VOGLIA DI TORNARE PROTAGONISTI

Conferenza stampa del dopo primarie PD a Ragusa, nella sede della Federazione Provinciale, convocata dal Segretario Giovanni Denaro, con la partecipazione degli eletti all’Assemblea Nazionale, Gigi Bellassai e Giulio Branchetti per l’area renziana, il senatore Gianni Battaglia per l’area Cuperlo.

Presenti anche il vicesegretario provinciale Mario D’Asta ed Emanuela Montemagno, quarta nella lista di appoggio a Renzi che, forse, subentrerà a Venerina Padua, oggi assente per motivi istituzionali, in quanto la senatrice di Scicli è componente di diritto dell’Assemblea nazionale.

Il segretario provinciale ha espresso il massimo compiacimento per il successo delle primarie che hanno costituito una lezione di democrazia, un momento di grande partecipazione che fa ben sperare per il futuro del partito che esce notevolmente rafforzato in termini di consenso e di immagine.

L’elevato numero di votanti, oltre 7.500, la stragrande maggioranza dei quali non erano iscritti al PD, ha costituito una buona medicina per sgombrare il campo dalle diatribe interne del passato.

Sul voto dei non iscritti, Denaro ha voluto anche minimizzare le polemiche sorte intorno alla diversa interpretazione dei regolamenti, considerando inutili le considerazioni sulla opportunità di applicare le norme dello Statuto, risalente al 2007, oppure quelle del regolamento delle primarie aperte, ma la questione rientra nel più ampio contesto della nuova forma di partito moderno che piroetta sulle norme regolamentari secondo opportunità del momento e delle parti in causa.

Non a caso, salomonicamente, a proposito delle divergenze di vedute, sorte durante le votazioni di domenica, sul diritto al voto di esponenti di altri partiti Denaro se ne è uscito dicendo che si trattava solo di un questione dio opportunità politica, su cui tutti avevano ragione, anche ammettendo che, in altre parti d’Italia, hanno votato esponenti di altre formazioni politiche, come anche a Vittoria, dove hanno votato iscritti di SEL.

Gigi Bellassai ha esaltato la grande partecipazione degli esterni al partito, giustificando la stanchezza degli iscritti per le tante diatribe interne.

Grande protagonista dell’incontro con i giornalisti è stato il senatore Battaglia che ha disquisito a tutto campo, con la vena dialettica del politico vissuto, su diversi aspetti delle primarie e dei risultati.

Fondamentalmente critico sulle primarie, come strumento di selezione della classe dirigente, non ha condiviso i criteri che escludono a priori meriti, competenze e qualità e durata della militanza politica, considerando azzardato affidarsi all’estemporaneità di una occasione in cui si rischia di scegliere solo il più popolare.

Le primarie hanno senso per il capo di una coalizione, quando sono i diversi appartenenti a dovere scegliere un esponente, il segretario dovrebbe essere scelto dagli iscritti, anche per dare un senso alla militanza.

Altra critica è stata rivolta alle nuove forme del congresso che non costituisce una occasione per conoscere i candidati ma si concretizza solo in un mero seggio elettorale.

Di opinione del tutto diversa gli altri del PD convenuti all’incontro, che per bocca di Gigi Bellassai hanno ribadito l’importanza delle primarie aperte che, non a caso, hanno costituito uno spartiacque nella storia del partito, anche considerando che molti degli elettori non iscritti costituiscono già un importante serbatoio di potenziali adesioni al PD, elemento fortemente curativo dei problemi di inclusione di cui hanno sempre sofferto i democratici.

La contrapposizione dialettica fra Battaglia e Bellassai rappresentava, in conferenza stampa, la diversità generazionale e di visione del partito i cui esiti possono determinarne un futuro più promettente, in una direzione o in un’altra, ma, comunque, senza polemiche e contrasti interni che, una volta per sempre, a livello locale, regionale e nazionale, dovrebbero essere messi da parte.

In chiusura il segretario provinciale ha avuto modo di esprimere il suo consenso dato all’area Renzi, che ha dichiarato, simpaticamente e indirettamente, sentendosi organico alla grande maggioranza della sua città che si è espressa a favore del sindaco di Firenze.

Confortante per il futuro l’aplomb mantenuto quando si voleva far scivolare la discussione sulle ultime adesioni all’area Renzi, spostamenti, quelli, per esempio, di Ragusa e di Vittoria, che il segretario ha voluto interpretare come segnali di scelta ponderata e attenta, fatta solo alla fine per osservare il dibattito e non caratterizzare posizioni all’interno dei circoli.

In ogni caso, si è detto certo che Renzi sarà il segretario di tutti e questo impone anche a lui stesso, nella qualità di responsabile provinciale, un attento lavoro di ricucitura che va fatto in tempi celeri per il bene del partito, perché c’è voglia di tornare alla grande protagonisti, anche sui giornali, non per discussioni e polemiche ma per una sana attività politica.

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