LETTERA APERTA ALL’UDC

 Il partito è a cocci, come previsto. Non parlo del Provinciale, che è ridotto alla politica del cortile, al livello più basso registrato a memoria d’uomo, ma dell’Udc,in generale, dove sono prevalsi vecchi sistemi, vecchie logiche di potere, dove lo spazio conquistato con rigore, con partecipazione, con lavoro non indifferente, sono stati calpestati ampiamente, non considerando neanche il lavoro di chi si è speso in prima persona, portando credito, e credibilità all’UDC.

Ieri, Concita De Gregori ha detto qualcosa di molto vero, a Ballarò, riferendosi alla politica, rilevando che tante belle persone sono rimaste fuori, e dentro i “soliti noti” : è triste, ma vero! Quello che si riferiva alla politica nazionale, si può estendere al partito, che ha perso di credibilità, proprio per il fatto che, a livello regionale,  è entrata a far parte quella parte della politica, e dei politici, che hanno rappresentato il mal governo, quasi il default della Sicilia, dopo aver dato l’anima per un partito nuovo, e rinnovato. Dov’è il rinnovamento? Dov’è la rigenerazione? Dov’è il nuovo, quando tutto è stato accentrato, quando la democrazia è stata un optional?

Sono stata CCD, ho aderito al partito nuovo Udc, in quanto ho creduto al dialogo, al diverso. Oggi, mi devo rendere conto che mentre sarebbe necessario parlare proprio di questo, si deve parlare della politica regionale, parlo dell’incontro a Caltanissetta.La politica regionale,che sembra essere l’unica che funziona in questo scenario,  a parte le considerazioni sulle province, che potrebbero essere interessanti, ma non una parola sul resto.

Se ad un partito ci si avvicina per il proprio “particulare”, per il piccolo favore personale, anche l’incontro di Caltanissetta andrebbe bene, ma chi si avvicina, e non parlo solo di me, per valori, principi, le cose sono diverse, e quello che ho detto ,vorrei che fosse interpretato nella giusta misura, e valore.

Mentre noi stiamo criticando i grillini, ad esempio, questi si dimezzano gli stipendi, cosa che non fanno i deputati, a livello regionale, e nazionale: la gente vuole risposte vere, e non parole. Mentre Cesa fa la riunione con i Consiglieri Nazionali, la base si è totalmente scollata:questa è la realtà. Eppure, invece di fare una riunione aperta, un’Assemblea partecipata, in cui affrontare le problematiche, si cerca di recuperare l’irrecuperabile!
Fare politica con la “P” maiuscola ci indurrebbe a mettere in atto altro, non Comitati Regionali, che, magari, possono essere partecipati per altri motivi.

Se il Partito vuole recuperare deve agire diversamente, essere meno ambiguo, e parlare con la gente. Questo significa altro atteggiamento nei confronti della base, politica dei contenuti, in cui cultura, società, sud siano al centro, e non altro.


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