TEMPO DI BILANCI A PALAZZO DELL’AQUILA

Un sindaco eletto con una netta affermazione elettorale; una giunta monocolore, scaturita da una selezione basata sulle competenze certificate degli assessori; nessuna alleanza, quindi nessuna necessità di compromessi; una maggioranza  ampia in Consiglio, tanto da garantire da sola perfino il numero legale: queste le condizioni rare di cui gode il Sindaco Piccitto e che, sulla carta, dovrebbero garantirgli  continue facilitazioni nell’attuazione del suo programma. Se a questo si aggiunge che il M5S è andato al governo della città presentandosi come una classe dirigente innovativa e determinata, era lecito aspettarsi, se non proprio realizzazioni compiute, di certo l’avvio di progetti qualificanti già nel primo anno di amministrazione.

Cosa è successo, partendo da queste premesse? Se proviamo a cercare le novità riscontrabili nella nostra città, temo che la ricerca non darà esiti.

Il programma di Piccitto, come si legge sul sito ufficiale del Comune, al primo punto prevede di “rendere “accessibile” e “trasparente” la casa comunale e di far sentire i ragusani membri attivi di una comunità nella quale nessuno viene lasciato indietro e dove ognuno può trovare sempre uno spazio in cui il disagio, la critica e la proposta vengano ascoltati senza discriminazioni o differenze.” Ma nessun dibattito rispettoso delle idee altrui si riesce a sentire in Consiglio comunale, dove le opposizioni vengono continuamente rintuzzate con la “rozza” argomentazione “Abbiamo vinto noi”, da cui dovrebbe discendere la garanzia che per questo hanno sempre ragione. Circa 1300 firme sono state raccolte per invocare la realizzazione del Teatro della Concordia e il Sindaco non ha ancora trovato tempo e modo di convocare i promotori per un dialogo. Il tempo necessario, poi, per i privati cittadini, per ottenere un appuntamento con il Sindaco, lascio che sia chi ne ha fatto esperienza a dire quale sia. Gli indigenti, lungi dal non essere lasciati indietro, come si sa hanno protestato con veemenza più volte per le mancate risposte.

Forse l’Amministrazione si sarà dedicata alle “perle” che possono maggiormente attrarre turisti, si potrebbe pensare. Ebbene, anche su questo fronte niente di nuovo! A Ibla, grazie alla 61/81 soprattutto, o a Marina si può forse registrare l’inizio almeno di un solo progetto innovativo?  Eppure sempre nel programma elettorale si legge: “il settore del turismo riveste un ruolo centrale. Il successo di qualunque iniziativa in questo ambito è condizionata da quattro aspetti: qualità dei servizi, network nazionale ed internazionale, legame con il territorio, comunicazione. Con riferimento a ciascuno di questi elementi, l’Amministrazione intende promuovere delle iniziative concrete, per sostenere il settore colpito duramente dalla crisi degli ultimi anni.”

Sarà forse l’economia, vista la drammaticità della crisi, ad avere assorbito l’attenzione dell’Amministrazione pentastellata? Ha forse intercettato fondi da far arrivare in città? Anche in questo caso il programma promette: “L’amministrazione intende farsi promotrice, dialogando con gli operatori economici interessati, di una serie di iniziative finalizzate ad introdurre nel sistema economico competenze, tecnologie e capitali in grado di ampliare i settori produttivi e i mercati di destinazione.” Eppure la percezione di tanti operatori, professionisti e cittadini è che tutto ciò che è di pertinenza del Comune e che potrebbe vivacizzare l’economia, fondi o autorizzazioni o decisioni, risulta sospeso, in attesa che finalmente l’Amministrazione operi delle scelte chiare.

La chiarezza di intenti, infatti, non sempre è la caratteristica dell’operato della Giunta, a giudicare dalle delibere che è stata costretta a ritirare e a modificare, come nel caso del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, dei cantieri di lavoro, della gestione dei canili, o come nella questione dello stabilimento balneare a Randello, ora bloccato, ma a quanto pare per nulla abusivo, se corrisponde al vero che le autorizzazioni erano state richieste già nello scorso Dicembre.

Nessuna novità per quanto riguarda un piano per il traffico o per i trasporti pubblici, nessuna per la pulizia della città, molto scaduta da un anno a questa parte, o per la cura del verde pubblico, trascurato ovunque.

Dopo un anno credo che una cosa risulti evidente: quelle premesse che sembravano favorevoli per governare, non si sono rivelate tali, perchè senza alleanze e senza pluralismo all’interno della Giunta è più difficile trovare idee convincenti e soluzioni a partire da un dialogo con tutte le forze sociali, nè la chiusura  ad ogni apporto delle opposizioni è segno di lungimiranza. Il M5S a Ragusa sembra prigioniero di se stesso: senza esperienza amministrativa e senza confronto, bloccato da un’ideologia rigida proccupata più della pars destruens che della pars costruens, non ha ancora trovato il coraggio di fare scelte davvero determinanti. Basteranno i prossimi quattro anni per vedere dei frutti? Al momento a Ragusa si registra calma piatta.

 

 

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