GIUSEPPE VERDI: L’ AIDA IN CHIAVE POP

 

Debutta mercoledì 19 febbraio (ore 21.00) al Teatro Biondo Stabile di Palermo l’Aida queer di Roberta Torre. Una rivisitazione in chiave pop dell’opera di Verdi che la stessa regista ha scritto insieme a Igor Esposito, con le musiche di  Massimiliano Pace, le scene di Roberto Crea e i costumi di Dora Argento.

Affidando i ruoli principali, compresi quelli della principessa etiope Aida e della figlia del re d’Egitto Amneris, a due uomini Roberta Torre stravolge il complesso gioco di relazioni e gelosie dell’opera, puntando a una metafora della dissoluzione contemporanea.

Nei panni di Aida è Ernesto Tomasini, performer e sopranista eccentrico e molto amato negli ambienti del teatro off londinese;  al suo fianco recitano, cantano e danzano Massimo Vinti (Amneris), Rocco Castrocielo (Radames), Salvatore D’Onofrio (Narratore/Domatore), Silvia Ajelli, Aurora Falcone, Giuditta Jesus

Spiega la regista: «Ho pensato a questa Aida come a un viaggio dove si mescolano prosa e canzoni, in cui trovano posto le parole, il musical, la chanson, la fiaba. Tutti insieme ci portano al grande circo dell’Aldilà. C’è in questa mia Aida l’attualità di una civiltà che sta crollando a pezzi, dove riecheggiano solo brandelli dei fasti verdiani. È quello che ci troviamo a vivere oggi in Italia».

«In questa Aida contemporanea ognuno si aggrappa a ciò che può per non essere travolto: Radamès alla sua lingua immaginaria, gramelot che mescola echi di poemi cavallereschi e turpiloquio, Amneris al suo incedere incerto e fragile di esemplare umano sempre sul punto di cedere, Aida al circo che si porta dentro, pieno di scheletri nell’armadio e clown crudeli, il Domatore alle bestie Dissidenti, Volpi egiziane di uno Stato dissoluto, eco di una grandezza da tempo tramutata nella menzogna e nella volontà di potere».

Lo spettacolo resta in scena al Teatro Biondo di Palermo fino al 2 marzo.

 

 

 

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