UNA PERLA ROSA

 

Sotto l’appellativo di moscato si trovano innumerevoli varietà di vitigni, non per forza appartenenti alla medesima famiglia. Tra gli svariati moscato coltivati in Italia, vi è una varietà poco diffusa, ma abbastanza conosciuta tra gli appassionati di vino. Si tratta del moscato rosa, un vitigno le cui origini non sono ancora del tutto chiare. Molte ipotesi circolano intorno a questo vitigno, alcune decisamente forzate, come quella che vorrebbe il moscato rosa discendente dell’uva apiana di Columella.

È abbastanza probabile che questo vitigno sia giunto dal Caucaso e sia stato impiantato in Dalmazia, per poi espandersi in Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Anche se vi è un’altra ipotesi che data anche l’anno di arrivo del moscato rosa in Alto Adige. Secondo questa ipotesi, quando nel 1851 il principe Enrico di Campofranco si trasferì in Alto Adige, proveniente dalla Sicilia, avrebbe portato alcune barbatelle di questo vitigno e le avrebbe impiantate a Caldaro.

Più interessante è, però, l’appellativo di “rosa” che è stato dato a questo moscato. Il nome non deriva dal colore degli acini, come si potrebbe ritenere, bensì al profumo che emana il vino. Essendo infatti un moscato, questo vitigno dà vini che possiedono un particolare bagaglio olfattivo definito aromatico, poiché molto intenso e facilmente riconoscibile, a differenza della maggioranza delle uve che vengono definite invece neutre.

Sebbene abbia in comune con gli altri moscati la particolare aromaticità, il moscato rosa presenta una serie di differenze che lascia credere che questo vitigno non appartenga alla grande famiglia dei moscati, bensì sarebbe un vitigno a se stante, inserito tra i moscati a causa della sua aromaticità.

La coltivazione di questo vitigno si concentra principalmente in Alto Adige, dove è possibile trovarlo nella DOC Alto Adige Moscato Rosa o Rosenmuskateller. Ma è anche abbastanza presente in Trentino e nel Friuli-Venezia Giulia. Molto sporadica è la sua presenza in Piemonte. In Sicilia è presente soltanto dal 2012, quando tramite decreto questa varietà è diventata idonea alla coltivazione anche in Sicilia.

Il vino che viene fuori da questo vitigno ha un profumo intenso, aromatico e ricorda molto nettamente, se vinificato con accortezza, il profumo delle rose. A queste si accompagnano sentori di geranio e piccoli frutti rossi. Ovviamente è un vino dolce, ma non eccessivamente. Questo permette al moscato rosa di non essere mai stucchevole, poiché raggiunge con minori difficoltà un equilibrio tra dolcezza e acidità. Diversamente da molti vini moscato, il moscato rosa non è eccessivamente alcolico, ma non per questo può essere definito un vino magro o debole. Tuttavia in passato il moscato rosa era solito venire rinforzato con l’aggiunta di alcol, per innalzarne il tenore alcolico e la percezione zuccherina.

Il vero punto di forza resta, però, l’intensa aromaticità e la persistenza di questo vino, che difficilmente raggiunge in altre zone fuori dal Trentino-Alto Adige. Questa regione, grazie alle grandi escursioni termiche tra giorno e notte, è particolarmente idonea alla coltivazione di uve semiaromatiche o aromatiche. Basti pensare al Gewürztraminer per rendersi conto del potenziale che offre il Trentino-Alto Adige a queste tipologie di uve.

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