È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA POLIZIA GIUDIZIARIA ARRESTA SCAFISTA TUNISINO REO CONFESSO
04 Giu 2014 14:27
La Polizia Giudiziaria esegue il fermo di JEBALI Fitouri, nato in Tunisia il 14.01.1988 in quanto responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari di varie nazionalità. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
Il fermato unitamente agli altri associati presenti in Libia, è quindi responsabili di aver condotto dalle coste libiche a quelle italiane un peschereccio carico di 266 migranti provenienti prevalentemente dalla Siria molti dei quali minori.
I FATTI
Nell’ambito dell’attività denominata “Mare Nostrum”, alle ore 18:30 del 30/05/2014, la Nave Libra della Marina Militare Italiana, già prima impegnata nel recupero di un natante clandestino con a bordo 166 soggetti, intercettava un altro natante carico di immigrati clandestini il cui numero complessivo risultava essere 288. L’unita Militare, considerate le precarie condizioni di galleggiamento del barcone, situazione questa che avrebbe potuto creare pericolo di vita pere tutti i passeggeri del barcone, dopo aver lanciato l’evento S.A.R. ed effettuata ogni operazione mirata alla salvaguardia della vita umana, trasbordava su di essa tutti i migranti per poi dirigere verso il porto di Pozzallo, ove giungeva nella mattinata del 01/06/2014 decorso, mentre l’imbarcazione clandestina veniva lasciata alla deriva.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Le operazioni di sbarco del 1 giugno al porto di Pozzallo dei 453 migranti venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico, operazioni alle quali partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato, altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure. In questa occasione il l’Ufficiale di Pubblica Sicurezza a cui è demandata la responsabilità dell’Ordine Pubblico inviava 250 migranti appena sbarcati direttamente a Palermo ed altri 100 a Messina in quanto i centri in Provincia di Ragusa erano saturi causa gli sbarchi del giorno prima.
Nelle more delle fasi di sbarco e trasferimento presso altre città siciliane, la Polizia Giudiziaria individuava i probabili scafisti isolandoli; unitamente all’Ufficio Immigrazione della Questura di Ragusa venivano fatti permanere presso il C.P.S.A. di Pozzallo tutti gli immigrati originari della Tunisia e del Marocco in quanto nei loro confronti viene applicata la norma prevista dal Testo Unico sull’Immigrazione che prevede l’immediato respingimento con accompagnamento nei paesi d’origine con apposito volo charter che avverrà nelle prossime ore.
LE INDAGINI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa ed il Servizio Centrale Operativo Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, collaborati da un’aliquota della Sez. Oper. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo ed un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica hanno iniziato le indagini sin dai primi istanti dell’approdo della nave militare in banchina, il tutto insieme agli altri sbarchi già giunti poche ore prima e le contestuali indagini che hanno portato all’arresto di un altro tunisino.
A bordo del mercantile i sospetti ricadevano tutti su un giovane tunisino difatti dopo poche ore di interrogatorio in presenza dell’avvocato, lo scafista ha confessato ed il tutto è stato confermato dai testimoni, sempre fondamentali per questa attività
I migranti hanno raccontato di violenze durante la permanenza nei centri di reclutamento in Libia per poter partire per il viaggio in Italia alcune delle quali terribili.
Al termine delle indagini durante 24 ore gli investigatori hanno appurato che in questo caso i migranti sono partiti tutti dalle coste libiche e che l’organizzazione composta da cittadini libici e siriani ha incassato centinaia di migliaia di dollari.
LE TESTIMONIANZE
I racconti dei migranti fondamentali per le indagini:
- Lo scafista:
mio padre ha 9 figli di cui uno disabile mi ha chiesto di andare in Italia per trovare lavoro e portare denaro a casa. Non avevo disponibilità economica per pagare il viaggio ai libici quindi mi sono offerto di condurre l’imbarcazione per 1.000 dollari giunto il Libia ho preso contatti con gli organizzatori ed accettavo la proposta e stabilivo con lo stesso che non avrei pagato nessuna somma per l’attraversata e che, a conclusione del viaggio, avrei avuto il mio guadagno.
