È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL RAGUSA CALCIO NELLE MANI DEL SINDACO
27 Nov 2013 14:54
Mario Chiavola, Presidente dell’Associazione “Ragusa in Movimento”, dirama una nota per sollecitare le autorità e le forze imprenditoriali della città a fare quadrato per trovare una soluzione al difficile momento del Ragusa Calcio:
“Abbiamo aspettato pazientemente che la situazione si evolvesse. Siamo stati in silenzio auspicando da un momento all’altro un cambio di direzione. Purtroppo, però, questa fiducia, allo stato delle cose, sembra essere stata mal riposta. Per cui, a questo punto, c’è una sola strada da percorrere. Il presidente Nicola Savarese ne tragga le conseguenze e lasci il Ragusa nelle mani del sindaco”.
“Il Ragusa è un patrimonio di questo territorio, di questa gente, di questi tifosi – prosegue Chiavola – e non merita di trovarsi in tale condizione di incertezza. A questo punto, ritengo che non si possa non prendere atto del fallimento. Ritengo che non sia possibile andare avanti in questo modo con situazioni, venutesi a creare nel corso delle settimane, che hanno mortificato il buon nome di Ragusa oltre ad avere creato episodi che mai prima d’ora si erano verificati nella nostra città, con i calciatori costretti addirittura a mendicare un tozzo di pane.
Torniamo a ribadire che l’unico gesto che potrebbe restituire un minimo d’onore calcistico a questo momento è quello di affidare la società nelle mani del sindaco. Ci penserà poi il primo cittadino a trovare le soluzioni più adeguate per garantire la prosecuzione della stagione azzurra. Magari attraverso la convocazione di un tavolo tecnico che avrà l’Amministrazione comunale come garante alla presenza del Coni e delle forze imprenditoriali della città.
Ci siamo infilati in un tunnel. E sarebbe bene uscirne tutti assieme”.
Come sportivi è legittimo e naturale preoccuparsi per le sorti del glorioso sodalizio calcistico locale, ma si deve anche comprendere che, oltre alla crisi generale che investe anche il mondo del calcio, la città paga anni di gestioni scellerate da parte di dirigenze interessate solo a fare passarella senza realmente mettere mano al portafoglio che, nel caso di qualche dirigente, non era nemmeno tanto pieno.
Gestione dissennata o, addirittura, totale disinteresse per il vivaio, introiti pubblicitari gestiti in maniera dilettantistica, concepiti solo come fonte di contributi a fondo perduto e non come vendita reale di spazi pubblicitari, situazioni solo apparentemente floride dal punto di vista economico, salvo poi lasciare debiti per tasse e oneri previdenziali, quando addirittura non venivano pagati per intero nemmeno gli stessi cartelloni pubblicitari. La presidenza di Peppe Rimmaudo era riuscita, con serietà e affidabilità, a ridare dignità al calcio ragusano, ma occorre ammettere che, nonostante l’impegno, non c’è stata una risposta non solo in termini di collaborazione economica da parte di altri imprenditori ragusani, ma nemmeno da parte del pubblico che, come tradizione a Ragusa, si interessa di calcio solo quando le cose vanno bene e la temperatura al Selvaggio è ritenuta sopportabile. Il numero degli abbonamenti e quello dei biglietti venduti è la cartina al tornasole dell’interesse della città per la squadra di calcio.
Per cui ben venga l’appello di Chiavola, anche gradito l’intervento del Sindaco, ma non facciamoci troppe illusioni e guardiamo in faccia la realtà.
Il Sindaco, invece, di concerto con il delegato provinciale del CONI, dovrebbe farsi capofila per quel progetto, mai dimenticato, di una unica squadra che rappresenti la provincia, unica possibilità per ridare dignità al calcio nel nostro territorio, dove le altre realtà, Vittoria e Modica, non navigano in acque migliori.
L’impresa di dare vita ad un progetto simile non è delle più facili fra invidie, rivalità e campanilismi di vario genere, ma vale tentare perché chi, eventualmente, riuscisse a mettere in moto il progetto ne potrebbe ricavare ritorni d’immagine non indifferenti, anche in funzione politica.
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