È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
UN’ANNATA CHE NON PROMETTE BENE
19 Ago 2014 06:26
È sempre prematuro dare un giudizio su un’annata che è ancora in corso, soprattutto se non conclusa. Solitamente un giudizio accurato si può dare solamente dopo due anni dall’annata, quando buona parte dei vini di quell’annata è stata imbottigliata e il vino ha già superato i sintomi della fermentazione e dell’affinamento. Ovviamente questo discorso è rivolto ai vini di medio e lungo invecchiamento, che vorrebbero una lunga permanenza in bottiglia per essere correttamente gustati. Ovviamente se i vini d’immediato consumo presentano dei gravi difetti, bisognerà fare dei calcoli per capire se conviene acquistare e mettere in cantina un vino da invecchiamento della stessa annata. I vini da lungo invecchiamento, infatti, possiedono una situazione di contrapposta bivalenza. Se da una parte con il dovuto tempo si trasformano in grandissimi vini, quando l’annata è stata eccellente, dall’altra si accentuano i difetti, quando l’annata ha avuto un andamento contrario e anche la loro capacità di invecchiamento si riduce notevolmente.
Ora tenuto conto che questo non può essere considerato un giudizio assoluto, l’attuale andamento meteorologico non fa certo sperare in una grande annata. Ovvio che vanno tenuti in conto una diversità di fattori e che quindi non per tutti i vini sarà un’annata da dimenticare. Non tutte le zone sono state colpite da forti alluvioni, nè tantomeno ha fatto così freddo ovunque da bloccare la maturazione dell’uva. Ma questa particolare situazione climatica deve mettere sull’attenti l’appassionato di vini da medio e lungo invecchiamento, che dovrà dedicare molta e forse eccessiva attenzione a vari fattori, prima di sostenere una spesa, che per certi vini è sempre di un certo rilievo.
In teoria le zone vitivinicole più calde, dove spesso i vini presentano qualche problema di persistenza dovuto all’elevato tasso alcolico, potrebbero averci guadagnato da questa estate meno calda del solito, ovviamente se non sono state colpite da violenti fenomeni atmosferici. Dico in teoria, perché, purtroppo, come sempre, un effetto è il risultato di più fattori e non di una sola causa. Infatti va tenuta presente anche la tipologia del vitigno. Ci sono vitigni, che, sebbene si adattino a svariati climi, non sempre ciò vuol dire che il risultato sia entusiasmante. Vitigni come lo chardonnay, il cabernet sauvignon, il merlot e il cabernet franc si adattano a quasi tutti i climi, ma non richiedono la stessa tipologia di terroir. Termine, questo, che in viticoltura non definisce soltanto la struttura del terreno, ma include, per farla breve, anche l’andamento climatico. Ecco che lo chardonnay, il quale spesso nelle zone calde presenta forti carenze di acidità, potrebbe trarne beneficio. Diversamente avviene per i due cabernet, che nonostante si coltivino ovunque, non sono vitigni propriamente facili. Già nel Friuli, dove si fa ampio uso di questi vitigni, presentano normalmente qualche difetto di maturazione, individuabile nel particolare odore di peperone verde, che potrebbe manifestarsi quest’anno.
Ci sono altri vitigni, però, che potrebbero non giovarsi di questo clima, nonostante si possa credere il contrario. È il caso del nero d’Avola, vitigno siciliano che ama il caldo e, che sebbene presenti abitualmente un elevato contenuto alcolico, un andamento climatico inconsueto come questo potrebbe comunque non beneficiarlo. Il contenuto alcolico potrà anche essere minore, ma probabilmente in molti casi non raggiungerà una maturazione completa. Qua purtroppo ci si addentra in una tematica non semplice da ragguagliare, ma che, almeno sorvolando, bisognerà affrontare. È il tema della maturazione. Fino a pochi decenni fa’ erano in molti a interpretare male la maturazione. Oggi tutte le cantine sanno che è errato parlare di maturazione, ma che è più corretto parlare di maturazioni. L’uva, infatti, è soggetta a diversi tipi di maturazione, che possono anche coincidere allo stesso tempo, ma che normalmente non sempre coincidono. Per farla breve, le tre tipologie di maturazione più importanti sono quella tecnologica, che riguarda il rapporto tra zuccheri e acidi, quella fenolica, che riguarda tannini e antociano, e, infine, quella aromatica. Ora il problema che potrebbe sorgere nel nero d’Avola, dico potrebbe perché ancora manca per la sua vendemmia, è che non raggiunga correttamente nessuna delle tre maturazioni.
Fortunatamente le sue zone di maggiore elezione hanno mantenuto finora un andamento climatico abbastanza buono e questa prospettiva di un’annata difettosa può, al momento, essere esclusa.
© Riproduzione riservata