DONNE E POLIZIA: LA POLIZIA DI STATO IN DIFESA DELLE DONNE

La Polizia di Stato è stata e sarà sempre in difesa delle donne e di tutte le vittime di reato, anche in considerazione della storia della stessa Polizia Femminile elemento che ha sempre fatto distinguere la Polizia di Stato dal resto delle Forze dell’Ordine.

Il Corpo di Polizia femminile, fu un Corpo di Polizia italiano, istituito nel dicembre 1959, composto da personale femminile e dedicato a tematiche delicate e di grande rilievo morale, come la protezione della donna e la tutela dei minori. Dipendeva dall’Amministrazione della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, ma non era inserito in un ordinamento militare, allora vigente per la polizia.

Il corpo, “parallelo” alla polizia “tradizionale”, quella del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, entrò in funzione il 1º marzo 1961. Aveva anche la funzione pratica di supportare questa per alcuni compiti che non era possibile affidare agli uomini, come ad esempio la perquisizione corporale delle donne. Con l’approvazione nel 1958 della cosiddetta Legge Merlin che regolava la materia della prostituzione, contribuì ad un incremento delle competenze e delle esigenze di organico, rendendo il Corpo femminile di ancor più immediata utilità. L’addestramento avveniva presso la Scuola di formazione per la Polizia femminile di Roma.

Le appartenenti del corpo, ufficiali di polizia giudiziaria, venivano utilizzate quasi esclusivamente all’interno della Squadra Mobile Sezione “buon costume” delle Questure, per il contrasto dei reati contro la moralità pubblica, i minori e reati a sfondo sessuale, ma anche per la tutela del lavoro minorile e femminile. Apposite sezioni di polizia femminile furono istituite presso ogni procura della Repubblica

Fu soppresso con la legge n. 121 del 1º aprile 1981 e il personale integrato nella Polizia di Stato con parità di funzioni e possibilità di carriera.

Dalla storia ad oggi il passo è breve il percorso della Polizia di Stato a tutela delle donne è inarrestabile. In particolar modo, negli ultimi anni, l’organizzazione della Polizia ha coinvolto diversi uffici della Questura impegnati a far fronte a tutte le esigenze della donna sia di tipo investigativo che assistenziale, mediante una vera e propria rete con i centri antiviolenza.

Oggi non tutti sanno che la Polizia di Stato è tra le poche al mondo ad avere uno strumento di soccorso dedicato a chi subisce vessazioni, questo è L’OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contri gli atti discriminatori) inserito nella Direzione Centrale della Polizia Criminale. Si può raggiungere l’OSCAD direttamente dal sito internet WWW.POLIZIADISTATO.IT per segnalare violenze subite in quanto discriminatorie per origini etniche, razziali, di genere, ideologiche, religione, orientamento sessuale, disabilità, età e lingua.

L’OSCAD è uno strumento operativo accessibile tramite web per le segnalazioni di stalking, percosse, lesioni familiari e non, inoltre offre un sistema di monitoraggio di questi fenomeni così da approntare i migliori sistemi di contrasto per le Forze di Polizia.

I Poliziotti ricevono anche una formazione dedicata a questi fenomeni di violenza ed in particolare di quella nei confronti delle donne, difatti con il progetto della Direzione Centrale Polizia Criminale “Open minds project” le donne e gli uomini della Polizia di Stato vengono formati, in collaborazione con la facoltà di medicina e psicologia dell’Università La Sapienza di Roma per gestire sin dai primi attimi questi tipi di violenze, acquisendo una maggiore consapevolezza e sensibilità sul fenomeno della violenza in danno delle donne. Gli operatori di Polizia ricevono così quegli insegnamenti di tipo psicologico non tralasciando l’aspetto prettamente operativo, imparando a compiere i primi “gesti” per proteggere le vittime. Questo tipo di formazione i Poliziotti possono riceverla anche a distanza mediante internet in e-learning.