· Un migrante siriano:
Il poco tempo trascorso all’interno del magazzino, solo quattro ore, è stato sufficiente per farmi comprendere i metodi violenti che i libici utilizzavano nei confronti di tutti i presenti in quella struttura, soprattutto quelli di origine nordafricana. Per essere più precisi dichiaro che i libici picchiavano gli africani utilizzando lunghi bastoni anche quando i predetti avanzavano richieste consone alle loro necessità, quale può essere quella di bere o di mangiare. La partenza avveniva circa alle ore 21:00 di quella sera per mezzo di più furgoni, tutti dotati di celle frigorifere, dove venivamo fatti salire. Anche in tale occasione i libici esternavano la loro violenza e picchiavano tutti, anche noi siriani, per il semplice motivo di accelerare le operazioni.
LA CATTURA
Le indagini condotte dagli investigatori durate quasi 20 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reo anche di essersi associato con i libici e siriani al momento ignoti.
Ogni migrante ha pagato in media circa 1.300 dollari (i siriani hanno pagato molto di più rispetto agli altri) per un totale di quasi 400.000 di dollari che sono andati quasi tutti agli organizzatori ed una piccola parte allo scafista.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Squadra Mobile di Ragusa gli arrestati sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea anch’essa impegnata sul fronte immigrazione costantemente.
In corso complesse indagini con i gruppi di investigatori presenti in territorio estero sugli altri componenti dell’associazione a delinquere di cui il fermato fa parte.
I PREGIUDICATI DESTINATARI DI ORDINI DI CATTURA
La Polizia Scientifica ha identificato tutti i soggetti sbarcati e da approfondite indagini sulle impronte digitali prelevate presso il C.P.S.A di Pozzallo è stato possibile appurare che in 10 erano già stati in Italia ed avevano commesso diversi reati, ma 2 di questi erano destinatari di ordini di cattura per la carcerazione.
MELOUEI Younes nato in Marocco il 29.01.1986 destinatario dell’ordine di carcerazione per la cattura emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di La Spezia in quanto ha commesso in Italia (Lombardia, Liguria e regioni limitrofe) i reati di traffico di sostanze stupefacenti e possesso di armi. Dovrà scontare la pena di anni 6 e 4 mesi in quanto la sentenza è già passata in giudicato. Il marocchino che provava a confondersi agli altri migranti nel momento in cui gli sono state messe le manette ha dichiarato: “ero fuggito in Marocco per questo ma non credevo che al rientro mi potevate trovare in mezzo a tutti gli altri”.
RASHEDIN Majed nato in Marocco il 24.03.1991 destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lucca in quanto facente parte di associazione criminale finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti operante nel territorio di Viareggio.
LA GESTIONE DELL’ORDINE PUBBLICO
La Polizia di Stato responsabile dell’Ordine Pubblico così come delle indagini in materia di criminalità straniera, sta gestendo la “macchina” organizzativa con grande dedizione permettendo un fluido arrivo e contestuale partenza verso altre mete dei migranti a bordo dei charter messi a disposizione del Ministero dell’Interno così come accadrà nella data di oggi.
Gli uomini e le donne della Polizia di Stato stanno dando grande esempio di professionalità e spirito di abnegazione.
L’Ufficio Ordine Pubblico per disposizioni del Questore di Ragusa Giuseppe Gammino sta organizzando partenze via charter per tutti i migranti trasferendoli in altri centri del nord Italia.
BILANCIO ATTIVITA’ POLIZIA GIUDIZIARIA
Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 52 scafisti dalla Polizia Giudiziaria a Pozzallo e sono in corso numerose attività di collaborazione tra le Squadre Mobili siciliane al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste libiche a quelle Italiane. Inoltre il Servizio Centrale Operativo sta coordinando le diverse Squadre Mobile siciliane e nazionali per addivenire ad un’eventuale rete di assistenza di questi migranti una volta sbarcati in Italia.
Gli investigatori con poche ore di sonno, in considerazione anche dei rinforzi ormai operanti da settimane fianco a fianco con la Squadra Mobile di Ragusa, stanno opponendo un muro a coloro i quali speculano sulla vita dei migranti assicurando alla giustizia coloro i quali fanno parte di più ampie organizzazioni criminali transnazionali.
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