INTERVISTA A MICHELA GIORDANI, FIORISTA

Oggi abbiamo scelto una professione per la quale come per un’artista si può dire che coniuga piccole-grandi qualità di una persona che si estrinsecano poi in un lavoo delicato, di attenzione , di fantasia. La protagonista è una fiorista e si chiama Michela Giordani. L’abbiamo intervistata.

Signora Giordani, in che cosa consiste essere una fioraia?

Mi chiami pure Michela. Essere fioraia è molte cose, non è solo un lavoro. E’ anche passione, fantasia, sensibilità, esprimere un aspetto artistico attraverso la natura.

In che senso, artistico?

Questo lavoro non significa solo mettere insieme i fiori o scegliere i fiori, ma dovrebbe trasmettere emozioni, un messaggio per chi riceve la composizione.

Si certo, se si vuole fare un regalo, ma se il cliente acquista i fiori per sé?

A maggior ragione bisogna porre attenzione alla richiesta, perché spesso il cliente arriva con idee preconcette. Cerco di consigliare, ma lascio comunque la massima libertà e accontento il cliente. Tutto questo dipende da cliente a cliente.

Quali sono gli errori più ricorrenti e banali nei quali incorrono i clienti che fanno da sé?

Massimamente nell’abbinamento dei colori.

Ma a volte il contrasto di colori può essere positivo, è come una dissonanza in un pezzo musicale, quindi? 

Vero, ma un conto è la dissonanza, l’altro è la stonatura, che banalizza, smorza o rende kitsch la composizione floreale. Ecco perché ho chiamato “Arcobaleno” la fioreria.

Se invece Le chiedono una composizione a tema?

Questo è uno degli aspetti più stimolanti del mio lavoro, quello che preferisco. Mi vengono richieste composizioni a tema per eventi, cerimonie o ricorrenze particolari e di solito mi lasciano mano libera, una volta determinato il tema. Nel corso degli anni si è instaurato un rapporto di fiducia, quindi ho la massima libertà espressiva, e questa fiducia stimola il mio estro artistico, permettendomi anche di osare, creando qualcosa di diverso ed originale.

Quale tipo di preparazione deve avere un fioraio?

Non sono previsti corsi specifici, ovviamente ci sono corsi obbligatori per chi gestisce un negozio.

Ma allora, Lei è autodidatta?

No, ho preferito prepararmi professionalmente ed ho voluto frequentare dei corsi. Essi mi sono serviti come base per imparare i principi dell’armonia dei colori, dell’equilibrio e la geometria delle forme, degli accostamenti e degli abbinamenti dei vari materiali.

9. Questa è una preparazione tecnica …     

Certo, è necessario avere una preparazione tecnica, il resto però lo fa la persona, con la propria fantasia, passione, voglia di fare. E’ importante sentirsi partecipi ad alcuni momenti della vita dei clienti che entrano nel negozio, affinando un aspetto psicologico di ascolto e di capacità di tradurre in pratica quanto richiede il cliente.

Riesce sempre ad esaudire le richieste?

Sempre è impossibile. La capacità di un bravo fiorista consiste anche nel proporre alternative, suggerire idee e dare una dimostrazione del risultato finale.

Quale è il cliente più difficile?

Quello che mette divieti è sempre il cliente che pone maggiori difficoltà al mio lavoro.

Può farmi un esempio?

Mi è capitato che non volessero il verde, il problema, infatti, è che, solitamente, i divieti riguardano proprio elementi base del mio lavoro.

Potrebbe illustrarmi un problema specifico che ha dovuto affrontare e come lo ha superato?

Ero stata incaricata dell’allestimento floreale di un matrimonio, ma la sposa, per ragioni personali, non voleva che fossero evidenziati i fiori. Ho risolto cercando di scoprire cosa potesse piacerle ed ho scoperto che amava il tulle, quindi usandolo in maniera appropriata ed armonica sono riuscita ad utilizzare questo materiale per lasciare meno in vista i fiori..

Può raccontare per i lettori di “RagusaOggi” un episodio che La ha particolarmente emozionata o divertita?

Il 21 settembre è l’anniversario dell’apertura della fioreria ed è anche la giornata della Pace. A Rovereto, sul colle di Miravalle, è collocata la campana “Maria Dolens” e si celebra quella data con uno scambio reciproco di rose bianche fra un gran numero di persone, senza parlare, accompagnato da una dolcissima musica. E’ stata per me l’occasione di poter vedere l’espressione felice e serena di chi riceve i fiori. In quel momento ho ricevuto come un dono gli sguardi di molte persone accomunate dalla stessa intensa emozione di ricevere un fiore, cosa che di solito non mi capita.

Adesso una contro-domanda. A Lei che composizione vorrebbe che Le venisse regalata?

Ho un sogno: un uomo che entra in negozio affermando di voler fare un regalo ricco di passione per una donna. Una composizione che, senza badare a spese, risulti unica. Un cliente che fa richieste precise e mi fa mille raccomandazioni di confezionare il tutto con amore. Con queste indicazioni cerco di fare il massimo per accontentarlo, pensando a questa donna così fortunata. Finito il mio lavoro, aspetto con ansia il responso del cliente ed arriva una frase inaspettata: questi fiori sono per Lei.

Per il giornale vorrei anche una piccola galleria fotografica, potrebbe preparare un bouquet mentre la fotografo?

Volentieri, preparo subito.

 

Dopo aver fatto le foto, finita la composizione, la signora Michela, con un sorriso, mi porge i fiori, dicendo che sono per me.

E’ stata una graditissima, profumata e inaspettata sorpresa.

 

 

 

 

 

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