La violenza sulle donne nel 2012 ha registrato su scala nazionale che 8 su 10 sono state uccise da un uomo, la metà di queste violenze è avvenuta in casa. Una su 10 ha subito violenza nei luoghi di lavoro. In media hanno 40 anni, ma sta crescendo il numero delle adolescenti vittime di violenza. Sempre nel 2012 sono state uccise 160 donne, 111 le ha ammazzate un familiare, in più di 7 casi su 10 l’assassino era il compagno o un ex (dati rivista Polizia Moderna).

Elemento di fondamentale importanza sul territorio della Provincia di Ragusa è quello messo in atto dalla Squadra Mobile, articolazione investigativa della Polizia di Stato che ha deciso di rafforzare la “rete” con tutti i centri antiviolenza, da  ultimo con un incontro tenutosi subito dopo l’entrata in vigore del decreto sul contrasto della violenza di genere cosiddetto “femminicidio”.

La Squadra Mobile ha tra le varie sezione, la III^, specializzata in reati contro la persona, violenza sessuale e reati ai danni di minori. Qui, donne e uomini della Polizia di Stato si prendono cura dei casi più delicati, delle vicende più gravi, dall’omicidio alla violenza sessuale, dallo stalking alle lesioni, dalla pedofilia alle “semplici” percosse.

E’ questa sezione il primo front office per le donne che arrivano a denunciare le vessazioni che subiscono e per le quali chiedono di essere difese. “Si è vincenti solo quando c’è gioco di squadra, ossia se si “fa rete” con i centri antiviolenza presenti sul territorio e con il pool di magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa che dispone provvedimenti cautelativi riferiti al nostro lavoro, alle nostre indagini”.

“A Ragusa c’è un’intesa perfetta, tra la Polizia di Stato, la Procura, il Pronto Soccorso (codice rosa) ed i centri antiviolenza, elemento vincente che permette una celerità di risoluzione del problema ed un’assistenza a 360° delle vittime”.

“Ormai esiste una sorta di decalogo (in fase di stampa per tutti gli operatori di Polizia) che indica per punti, i passi che un poliziotto deve compiere nell’affrontare una lite violenta in famiglia ed altre tipologie che prevedono aggressività nei confronti delle donne. Un modus operandi che parte dalle informazioni preventive che l’equipaggio della volante conosce ancor prima di arrivare sul posto, se per esempio ci sono già state altre liti, ossia una recidiva nella violenza; poi appena raggiunte le persone come metterle in sicurezza, separandole in ambienti diversi della casa con un occhio di maggior riguardo per i bambini acquisire; dove già esista una documentazione sanitaria di lesioni per episodi precedenti, cercare testimonianze e fotografare, anche con il proprio cellulare, le lesioni esterne corporee e gli eventuali danneggiamenti alle cose”.

“Da due anni ormai, la Polizia di Ragusa ha realizzato un “sistema” per cui tutte le denunce relative ai cosiddetti “reati sentinella” (percosse, lesioni o stalking),  rilevate dalle Volanti sul territorio così come dal personale dell’Ufficio Denunce, transitano immediatamente, anche in tempo di notte alla Sezione specializzata della Squadra Mobile che inizia sin da subito ad “ascoltare” le vittime ed a suggerire i centri antiviolenza sul territorio per un’assistenza di tipo psicologico. È fondamentale per un investigatore cogliere questi segni rivelatori di violenza domestica che analizzati secondo specifici parametri permette di individuare qual è il problema della vittima così da intraprendere un percorso condiviso.

Più sicurezza per tutte le donne, la Polizia adesso ha ulteriori strumenti dopo le “Disposizioni normative in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere del 15.10.2013”.

