È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
COS’E’ LA DESTRA? COS’E’ LA SINISTRA?
11 Mar 2014 23:16
Quante volte vi è capitato di perdervi in infiniti discernimenti sulla politica?
Sei di destra? Sei di sinistra? Sei di destra se … e, viceversa, sei di sinistra se ….
Un’illusione allegorica, come cantava il buon vecchio Gaber.
Come se essere di sinistra fosse semplicemente quantificabile nella perseveranza di una vecchia retorica o la mancanza di retorica fosse prerogativa di destra, come canta Gaber.
Un’illusione allegorica che, purtroppo, diventa sempre meno illusoria, soprattutto nell’epoca delle grandi alleanze, della spettacolarizzazione della politica, nella massificazione delle mancate ideologie. Diventa sempre più illusorio confrontarsi, scegliere una parte, aderire a una ideologia. Anzi, sempre più spesso si asseconda la teoria per cui “ormai” le ideologie sono scomparse. Ma cos’è realmente un’ideologia?
Cosa significa, o significherebbe, essere di destra o di sinistra? Appoggiare Berlusconi era di destra o di sinistra? E adesso, sostenere o contrastare Renzi, è di destra o di sinistra? Il Movimento 5 stelle è di destra o di sinistra?
In questo ingarbugliato panorama politico, pare che gli unici fedeli alle ideologie, seppur argutamente createsi ad hoc, siano rimasti gli adepti della Lega. E, anche qui, gli excursus e le vicissitudini li hanno smentiti. Quantomeno, continuano fedeli a sostenere la loro retorica di creazione di un nemico da combattere (dai migranti del sud Italia si è passati a quelli del nord Africa).
Sembra un quesito banale e acerbo, lontano dalle tante vicissitudini che ci troviamo a vivere in questi tempi di crisi, difficoltà, disoccupazione endemica e slealtà. Viviamo tempi in cui la politica appare sempre più segregata alle discussioni di palazzo e sempre più lontana dalle realtà quotidiane e, in ciò, gli aspiranti politicanti hanno, sicuramente, raggiunto quello che, tanto a destra quanto a sinistra, anche se ormai si parla solo di centro-destra e centro-sinistra, auspicavano dai tempi di Craxi e la P2: ci hanno abituato a non distinguerli e a non distinguere.
Ci hanno abituato alla rassegnazione e alla mancata presa di responsabilità. Ci hanno abituato a essere “politici” solo nel momento di espressione di un voto, ma cos’è la politica, che tu sia di destra o di sinistra, se non la scelta quotidiana su qualsivoglia cosa tu faccia?
Gli asili, le scuole, la sanità pubblica o privata, la regolamentazione contrattuale, la difesa dello stato sociale, la tutela delle forze dell’ordine o dei diritti all’integrazione dei migranti, la chiusura o apertura delle frontiere, l’euro o l’anti europeismo, non costituiscono forse scelte di ideologia?
Mi è capitato di intervistare un numero indeterminato di giovani, quasi tutti iscritti all’università e, presumibilmente, quasi tutti coscienti che la politica non è solo quella che si espleta alla Camera o al Senato. Presumibilmente appunto, perché per tutti la politica è solo quella delle leggi, degli accordi tra partiti e degli intrighi.
Nessuno o, quantomeno un numero sempre più minimo di personalità, si chiede più se la scelta che opera rispetto il sostegno a una persona o un partito abbia una valenza ideologica. Sempre meno ci rendiamo conto di quanto ci manipolano e di quanto riescano a far sfumare le poche credenze ideologiche su cui credevamo di contare. Pochi esempi bastano a chiarire l’idea: quanti antiberlusconiani efferati avete conosciuto che non si pongono il minimo problema a incrementare gli introiti di Medusa o dell’Uci cinema, così come della Mondadori, tutte proprietà del Cavaliere. E, ugualmente, quanti sinistroidi convinti si lanciano nella più ferrea difesa della meritocrazia e dello stato sociale per poi finire in scuole private o assecondare raccomandazioni perché tanto “il sistema funziona così e tu da solo non puoi cambiarlo?”
Una unica condizione resta impervia in questo annoso sistema Italia, e già Montanelli ne parlava nel 1976, l’italiano resta un ipocrita e un opportunista. Ora come allora assecondare la mancanza di ideologia è parsa cosa conveniente, tanto a destra quanto a sinistra.
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