..AL COMUNE MEZZO GAUDIO?

Certo che leggendo i giornali degli ultimi mesi, soprattutto quelli on line dove ancora esiste un minimo di pluralità di informazione, il lettore medio è un po’ stufo, stanco, addirittura esausto, soprattutto per i pesanti richiami a norme, leggi, decreti, sentenze che alcuni esponenti delle varie forze di minoranza ( ad onor del vero alcuni più di altri ) sbattono in prima pagina tentando così di avere possibilità di ascolto da parte di una maggioranza ritenuta improvvida, che nella sua forza schiacciante ( piovuta dal cielo ) è cieca, muta, sorda ad ogni tipo di stimolo esterno rispetto al cerchio magico. Allora può capitare che come ad Alice nel paese delle meraviglie, chiudendo gli occhi, le cose appaiano in maniera originale, fantasiosa… , che poi tanto lontano dalla realtà non è…

Puntata numero 1
PROLOGO

C’era una volta, nel novello regno delle cinque stelle cadenti, un principino che tutti i sudditi ritenevano buono, buonissimo, così buono che si faceva prendere per i fondelli un po’ da tutti i suoi collaboratori, ma non perché fosse davvero fesso, quanto perché ancora era stato incoronato da poco ( dopo un’epica battaglia contro il re malvagio ed i suoi lord alfieri ) quindi necessitava di un po’ di tempo. Per onor di cronaca il principe fu corretto con il suo popolo, egli disse ai sudditi di essere incompetente già durante la campagna militare, quando si portò dietro l’imperatore Vaffanburro mostrandolo alla pubblica piazza per accrescere il consenso, ma i sudditi non capirono la reale portata delle sue affermazioni ed al grido di “PARTECIPIAMO” lo portarono a spalla per tutta la “ CITTA’ “. Tutti a casa, tutti a casa!

Sembrava che il male fosse stato sconfitto definitivamente su quelle lande popolose di bovini, case sfitte e case chiuse, un idillio, un’utopia realizzata.
La gente sorrideva dall’alba al tramonto , aumentarono le nascite e diminuirono le morti e ritornò persino a scorrere l’acqua dai ruscelli domestici, anche se non per merito del principe, ma tant’è che questo principe imparava a mettere il cappello su quasi ogni cosa che gli si parava a tiro.

Ma ben presto iniziarono a mostrarsi le prime difficoltà, la pianificazione della stagione panem et circenses estiva ed invernale, il difficile rapporto con i cortigiani di palazzo che si mostravano riottosi nei confronti di questo principe irrispettoso ed irridente che iniziava a mostrarsi perfido e crudele, la sistemazione del canile reale, delle carrozze per il trasporto dei giovani apprendisti, la pianificazione di bandi, selezioni, nomine, proroghe, consulenze, il volgo che chiedeva sostegno, l’editto su Ibla, la verifica della tesoreria… un marasma.. povero re..

Per fortuna aveva con se una squadra di alfieri senza pari, scelti per le loro ineguagliabili capacità acclamate da decenni di dura battaglia e per gli incredibili risultati raggiunti, primo su tutti il lord maestro del conio che appariva addirittura più importante dello stesso primo cavaliere e al pari dello stesso re, ma vi erano anche il capitano della guardia reale che doveva tenere a bada la popolazione più disagiata, il Druido di corte che doveva occuparsi di trarre dalla magia della natura il massimo profitto, il menestrello che si occupasse dello svago ed infine l’architetto di corte.

Ma i lord che sostenevano il precedente sovrano, il re malvagio, leccate le ferite tornarono alla carica, stavolta evitando di commettere gli errori del passato, puntando più che sullo scontro frontale, denigrazione o irrisione o sottovalutazione, sulla schermaglia , sull’informazione e sulla legittimità.

Dieci erano i cavalieri insigniti del sacro compito di proteggere, informare, sobillare la popolazione e contrastare il falso re.
Ognuno aveva il suo compito.

C’era chi si occupava principalmente di recuperare nel “TERRITORIO” le truppe disgregate dalla sconfitta ancora cocente, soprattutto il lord delle terre di mare.

C’era chi combatteva in primo luogo Per Dare Libera terra su cui costruire case e botteghe, c’era chi combatteva contro i mulini a vento, distinguendosi per l’inefficacia delle Proprie Dimostrazioni, chi talvolta si imboscava alla ricerca di migliori spazi per il Domani, o magari di nuove Idee o di un nuovo sentimento Civico o chi per non sbagliare stava nel mucchio, nel Misto che un colpo al cerchio ed uno alla botte non fa mai male, o chi portava il Megafono senza in realtà utilizzarlo granchè.

Ma costoro talvolta, uni più di altri, con consapevolezza e sprezzo del pericolo, si recavano con gli eserciti sotto il mastio del castello e mandavano il loro campione a gettare il guanto di sfida che mai veniva raccolto in realtà.

il Re non chiamava alle armi contro gli assedianti.
Alle provocazioni talvolta rispondevano gli Alfieri che mai schieravano però l’esrcito sul campo di battaglia e quasi sempre da dietro le merlature piovevano rade grandinate di frecce spuntate, che sibilavano con il suono delle voci confuse e nervose dei dignitari ,che insultavano e inveivano contro il campione, osannando il sovrano da cui dipendeva ogni loro sorte, onore e gloria o miseria e infamia.

Singolar tenzoni, colpi di scena e di imboscate, invidie, gelosie, tradimenti ed amor cortese, nulla manca in questo racconto epico. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere il male? Lo vedremo nella prossima puntata.

 

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