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Nell’aula del consiglio comunale di Modica soffia un vento nuovo: quello dei giovani e del loro entusiasmo
01 Apr 2025 06:30
C’era qualcosa di più di una semplice simulazione, tra i banchi ordinati dell’aula consiliare del Comune di Modica. C’era una carica insolita, un fermento giovane e autentico, di quelli che si respirano quando le cose accadono davvero. A indossare simbolicamente la fascia tricolore, non il primo cittadino in carica, ma un gruppo di studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Galilei-Campailla”, che hanno dato vita a un consiglio comunale simulato, momento conclusivo di un articolato percorso di PCTO dal titolo eloquente: “Scoprire il Bene Comune”. I ragazzi erano accompagnati dalla prof. Teresa Floridia per gli alunni del liceo classico e dalla prof. Eugenia Calvaruso per liceo scientifico.
Non un semplice esercizio di stile, né una recita scolastica: i ragazzi hanno preso sul serio i ruoli assegnati – sindaco, assessori, consiglieri di maggioranza e opposizione, presidente del consiglio, segretario comunale – calandosi con rigore e passione nelle dinamiche di un’assemblea civica. Confronti, interrogazioni, mozioni: ogni parola pronunciata, ogni proposta discussa è stata frutto di un lavoro autonomo, pensato e redatto da loro, in un crescendo di consapevolezza e spirito critico.

A guidarli in questo viaggio tra i meccanismi della cosa pubblica, un entusiasmo palpabile e condiviso. “Ho accompagnato con orgoglio questi ragazzi – ha commentato la presidente del Consiglio Comunale di Modica, Maria Cristina Minardo – e ho visto nei loro occhi la scintilla di una cittadinanza nuova, che non si limita a guardare, ma si interroga, partecipa, propone. Insegnare loro il valore delle istituzioni significa costruire fondamenta solide per il domani”. Mai come oggi la scuola si dimostra presidio di democrazia. E progetti come questo diventano veri e propri laboratori di futuro. I ragazzi non hanno semplicemente “simulato” un consiglio comunale: hanno dato voce a un’idea alta di partecipazione, dimostrando che la cittadinanza attiva non è materia da studiare, ma vocazione da vivere. Conoscere il funzionamento delle istituzioni, capire come si decide, come si vota, come si dialoga anche nella divergenza, è il primo passo per non essere sudditi del presente, ma costruttori del domani. A volte basta una sala consiliare, dei microfoni accesi, qualche foglio tra le mani e una grande idea in testa per accendere il fuoco della consapevolezza. Ed è proprio lì, in quel seme gettato con cura, che si annida il futuro di una comunità più giusta, più matura, più viva.
Che ben vengano allora iniziative come “Scoprire il Bene Comune”, capaci di accendere passioni, generare domande e – perché no – coltivare la speranza che tra quei banchi, un giorno, possa sedere davvero chi avrà iniziato a sognare la politica partendo da qui.
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