FORME ALTERNATIVE ALL’ASSEGNO ECONOMICO

Rimango allibito nel leggere che alcuni gruppi politici, tra cui il PID, cercano di bloccare i bandi lavoro per i cittadini indigenti.

            Voglio chiarire che la V Commissione e’ sempre stata sensibile alle problematiche del sociale nella sua globalita’ e che non e’  mia intenzione, ne’ di altri esponenti del PID,  speculare sui bisogni dei cittadini. E’ giusto in democrazia che ognuno esprima il proprio punto di vista, e personalmente come ho gia’ dichiarato diverse volte, penso che il servizio civico rappresenti il modo migliore per erogare sussidi a quelle persone in difficolta’ senza lederne minimamente la dignita’. Come e’ noto il servizio civico si esplica attraverso l’attivazione e lo svolgimento, nel territorio comunale, di servizi di pubblico interesse e di pubblica utilita’ esercitate in forma volontaria e flessibile.

            E’ finalizzato al contrasto delle poverta’ estreme ed ha come scopo il reinserimento sociale di persone e nuclei familiari che versano in grave stato di indigenza economica. Costituisce una forma di assistenza alternativa all’assegno economico ed e’ rivolto prioritariamente a coloro che sono privi di occupazione o che hanno perso il lavoro e sono privi di coperture assicurative o di qualsiasi forma di tutela da parte di altri enti pubblici e risultano abili al lavoro.

            Ricordo a tutti che tali progetti, a Ragusa, si sono prodotti ininterrottamente dall’ottobre  1995 al mese di dicembre 2012 ed hanno avuto da sempre  piena legittimazione politica essendo stati fatti propri da vari Consigli e Amministrazioni comunali  di diverso colore ( due di centrosinistra sindaci Chessari e Solarino e due di centrodestra sindaci Arezzo e Dipasquale).  Nel 2012 sono stati circa 450 gli utenti inseriti ed in media 180/190 ogni mese a rotazione. Mi sembra pertanto politicamente poco corretto che essi debbano finire durante una gestione commissariale senza nessun coinvolgimento del Consiglio Comunale.

            A mio modesto parere occorreva migliorare, perfezionare, correggere ma non distruggere tale sistema.

            L’ alternativa di dare  a cooperative sociali di tipo B appalti di lavoro con impegno di somme da parte dell’ente comune in cambio dell’assunzione nelle cooperative di alcuni dei cittadini sussidiati, sempre a mio parere, risolverebbe il problema di pochi, ma la maggior parte delle persone sussidiate rimarrebbero fuori ed il problema  irrisolto.

            In ogni caso i progetti alfa non sono alternativi all’utilizzo eventuale di cooperative sociali di tipo B o di altre iniziative volte a trovare occupazione per qualcuno dei soggetti sussidiati.

            Infine voglio ricordare che i progetti alfa  sono ancora oggi contemplati e previsti dal vigente Regolamento Comunale sulla assistenza economica alla voce  “servizi civici “.           

 

           

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