È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL SAUVIGNON NEOZELANDESE, UN VINO DA PROVARE
17 Giu 2014 14:47
Il consumatore italiano in genere diffida dei vini stranieri, soprattutto se si tratta di vini del Nuovo Mondo, per non parlare di quelli provenienti dal Nuovissimo Mondo. I motivi sono svariati, ma sicuramente il motivo principale si deve al fatto che l’Italia è, assieme alla Francia, il più grande produttore di vino del mondo, quantitativamente parlando. È quindi difficile vendere vini stranieri al mercato italiano, a meno che non si tratti di qualche celebre zona vitivinicola, per lo più francese, come è il caso dello Champagne, e in ogni caso di un numero limitato di bottiglie.
L’apertura di una serie di supermercati stranieri, che spesso lavorano nel campo del low cost, ha introdotto nel mercato italiano una serie di prodotti non abituali tra i consumatori della Penisola. Tra questi è possibile notare la presenza di vini provenienti dalla Nuova Zelanda. Certo va tenuto presente che normalmente questi vini non possono essere presi come pietra di paragone per valutare i vini neozelandesi. Proprio come gran parte dei vini italiani, nei supermercati all’estero, risulta spesso totalmente sconosciuta agli italiani, accade lo stesso con i vini degli altri paesi. Ma è possibile trovare, qualche volta, qualche etichetta in grado di dare un’idea approssimativa del carattere dei vini di taluni paesi. Questo accade con i vini neozelandesi, proprio perché la produzione di vino, a differenza dell’Italia, è molto ridotta, ma di livello sempre accettabile. L’attenzione, che hanno i produttori neozelandesi nel produrre i propri vini, ha fatto sì che questo paese attirasse l’attenzione di molti consumatori stranieri verso i propri vini. Questa crescita della richiesta di vino neozelandese si è tradotta in un aumento considerevole della superficie vitata, ma soprattutto in un aumento vertiginoso delle esportazioni.
La Nuova Zelanda, trovandosi così lontana dai paesi che maggiormente consumano vino, non ha mai puntato a produrre grandi quantitativi di vino da vendere nella fascia bassa, poiché si sarebbe trattato di vini scadenti, venduti a prezzi molto più alti di vini locali di pari qualità. I produttori neozelandesi hanno quindi puntato direttamente su prodotti di fascia medio-alta, proprio per poter competere con gli altri vini sul piano qualitativo. Ad aiutare la Nuova Zelanda in questo programma ambizioso è stato il suo ritardo nell’inserirsi nel mercato globale del vino. Mentre gli altri paesi sono passati attraverso varie ondate di mode e di sperimentazione, che ovviamente hanno comportato successi, ma anche errori; la Nuova Zelanda si è limitata a non ripetere gli errori degli altri e si è presentata così al mercato con tutte le carte in regola.
Il profilo di un vino neozelandese si caratterizza per un elevato impatto organolettico. Sono vini molto profumati, caratterizzati dalle note fruttate e dal gusto pieno. Anche il palato meno allenato può rendersi conto che si tratta di vini molto diversi dagli altri.
Il grande successo della viticoltura neozelandese si deve soprattutto al sauvignon, vitigno questo proveniente dalla Francia, ma che, grazie alle diversità pedoclimatiche, dà dei vini totalmente diversi da quelli francesi. Il sauvignon francese è austero, elegante e minerale; quello neozelandese è invece fruttato, tropicale, con note riconoscibilissime di frutto della passione. In alcune versioni meno interessanti è possibile riscontrare anche note verdi di foglia di pomodoro o peperone verde.
Conosciuta per i vini bianchi, la Nuova Zelanda produce anche vini rossi. Il vitigno a bacca rossa più diffuso è il pinot nero, che però anche in questo caso dà dei vini molto diversi dai pinot nero europei. Per gli appassionati di pinot nero, quello neozelandese non merita particolari attenzioni, ma per chi non ama invece la durezza dei vini europei prodotti da pinot nero, quello neozelandese può essere un’ottima alternativa. Qui infatti il pinot è molto più colorato, più grasso o denso e con profumi fruttati più maturi e dolci.
© Riproduzione riservata