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Prezzi alle stelle di cacao e caffè: Modica punta ad accordi con le piantagioni
10 Gen 2025 16:33
La tazzina al bar galoppa verso l’arrotondamento a 1,50 euro, una tavoletta da 100 grammi ormai si acquista alla media di 3,20 €, ma c’è chi la vende a 4,50 perché altrimenti non guadagna. I prezzi all’ingrosso dei chicchi e del cacao sono schizzati ad altezze mai registrate prima, a causa dei cambiamenti climatici nei Paesi di coltivazione e per le immancabili speculazioni nei mercati finanziari in cui si costruisce il presente e il futuro delle materie prime. Per le imprese del distretto del cioccolato e del polo di caffè di Modica le contromisure sono improcrastinabili, perché i margini sui bilanci sembrano ridursi ogni giorno di più, con inevitabili conseguenze anche per i consumatori.
Pasta amara fai da te
“Fino a due anni fa un chilogrammo di pasta amara costava 5 euro, oggi è a 20 euro”, spiega il direttore del Consorzio del cioccolato di Modica Igp. Nino Scivoletto sta per proporre ufficialmente agli associati il progetto di realizzare uno stabilimento per produrre pasta amara nell’area industriale Modica-Pozzallo. “Un accordo con il distretto indonesiano di Berau che, pur essendo di altro Continente, ha già presentato la richiesta alla Commissione Ue per l’ottenimento del marchio Igp, primo caso non europeo, ci consentirebbe l’acquisto di fave di cacao dal Paese secondo produttore del mondo, da trasportare via mare fino al porto di Pozzallo. Nella vicina area industriale, potremmo produrre 1.000 tonnellate di pasta amara, destinate per metà alle aziende del cioccolato di Modica e l’altra metà da vendere al migliore offerente sul mercato continentale, garantendo l’Igp lungo tutta la filiera della lavorazione.”
Per realizzare il nuovo e ambizioso stabilimento, Scivoletto punta al 2026: “Il costo si aggirerà sui 3 milioni di euro, reperibili con fondi europei. I proprietari saranno gli stessi produttori di cioccolato di Modica, nel Cda siederanno partner prestigiosi, oggi consulenti. L’obiettivo è di abbattere i costi della materia prima, così da rendere i nostri artigiani più competitivi.”
“Può essere un percorso virtuoso, ma ho dubbi sull’effettiva competitività”, dice Pierpaolo Ruta, patron del prestigioso Bonajuto, marchio che, come si sa, non aderisce all’Igp. “Se un progetto simile non venisse accompagnato da una comunicazione efficace sul cioccolato di qualità presso i consumatori, rischierebbe di fallire. Oggi l’85% del mercato mondiale di cacao è in mano a cinque multinazionali, con logiche conseguenze di tipo commerciale.”
Ruta precisa di avere già intrapreso la strada di lavorare in proprio le fave di cacao. “In azienda siamo passati in pochi anni da 3 a 17 tonnellate, ma l’esperienza ci insegna che essa non rappresenta un vantaggio economico, perché i piccoli produttori di cioccolato artigianale hanno costi di produzione superiori. Piuttosto, si deve puntare all’innalzamento dell’offerta di qualità del prodotto, come avviene per i vini di fascia alta.”
Spadola, ceo Moak: “Noi torrefattori aiutiamo i coltivatori”
Da oltre 50 anni, Modica è anche un affermato polo di torrefazione di caffè, capace di sigillare i propri marchi anche in bar e locali pubblici del Nord Italia. Ovvio che le aziende, colpite da quotazioni della materia prima a +72% per la qualità “Arabica” e a + 57% per la “Robusta”, guardano al medio-lungo periodo allo scopo di correggere le difese. “Puntare a creare riserve non se ne parla – sostiene Alessandro Spadola, ceo di Moak – semplicemente perché non c’è tutta questa materia prima disponibile. I nostri progetti di lungo termine sono di aiutare le piantagioni di caffè per recuperare almeno una parte della produzione perduta, agendo direttamente su piante e terreni che soffrono i cambiamenti planetari del clima.”
Spadola fa il punto del commercio al minuto. “E’ chiaro che dovremo attendere a breve un rialzo del prezzo dell’espresso nel bar sotto casa di 20 centesimi, un solo euro è già troppo basso, chi lo pratica rischia di chiudere perché i margini sono ridotti al centesimo. E in posti come gli aeroporti i 2 euro a tazzina saranno presto nel listino prezzi, poiché lì si paga anche un certo tipo di servizio. Anche al supermercato i cartellini sono quasi raddoppiati: un anno fa si parlava di 10-11 euro al chilo, oggi quasi 19 euro. I prezzi all’ingrosso salgono dal 2023 e solo ultimamente hanno rallentato la crescita. Occorre sapere che ci sono Paesi come l’Honduras che ha perso circa metà della produzione di caffè, perché le piogge non sono uniformi né rispettano i cicli precedenti, necessari alle piante per crescere e dare frutti. Quello che i torrefattori devono garantire è la qualità dell’espresso, al bar e a casa, e dei servizi connessi. Quindi l’aiuto ai coltivatori è necessario.”
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