NASCE IL COMITATO 50 50 IN PUGLIA

L’Osservatorio PO Sicilia condivide la lotta delle donne del comitato a San Severo  per la legge 50 50 per sostenere la modifica alla legge elettorale   in modo da favorire la rappresentanza di genere all’interno del Consiglio regionale. Nei prossimi giorni Antonia Sallustio (responsabile nazionale pari opportunità del Centro Democratico) e Mariella Romano (portavoce conferenza delle donne del Partito Democratico di San Severo) sono le promotrici del comitato.

“Questo comitato è stato istituito in Puglia per evitare che la VII commissione della regione Puglia,interamente maschile, possa boicottare gli emendamenti  alla nuova legge elettorale finalizzati ad introdurre modifiche per un maggior riequilibrio della rappresentanza di genere . Per incentivare l’accesso del genere In Puglia era stata proposta una legge di iniziativa popolare mirante a novellare la legge regionale n.2/2005, in modo che anche la Regione Puglia assicurasse “pari opportunità tra donne e uomini” (art. 51 Cost.) e che anche il sistema elettorale pugliese promuovesse “la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive” (art. 117, settimo comma, Cost.). Tale iniziativa era nata dall’ analisi comparata delle proposte esistenti in Italia ed in altri Paesi dell’UE ma,soprattutto,dalle pratiche politiche, fra gruppi di donne presenti, nella realtà territoriale, negli ambiti sociali, civili, politici, istituzionali, delle professioni e in organismi di pari opportunità.

Il Consiglio regionale pugliese in data 27 Novembre 2012 bocciò  con voto segreto la  legge di iniziativa popolare per la quale erano  state raccolte ben 30.000 firme coinvolgendo trasversalmente l’intero apparato politico da destra a sinistra.: Questa volta bisogna scongiurare il rischio che nuovamente la scelta del voto segreto possa affossare nuovamente l’iniziativa, ecco perché è stata avviata una raccolta di firme su una petizione a carattere nazionale ed oltre via web e sono state proposte le seguenti modifiche:

1. In ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%

2. La lista che non rispetti questa percentuale non è ammessa

3. In tutti i programmi di comunicazione politica deve essere assicurata la presenza paritaria di candidate/i. Nei messaggi autogestiti candidate e candidati devono apparire con pari evidenza

4. L’elettrice/tore può esprimere 1 oppure 2 voti di preferenza. Qualora ne esprima due, queste non possono essere dello stesso sesso (e in tal caso la seconda è annullata.).

La doppia preferenza di genere non va confusa con ….le quote rosa, difatti è una scelta che viene data a chi vuole esprimere più di un voto e non è uno strumento per aggirare la meritocrazia: non basta essere donne occorre essere competenti. Il principio della partecipazione equilibrata tra donne ed uomini al processo decisionale è sancito dalla normativa comunitaria ,dalla legge ordinaria (L.215/2012) ed anche la Corte Costituzionale ha affrontato e risolto positivamente il problema della legittimità della “preferenza di genere”, dichiarando le  norme,  in linea con l’art. 51, primo comma,Cost., e con l’art. 117, settimo comma, aggiunto dalla L. Cost. 3/01).

Attualmente nell’assise consiliare regionale  la scarsa presenza femminile  ,(tre sole donne su 70 consiglieri, pari al 4,28% ) sottolinea la parziale rappresentatività del territorio pugliese, rappresenta un limite ed una rinuncia al contributo, alle energie e alle intelligenze delle donne, ovvero di una parte estremamente dinamica e attiva della nostra Regione  . Alle prossime elezioni  il rischio di indebolire la rappresentanza femminile è maggiore,si prefigura un consiglio regionale interamente maschile e  l’assenza di consigliere elette non potrà essere colmata nemmeno attraverso la cooptazione dall’esterno, in quanto nella prossima legislatura saranno possibili solo due assessori esterni.

Per questi motivi Antonia Sallustio e Mariella Romano chiedono il sostegno di tutti in questa battaglia, per chiedere con forza al Consiglio regionale della Puglia di dare applicazione ai principi costituzionali di democrazia paritaria”.

Perché non farlo anche noi per le prossime regionali,intendiamo Regione Sicilia?

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