RACCOLTA FIRME SULL’EUTANASIA E IL RIFIUTO DEI TRATTAMENTI SANITARI

Portavoce e promotore dell’iniziativa è Carmelo Comisi ma occorre scendere in campo realizzando dei banchetti per raccogliere molte firme.

“Per far sì che la proposta di legge d’iniziativa popolare, avanzata dall’associazione Luca Coscioni, che vuole rendere possibile, anche in Italia, l’eutanasia e il rifiuto dei trattamenti sanitari, venga discussa in parlamento, abbiamo organizzato una raccolta firme. Dico abbiamo perché, non essendo capillarmente presente in tutta Italia, l’associazione Luca Coscioni si avvale di chiunque voglia spendersi affinché vengano fatti valere anche certi diritti di libertà, ed io lo voglio. Perciò a Vittoria è possibile firmare a sostegno di questa battaglia di civiltà; per farlo bisogna recarsi a “Palazzo Iacono”, nell’ufficio del Segretario Generale (dott. Paolo Reitano) e chiedere della signora Colombo Clara o della signora Giannitto Lina, abilitate alla raccolta delle firme.

Purtroppo, in questo modo, per la scomodità degli orari d’ufficio, non verranno raccolte molte firme. Bisognerebbe organizzare banchetti nelle piazze durante i weekend. Per farlo, occorre necessariamente, per autenticare le firme, qualcuno che sia notaio, giudice di pace, segretario della Procura, cancelliere, collaboratore delle cancellerie o primo dirigente del Tribunale, Sindaco della città in cui si tiene il banchetto, assessore, segretario comunale, funzionario o consigliere comunale. Ma nonostante i miei numerosi appelli, nessuno mi ha ancora risposto per comunicarmi la sua disponibilità, fosse anche per un paio d’ore e un giorno soltanto. Che siano tutti concordi col punto di vista della Chiesa?

Allora mi chiedo: perché la maggioranza degli italiani, quando è stato il momento di convalidare la legge sull’aborto, non ha tenuto conto delle indicazioni che dava la Santa Sede e non ha considerato sacra la vita umana prenatale, considerando quindi il commettere un omicidio un peccato meno grave rispetto a consentire un suicidio?

Certo, conoscendo la natura umana è facile intuire che, essendo l’aborto un problema che riguarda, o che potenzialmente può riguardare tutti, impedire tale pratiche è stata, giustamente, vista come una minaccia alle libertà individuali. Perciò tanti, tra i bravi e osservanti cattolici, hanno ben capito che, per essere buoni cattolici e andare in paradiso, non bisogna seguire tutti gli insegnamenti morali che danno gli organismi ufficiali della Chiesa, specialmente quando questi si scontrano con i loro interessi personali. Per essere un buon cattolico basta credere nella trinità, nella resurrezione, magari confessarsi ogni tanto e andare la domenica a messa. Non certo privarsi della libertà di poter prendere importanti decisioni personali”.

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