PADUA DOUBLE FACE

 Se uno dei duecento spettatori che hanno assistito oggi all’incontro Padua Ragusa-Primavera Roma avesse lasciato il Campo della Costituzione alla fine del primo tempo, sarebbe andato via con la certezza della sicura vittoria dei padroni di casa. Al contrario, se questi fosse arrivato all’inizio del secondo tempo, non avrebbe avuto dubbi sulla superiorità della squadra ospite.

Questa apparente contraddizione si spiega con il fatto che a un tempo in cui i ragusani hanno dominato l’incontro, ne è seguito un altro in cui sono stati i romani a farla da padroni.

Purtroppo per il Padua, in serie B, e sarebbe il caso che gli uomini del duo Ferrara/Iacono iniziassero a rendersene conto, nessuno ti regala nulla, e non cogliere le opportunità che gli avversari ti concedono è un lusso che alla lunga si può pagare.

Oggi lo ha pagato il Padua che, dopo aver letteralmente dominato il primo tempo portando però a casa solo due mete, nel secondo ha subito il ritorno della Primavera che, a differenza dei ragusani, è riuscita ha concretizzare tutte le occasioni che le si sono presentate, vincendo così una partita che la lancia nei piani alti della classifica, mentre i paduini in settimana dovranno riflettere sulla loro incapacità di trasformare in punti il buon gioco che spesso mettono in mostra.

È proprio il Padua a partire forte, con un gioco aggressivo in difesa e spumeggiante in attacco. La mischia, finalmente, non arretra, le touche funzionano e i carrettini sono devastanti. Ed è proprio su una maul guidata dai giocatori biancazzurri che, all’11°, il pilone gialloblu Alessandro Barigia commette un fallo che gli costa un cartellino giallo. Non passa nemmeno un minuto e i padroni di casa approfittano della superiorità numerica per passare in vantaggio. Touche ragusana sui cinque metri, maul che entra nell’area di meta romana e Andrea Ferrara che schiaccia l’ovale. Peppe Iacono sbaglia la trasformazione. 5 a 0.

Il Padua c’è, si fa sentire e domina in tutte le zone del campo. Chi ha visto le precedenti partite si stropiccia gli occhi: sembra un’altra squadra. Ma a tanto dominio però non corrispondono punti: un passaggio in avanti involontario o un placcaggio avversario interrompono le azioni iblee sempre un attimo prima che i giocatori di casa possano arrivare in meta.

Sono invece i capitolini, al 17°, ad accorciare: fallo biancazzurro fischiato dal signor Ruta della sezione di Perugia, ottima la sua prova, e l’apertura romana Michele Riitano centra i pali da una quarantina di metri. 5 a 3 e nessuno in tribuna che sembra preoccuparsi perché a macinare gioco continua ad essere il Padua.

E infatti è un indemoniato Gabriele Calamaro, al 25°, al termine di una bella azione dei trequarti, a bucare la difesa avversaria e a tuffarsi in meta al centro dei pali. Capitan Iacono non può non trasformare. 12 a 3.

Se Calamaro è “indemoniato”, Peppe Iacono è ispirato. Sue sono le giocate migliori, con tanti “salti di uomo” che regolarmente mettono in difficoltà la difesa ospite.

Al 28° però un altro fallo ibleo permette a Riitano di accorciare ancora. 12 a 6 ma la partita è saldamente in mano al Padua.

Ma proprio allo scadere, un placcaggio in ritardo di Enoc Valenti costa all’ala iblea un cartellino giallo.

Al rientro in campo si vede subito che qualcosa è cambiato: la Primavera è come se adesso avesse una marcia in più, con i paduini che iniziano ad arrancare. C’è l’uomo in meno, è vero, ma si intuisce che non è questo a fare la differenza.

Ferrara e Iacono decidono allora di inserire un uomo fresco in mischia e al 44° chiedono a Paolo Bellio di lasciare ad Enrico Tirone, al rientro nel Padua dopo tre stagioni giocate a Terni.

La musica, purtroppo, non cambia e, anzi, al 47° i ragusani restano in 13 per l’espulsione temporanea di Stefano Iacono.

Con la doppia superiorità, e con la quinta già ingranata da tempo, per la Primavera è uno scherzo infilzare la difesa iblea. A farlo ci pensa, al 49°, l’estremo capitolino Luigi Martelletti, che parte dalla propria metà campo, si beve quei tre o quattro avversari che gli si fanno incontro e va a schiacciare al centro dei pali. Riitano centra l’acca. 12 a 16.

Poco dopo rientra Valenti e i due coach iblei richiamano Giorgio Carbonaro, Eugenio Lo Presti e Giuseppe Di Mauro per inserire Fabio Baglieri, Antonio Modica e Francesco Migliorisi.

Tutto sommato adesso la difesa ragusana, nonostante il perdurare della condizione di uomo in meno, regge bene ma sono i romani a stare avanti nel punteggio e dunque il solo difendersi non è sufficiente.

I paduini, è vero, di tanto in tanto ci provano a rendersi pericolosi, ma nei fatti non ci riescono più di tanto. Mancano le belle aperture del primo tempo di capitan Iacono, e manca quella grinta che avevamo visto ai quindici in maglia bianca nei primi quaranta minuti.

Al 68°, comunque, il piede del capitano riesce a portare a -1 la propria squadra.

Gli infreddoliti spettatori sperano che quella sia l’avvisaglia del possibile sorpasso. Invece, al 74°, due placcaggi sbagliati, permettono al guizzante Martelletti di andare nuovamente in meta. Con la successiva trasformazione di Riitano lo score si porta sul 15 a 23.

Qualunque altra squadra avrebbe a questo punto accusato il colpo e mollato. Non il Padua! Gli iblei non ci stanno a perdere a quel modo e si riversano in attacco con una rabbia agonistica finora a noi sconosciuta, costringendo i romani, per tutto il resto del tempo, a una strenua difesa all’interno dei loro 5 metri. E proprio a tempo scaduto Alessandro Bellina, entrato qualche minuto prima al posto di Calamaro riesce finalmente a perforare la difesa ospite. Peppe Iacono trasforma, fissando il punteggio sul 22 a 23.

Per i ragusani arriva così la settima sconfitta su otto partite, e si tratta di una sconfitta che fa male perché la squadra che oggi avevano di fronte era ampiamente alla propria portata.

Ma se le prossime loro partite saranno giocate così come hanno giocato nel primo tempo, possiamo stare tranquilli che per il Padua la salvezza arriverà senza troppo patemi.

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