per avere violato le disposizioni del Mrcc – centro coordinamento salvataggi in mare – di Roma. L’equipaggio della nave non avrebbe ottemperato alle disposizioni di Mrcc Roma che avrebbe comunicato alla ong di rivolgersi, per il soccorso, al centro di coordinamento della Libia, circostanza che a quanto appena dichiarato da Sea watch sarebbe stata smentita dai fatti.

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