NUOVE TRIVELLAZIONI PETROLIFERE NELLO SCICLITANO

“Il patrimonio artistico e paesaggistico della nostra terra va salvaguardato. Per questo ho presentato una interrogazione al Governo per sapere in che modo intende intervenire per arginare gli effetti devastanti che la proliferazione delle attività estrattive a terra e “off-shore” rischia di produrre sul crescente “sviluppo integrato” dell’economia turistico-culturale della zona iblea e del Sud-Rst della Sicilia. Non possiamo più stare a guardare”. E’ quanto asserisce la senatrice del Partito Democratico, Venera Padua, che ha formalizzato in queste ore una interrogazione a risposta orale al ministro dell’Ambiente, al ministro per i Beni e le attività culturali e al ministro dello Sviluppo economico.

“Stiamo parlando di un’area – spiega Padua nell’atto ispettivo – che nel corso degli anni ha registrato ripetuti riconoscimenti dall’Unesco con specifico riferimento al valore del sistema locale come punto di forza per l’attuazione di strategie di sviluppo integrato già messe in atto in tutto il territorio interessato e meta di un numero sempre crescente di flussi turistici internazionali. Non è possibile che in questo stesso territorio, pur esistendo da tempo impianti di sfruttamento di giacimenti di idrocarburi quali il pozzo “Irminio” della Irminio srl, società di investitori stranieri che sfrutta nell’area iblea i giacimenti ex Agip, proprio a ridosso del fiume omonimo, la stessa società si appresti ad espandere nuove installazioni permanenti di basi petrolifere, con l’approvazione della Regione Sicilia, attraverso l’istanza di perforazione denominata Scicli che ricadrebbe interamente sul territorio comunale sciclitano”. Ci sono anche alcune considerazioni di carattere pratico che vanno fatte con riferimento alla zona in questione. “Considerata – aggiunge la senatrice Padua – l’alta permeabilità per fessurazione e la presenza di fenomeni carsici, un inquinante, se sufficientemente veicolato, può raggiungere la falda in poche ore lungo gli alvei e in qualche giorno dalla sommità dei rilievi. Le sostanze nocive, una volta giunte in falda, si diffondono velocemente pervenendo rapidamente ai punti di sfruttamento, sorgenti o pozzi posti più a valle, facendo riscontrare un inquinamento caratterizzato da picchi marcati. E poi non vanno sottovalutate le importanti risorse agricole della vallata dell’Irminio nella quale insistono diverse grandi aziende zootecniche da latte che utilizzano l’acqua di falda, presente ad una profondità di venti metri, per l’irrigazione di foraggi quali il mais, il sorgo e diverse foraggere leguminose”. Padua rileva che il “territorio di Scicli e dell’area Sudest siciliana è ricco di monumenti, di beni artistici, archeologici, paesaggistici di grande importanza individuati dalla Comunità europea come siti d’importanza comunitaria e zona di protezione speciale” e che “la valle dell’Irminio è costituita dalla foce del fiume omonima e dalla riserva naturale regionale, ricche di specie vegetali e animali. Ritengo che per tutti questi motivi – continua la senatrice – l’estensione dell’attività di sfruttamento non sia comprensibile e chiedo al Governo di verificare che cosa stia accadendo sul territorio sciclitano in particolare e nell’area iblea più in generale”. 

 

 

 

 

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