LETTERA APERTA AL PRESIDENTE CROCETTA

La conclamata drammaticità  finanziaria degli Enti locali della Provincia di Ragusa spinge le scriventi OO.SS. a richiamare la Sua attenzione. Da almeno un quinquennio la politica di contenimento della finanza pubblica e i sempre più stringenti vincoli di bilancio imposti dagli enti sovraordinati stanno via via producendo nientemeno che la rottamazione costituzionale, amministrativa e finanziaria degli enti territoriali locali. La graduale e progressiva falcidia dei trasferimenti ordinari da parte dello Stato e della Regione  e le nuove asfissianti regole di contenimento della spesa e dei parametri di ordine finanziario cui sono sottoposti i comuni hanno di fatto determinato loro insormontabili difficoltà alla approvazione dei bilanci di previsione 2012. A tal segno che a fine anno dei 12 comuni del nostro territorio ben 8 ancora stentano a chiudere i bilanci del corrente anno e almeno cinque di questi saranno obbligati ad imboccare la strada della dichiarazione del dissesto o a far ricorso agli strumenti approntati dal governo nazionale con le disposizioni di cui all’art. 3 (cosiddetto Piano pluriennale di riequilibrio finanziario) del Decreto-Legge n. 174/2012 (legge di stabilità) per prendere atto di non essere più nella possibilità di garantire i servizi che la legislazione demanda loro.

In Provincia di Ragusa le politiche restrittive di derivazione nazionale hanno messo in ginocchio anche comuni virtuosi e gran parte di essi non riesce da diversi mesi a corrispondere gli stipendi  (alcuni tre mesi, altri quattro) ai  propri dipendenti diretti ed indiretti.

Si sta sempre più profilando uno scenario sociale cui sembra essere stata incagliata una bomba ad orologeria. La deflagrazione ormai è sicura, sembra questione di attimi, di qualche giorno al massimo. E ciò sta per verificarsi nel silenzio più assordante delle istituzioni, che – sebbene compulsate dal senso di responsabilità che contraddistingue le scriventi –  fino ad oggi non sono riuscite ad approntare una risposta istituzionale all’altezza del dramma che sta per consumarsi.

Da qui scaturisce la necessitata esigenza delle scriventi di aprire un confronto, che adesso ha il carattere dell’indifferibile urgenza, con la massima Istituzione dell’isola per costruire un argine alla deriva sociale che deriverà dalla sindrome da prosciugamento di cassa  di cui sono affetti i comuni del territorio ragusano.

In ragione di quanto sta accadendo, CGIL-CISL e UIL Le chiedono di fissare un incontro per  tentare di attenuare gli effetti devastanti che sprigionerà la crisi degli enti locali che in questa Provincia condizionerà negativamente la capacità di tenuta del suo tessuto socio-economico, con effetti ulteriormente aggravanti su un territorio già pesantemente provato dalla crisi globale. L’impossibilità degli enti locali del territorio a svolgere i compiti istituzionali cui per statuizzazione sono chiamati ha amplificato un forte malessere già in atto che si estende sempre più e che è scelta criminale trascurare.

Tale contesto negativo e  di malessere potrebbe essere adeguatamente e socialmente attenuato con la individuazione di alcune misure di aiuto di lieve entità che la Regione potrebbe varare in una ottica di solidarietà verticale nei confronti dei Comuni (problematica Serit, costituzione Fondo di rotazione regionale, anticipazioni di cassa).

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