REGISTRO DEI TESTAMENTI BIOLOGICI, LA QUESTIONE RIMANDATA ALLA PROSSIMA AMMINISTRAZIONE

“Opportuno promuovere un dibattito ed approfondire le argomentazione ma credo che, data l’imminente scadenza elettorale, la questione debba essere affrontata dalla prossima amministrazione”. Questa la premessa fatta dal presidente della Prima commissione consiliare, Salvatore Fidone, venerdì mattina a Palazzo dell’Aquila. All’ordine del giorno la proposta commissariale n. 36 di gennaio 2013 circa l’istituzione presso gli uffici comunali del registro dei testamenti biologici. Un provvedimento che il presidente del Consiglio Pino Di Noia aveva posto all’ordine del giorno lo scorso 7 marzo ma che la pubblica assise decise di non discutere, scatenando a margine della seduta la ormai famosa lite all’interno del Pd tra i consiglieri Tumino e Massari.

La commissione ha comunque ascoltato la testimonianza del professore Luciano Di Natale, padre di Sara in stato vegetativo persistente dal 2006, tra i dodici promotori del Comitato che porta avanti la questione della dichiarazione anticipata di trattamento. 

“Molto importante che in una comunità democratica – spiega Di Natale – venga garantita la possibilità ad ogni cittadino che, in condizioni di lucidità mentale, esprima liberamente la propria scelta in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione”.

Adeguarsi alla normativa europea e ai principi costituzionali italiani, questa la richiesta del comitato che spinge il consiglio comunale ad approvare la delibera firmata dal Commissario straordinario Margherita Rizza.

“Adeguato l’iter intrapreso dalla commissione – sottolinea il consigliere Giorgio Massari – pronta ad ascoltare importanti testimonianze. Il nostro ruolo è politico ed abbiamo il dovere di valutare in profondità le ragioni di questo atto ed intraprendere un percorso operativo nel modo più opportuno”.

“Dobbiamo svincolare l’azione del consiglio comunale dalle valutazioni morali ed etiche – questa l’opinione dei consiglieri Enrico Platania e Peppe Tumino -. Si tratta di valutare se l’istituzione di questo registro sia utile per la città: questo il nostro dovere di consiglieri. Approvare la delibera commissariale deve prescindere dalle considerazioni personali circa l’accanimento terapeutico e l’eutanasia”. 

“Ritengo infatti che il documento proposto al consiglio debba essere modificato – continua Platania – nella parte in cui si citano solleciti ed inviti, pervenuti all’Amministrazione comunale, da parte di singoli cittadini e libere associazioni volti ad introdurre il riconoscimento formale del valore etico delle dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario. Non spetta al Consiglio infatti stabilire il valore etico della iniziativa bensì se questa rientri o meno nei servizi di utilità da garantire alla comunità”.

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