È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
AL PEGGIO (O AL MEGLIO) NON C’È MAI FINE
23 Mar 2013 14:49
Una volta si leggevano solo i giornali e la televisione era in bianco e nero. Chi leggeva di politica aveva davanti solo due colori: il bianco e il nero. Con il passare degli anni si è fatto strada il colore, quindi rosso, azzurro, verde, arancione e tutto lo spettro delle varie tonalità che riflettevano ogni minima variante della stessa colorazione di base.
Oggi siamo dominati dall’immagine e siamo sottoposti ad un bombardamento di volti e di espressioni che lasciano in noi tracce indelebili. Capita così che vedi in televisione uno, ti rendi conto, da come parla, che non è, certo della tua parrocchia, ma avverti qualcosa di diverso, ti rendi conto, in sostanza, che averlo ospite a pranzo o, in estate, nella casa al mare, non sarebbe poi una tragedia.
E’ come quando appariva Bertinotti in televisione: sapevi che ti avrebbe voluto appioppare la patrimoniale o avrebbe considerato eccessiva la pensione dei genitori, però ti affascinava lo stesso, sarà stato per la erre moscia, o per la giacca di cashmere che lo distinguevano dallo strillone che distribuiva l’Unità.
Prendi uno come Enrico Letta, ti dice le stesse cose che ti sbattono in faccia Bersani, Fassina o Vendola, ma, per come te le porge, quasi quasi ti viene da dargli ragione.
Non a caso il suo nome circola, nelle file del centro destra, come possibile opzione all’incaricato Bersani per quella trattativa che potrebbe portare al governo di grande coalizione che sarebbe gradito al Capo dello Stato.
Il nome esce fuori, naturalmente, dal sistema dei veti incrociati che, ormai, domina la politica italiana meglio del responso delle urne: è normale che, se Bersani pone un veto su tutto il PDL, non può suscitare critiche l’indicazione da parte di pidiellini e leghisti di un uomo come Letta, che, fra l’altro, non a caso, è, pur sempre, il numero due del partito. Non si va, quindi a pescare fra gli ultimi, per fare un affronto, ma fra i primi per venire incontro.
Enrico Letta, vicesegretario dei democratici, ex ministro dell’Industria e delle Politiche Comunitarie, uno che non è né giovane né vecchio, ragionamento che si fa in ambienti di Pdl e Lega, un cattolico, stimato dal Capo dello Stato, con un’esperienza di governo alle spalle, protagonista ideale dello scenario, per ampie fette del centrodestra.
Comprensibile l’avversione, malcelata, degli uomini vicini al sindaco di Firenze e rottamatore Matteo Renzi, o dei giovani turchi di Orfini e Fassina che non “impazzirebbero” nel vederlo premier, ma occorre pensare anche che non sarebbe sgradito, in primis, al Capo dello Stato o ad autorevoli esponenti come D’Alema.
In definitiva viene sempre fuori, torna a galla, la vecchia distinzione fra cattolici e comunisti, e fra questi ultimi l’area dei moderati con cui si può ragionare, che discende dai ‘miglioristi’ di amendoliana memoria, la corrente di cui era leader Napolitano e a cui appartennero Lama e Nilde Jotti, e la sinistra classica, nelle sue varie sfaccettature che ancora, nel 2013, in una ipotetica partita di roulette, riesce a centrare cavalli e carrè ma mai un pieno, se non altro per la soddisfazione di avere centrato l’obiettivo.
Senza dire che, considerata la situazione di stallo che, dati i tempi, non è per nulla rassicurante né produttiva, la grande coalizione potrebbe prefigurare la nascita di una forza nuova, di cattolici moderati con componenti di destra e sinistra consapevoli dei limiti incontrovertibili loro assegnati dagli elettori negli anni e da cui non sono riusciti, comunque, mai a svincolarsi nell’ottica di una possibile leadership partitica.
E queste alchimie politiche, questi giochi di fantapolitica che, tante volte, non sono neanche campati in area, potrebbero essere adottati localmente dove, talvolta, le situazioni di stallo risentono maggiormente di personalismi e di contrapposizioni che, nell’ambiente di paese incidono negativamente in maniera deleteria, a differenza dello scenario nazionale dove, bene o male, ci si confronta fra mentalità più aperte e di grande respiro.
Principe di Chitinnon
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