  1. Arresto obbligatorio in flagranza per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e per atti persecutori.
  2. Allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. La Polizia Giudiziaria ha facoltà di disporre l’allontanamento urgente dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa nei confronti di chi è colto nella flagranza dei delitti di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Ove sussistano fondati motivi di ritenere che le condotte criminose possano essere reiterate ponendo in grave ed attuale pericolo di vita l’integrità fisica o psichica della persona offesa. L’allontanamento ad opera della Polizia Giudiziaria è sempre autorizzato dalla Procura della Repubblica. .
  3. Minaccia ed atti persecutori: la pena è stata aumentata nel massimo da 4 a 5 anni ed il reato è aggravato “se commesso dal coniuge, anche separato o divorziato o da persona che è, o è stata legata da relazione affettiva. Il delitto di atti persecutori è perseguibile a querela, che può essere presentata entro 6 mesi dall’ultimo episodio di violenza. La remissione della querela può essere effettuata solamente in sede processuale e non, per fatti particolarmente gravi.
  4. La violenza sessuale è aggravata: “se la vittima è minore degli anni 18 e non più degli anni 16” o “nei confronti di donna in stato di gravidanza” o “nei confronti di persona della quale il colpevole sia il coniuge, anche separato o divorziato o comunque è stato legato da relazione affettiva”.
  5. Tra le aggravanti comuni è stata inserita: “se commesso in presenza o in danno di un minore degli anni 18” ovvero “in danno di persona in stato di gravidanza”.
  6. L’allontanamento dalla casa familiare: “qualora si proceda per maltrattamenti in famiglia, atti persecutori o lesioni personali ed il reato è commesso ai danni di un prossimo congiunto o del convivente, la misura può essere disposta anche al di fuori dei limiti di pena previsti e con l’applicazione del braccialetto elettronico.
  7. Informazioni alle vittime. La Polizia Giudiziaria deve informare le vittime di poter rivolgersi ai centri antiviolenza presenti sul territorio .

PROVVEDIMENTI DEL QUESTORE

Nel 2009 è stato introdotto l’ammonimento del Questore ed altre misure a sostegno delle vittime di atti persecutori.

L’art. 8 della legge 38/2009 prevede che fino a quando non è stata proposta querela, la persona offesa può esporre i fatti al Questore con richiesta di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta.

Il Questore, assunte le necessarie informazioni, se ritiene fondata la richiesta, provvede all’ammonizione dello stalker, nei cui confronti è stato richiesto il provvedimento, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge e di questo redige processo verbale. Il Questore inoltre adotta i provvedimenti necessari in materia di armi e munizioni.

Dal 2013 anche se il Questore riceve notizia in forma anonima, dopo i necessari accertamenti ed in assenza di querela può procedere comunque all’ammonimento dell’autore del fatto reato.

Il Questore inoltre può chiedere al Prefetto del luogo di residenza del destinatario del provvedimento la sospensione della patente di guida per un periodo da uno a tre mesi.

Importante novità legislativa è l’inserimento dell’obbligo per il Questore di informare  colui che è stato colpito dall’ammonimento di poter rivolgersi ai servizi sociali e sanitari disponibili sul territorio, finalizzati ad intervenire nei confronti degli autori di violenza domestica.

L’ATTIVITA’ DELLA POLIZIA DI STATO

 

Di seguito vengono riportate le attività compiute dalla Squadra Mobile in materia di reati contro la persona e stalking dal 01.01.2011 – AL 07.03.2014 e gli ammonimenti del Questore:

 

AMMONIMENTI DEL QUESTORE DI RAGUSA

2011

2012

2013

2014

6

0

2

3

 

 

VIOLENZA SESSUALE 609 bis C.P.

 

2011

2012

2013

2014

ACATE

1

0

1

0

CHIARAMONTE

1

0

0

0

COMISO

0

1

2

0

GIARRATANA

0

0

0

0

ISPICA

3

0

0

0

MODICA

4

1

2

0

MONTEROSSO

0

0

2

0

POZZALLO

1

0

0

0

RAGUSA

18

5

0

0

SANTA CROCE

0

1

3

0

SCICLI

0

0

0

0

VITTORIA

8

4

0

0

TOTALE

36

13

 

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