IL GOVERNO INVESTE NELLA CULTURA

“ Terminata a Palazzo Chigi, dopo circa due ore, la riunione del Consiglio dei ministri che, fra l’altro, ha approvato il decreto per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo. Nel provvedimento, attenzione a Pompei, al Museo degli Uffizi, alle fondazioni lirico-sinfoniche, ma soprattutto a una visione della cultura come valore aggiunto del Paese, in grado di creare lavoro e attrarre investimenti, non solo turisti.

“Diamo lavoro a 500 giovani per la cultura” ha subito annunciato il presidente del Consiglio Enrico Letta al termine del Cdm a proposito di una delle misure del decreto legge sulla cultura: “E’ un’opportunità di lavoro offerta a 500 giovani per un periodo determinato di tempo sullo sviluppo della digitalizzazione e della catalogazione del patrimonio culturale del Paese”. In base al decreto, saranno selezionati 500 laureati under 35 per un tirocinio di 12 mesi. Il progetto pilota partirà nelle regioni Puglia, Campania, Calabria e Sicilia, con i primi 100 ragazzi.

 Al Ministero dei Beni culturali gli introiti della vendita dei biglietti e i proventi del merchandising relativi ai siti culturali, che con la Finanziaria del 2008 erano stati ridotti fino all’attuale 10-15%. “Questo aspetto  consentirà di tenere aperti i musei e di utilizzare al meglio le risorse..

I fondi per lo spettacolo non saranno più assegnati a pioggia sui diritti acquisiti, ma saranno distribuiti in relazione alle attività svolte e rendicontate. Ai fini della trasparenza sarà prevista un’anagrafe degli incarichi amministrativi e artistici degli enti di spettacolo. Il decreto prevede inoltre che il ministro possa nominare gli organismi collegiali necessari per decidere l’utilizzo delle risorse del ministero dei Beni Culturali. Infine, saranno più facili le donazioni alla cultura che, fino a 5 mila euro, potranno essere effettuate: senza oneri amministrativi a carico del privato, con la garanzia della destinazione indicata dal donatore e con la piena pubblicità delle donazioni ricevute e del loro impiego.
“Inversione di tendenza che il governo vuole dare di investimento nel campo della cultura – ha sottolineato Letta -. La cultura è il cuore del nostro Paese e la possibilità di attrarre investimenti è una delle nostre priorità”. Ci sono molti problemi nel campo della cultura, soprattutto sulla mancanza di fondi, ammette il presidente del Consiglio: “Abbiamo ritenuto necessario un intervento di largo impatto che desse alcuni messaggi molto forti: vogliamo investire sulla cultura e legare un legame tra giovani e cultura”.

Il dl sulla cultura, inoltre, contiene “un intervento complessivo” di salvataggio delle fondazioni lirico-sinfoniche, spiega ancora Letta in conferenza stampa, con la creazione di un fondo da 75 milioni di euro, che sarà gestito da un commissario straordinario e servirà a risanare le situazioni debitorie. “E’ importante che (le fondazioni, ndr) siano stabili e non abbiano l’acqua alla gola. Con questo provvedimento si crea una condizione che salva le fondazioni lirico-sinfoniche e dà loro una prospettiva di stabilità”. Novità anche sul fronte della governance delle fondazioni: sarà stabilito l’obbligo del pareggio di bilancio e l’applicazione delle norme del codice dei contratti pubblici. Verrà introdotto infine l’obbligo di cooperazione tra le fondazioni e di condivisione di programmi e spettacoli.

C’è poi un articolo per la “valorizzazione di Pompei” che dà una “grande risposta al mondo”, sottolinea Letta, visto che “abbiamo una responsabilità di rendere fruibile” il sito archeologico.

“Pompei rappresenterà il simbolo di quello che siamo capaci di fare, un esempio per lo sviluppo del Paese”, annuncia il ministro Bray, entrando nel dettaglio: “E’ stato deciso di creare l’Unità Grande Pompei per attività di coordinamento e migliorare l’accessibilità del sito. Ci sarà un direttore generale che garantirà il rispetto dei bandi e una sovrintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia”. Il direttore generale dovrà “definire le emergenze, assicurare lo svolgimento delle gare, migliorare la gestione del sito e delle spese”, sarà l’amministratore unico del nuovo organismo “Progetto Pompei”, che avrà il compito di definire i tempi di realizzazione degli interventi e potrà ricevere donazioni ed erogazioni liberali. Il direttore avrà il supporto di tecnici provenienti dall’amministrazione statale (massimo 20 persone) e di 5 esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale. La Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia sarà separata dal polo museale di Napoli e Caserta dove nascerà la nuova Soprintendenza speciale per i beni archeologici.

Oltre al sito di Pompei, il dl si occupa della Reggia di Caserta, del polo museale di Napoli e della Reggia borbonica: “Credo si possa dare un importantissimo messaggio intimamente legato con il Sud con la valorizzazione dei luoghi più importanti del nostro Mezzogiorno”, ha rimarcato Letta.

Nel dl sui beni culturali anche uno stanziamento da 14 milioni per interventi nei musei italiani, in particolare 8 milioni per il completamento dei nuovi Uffizi di Firenze e 4 milioni per la realizzazione del museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah a Ferrara. “Rappresenta un impegno importante che ci eravamo assunti” sottolinea Letta. 

Il decreto legge stabilisce che gli enti culturali vigilati dal Mibac e i teatri stabili pubblici non dovranno più effettuare i tagli orizzontali sulle spese relative a pubblicità e tournee, come previsto dalla spending review.

Torna a 90 milioni di euro, come auspicato dagli operatori del settore, la cifra del tax credit per il cinema. E, ispirato a quello per il cinema, sarà introdotto anche un tax credit sulla musica pari a 5 milioni di euro, per far fronte alla crisi del mercato e promuovere giovani artisti e compositori emergenti. Ne beneficeranno opere prime e opere seconde, senza distinzioni di genere.

Il presidente del Consiglio ha poi fatto un “appello al Parlamento: in sede di conversione di questo decreto, si apra alla discussione sulla partecipazione dei privati nello sviluppo della cultura. Siamo aperti con il Parlamento per valutare se possono essere introdotti elementi migliorativi”.

Da “La Repubblica”

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