SICILIA, LA GIOSTRA DELLA FORMAZIONE

Non accenna a placarsi il turbinio di notizie sul comparto della formazione professionale in Sicilia, ormai tristemente presente sulla stampa con un inestricabile intreccio di fatti che attengono alla magistratura, ai diritti dei lavoratori e a quelle che dovrebbero essere le normali attività degli enti fi formazione che stentano a partire per le difficoltà burocratiche che il rinnovamento, tanto sbandierato ma anche atteso, rallenta in maniera determinante.

Il mondo della Formazione Professionale, in Sicilia, fu sottoposto a cambiamenti epocali dal Governo Lombardo che decise di abolire il finanziamento regionale, circa 200 milioni di euro all’anno, per affidarsi ad un sistema che si sarebbe avvalso dei fondi della Unione Europea.

Se prima i criteri ispiratori si basavano su un monte ore consolidato e su strategie tese a garantire il personale, quest’ultimo non rientrava certo nelle preoccupazioni dell’Unione Europea che impronta le sue politiche a criteri di efficienza e di produttività.

Lombardo, avvalendosi anche della professionalità nella materia di un esperto piemontese, Ludovico Albert, nominato Dirigente Generale della Formazione Professionale, tira dritto per la strada intrapresa e si avvale di previsti finanziamenti comunitari che rientrano nella programmazione del cosiddetto AVVISO 20, programmazione triennale 2012-2014 per cui sono richiesti circa 800 milioni, circa 280 milioni all’anno.

Naturalmente non sono tutte rose e fiori, perché il processo di trasformazione del sistema esige, naturalmente tempi lunghi.

In queste condizioni subentra alla guida del Governo Rosario Crocetta che, sin dall’inizio della sua attività dedica massima attenzione al settore della Formazione, anticipando altri cambiamenti epocali, sostituisce subito il Direttore Albert e, insieme all’Assessore Scilabra, dà vita ad un programma di netto rinnovamento che non più tardi di quattro mesi fa annunciava la fine dell’AVVISO 20 che veniva definito, senza mezzi termini una esperienza fallimentare. Con un occhio alla tutela dei numerosi lavoratori del settore, la Scilabra opera anche una netta revisione del processo di accreditamento dei singoli enti, che dovrà sottostare a criteri sensibilmente più severi, decretando, nel contempo, la revoca delle autorizzazioni, appunto l’accreditamento, per circa 235 strutture formative sparse nella regione.

Dopo mesi di estenuanti trattative, che si dipanavano fra le tutele per i lavoratori e le pretese degli enti di formazione, che facevano leva appunto sulla sorte dei lavoratori, alla fine è stata trovata l’intesa per avviare la riforma “Scilabra”, dal nome dell’Assessore.

Punti principali: 220 milioni per il finanziamento dei corsi (ma il governo si sarebbe detto pronto a integrare la cifra, in caso di necessità), apposite task force per accelerare il pagamento degli arretrati (a tal proposito i sindacati lamentano la lentezza degli apparati burocratici che non hanno consentito il rispetto del termine del 30 giugno fissato nell’accordo trilaterale per evasione del pagamento delle mensilità arretrate che ancora oggi scontano ritardi vergognosi mediamente di 8/10 mesi che consegnano circa 10mila famiglie alle porte dell’indigenza), garanzie di continuità lavorativa fino al 31 dicembre per gli addetti degli sportelli multifunzionali, e ancora norme di semplificazione dei procedimenti, introduzione di norme anticorruzione e anti-parentopoli.

 Per i sindacati si è trattato di un positivo risultato per una lunga vertenza condotta con tenacia, nel corso della quale il governo ha modificato i cardini della sua impostazione iniziale accettando innanzitutto di non accantonare l’avviso 20 e accogliendo la scelta di rifinanziare invece tutte le attività compatibili dello stesso avviso 20 con il Piano Giovani”.

Restano sul tappeto i guai giudiziari in cui sono coinvolti ex assessori, dirigenti regionali e dirigenti di enti di formazione per utilizzi non conformi dei fondi destinati alla formazione, ma sono cose che, ormai attengono solo al passato e alle aule giudiziarie, nella speranza che non ci siano riflessi e condizionamenti nel nuovo corso intrapreso dal settore grazie alla prima grande riforma del Governo Crocetta.

In tal senso c’è attesa  per un convegno, organizzato dall’ENFAP, che si terrà a Palermo, il prossimo 18 luglio, per la “Diffusione dei risultati dei progetti triennali relativi agli avvisi pubblici 1 e 2 del 2010”, occasione che servirà, grazie anche alla presenza di importanti rappresentanti dell’Amministrazione Regionale e del Governo siciliano, per fare il punto sulla situazione del settore.

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