IL PRESIDENTE NAPOLITANO SI RITIRA DALLA SCENA POLITICA

Un addio senza commozione: lucido nel riconoscere il peso limitante dell’età, secco nel denunciare il marcio che ancora si annida nel “sottobosco” della politica. Ma molto sentito nel cercare di ridare fiducia agli italiani spronandoli a rialzare la testa, ad aiutare la politica a ritrovare senso morale e legalità. Ma si tratta di un’uscita definitiva che avverrà dopo la fine formale del semestre europeo (13 gennaio) e che Giorgio Napolitano ha voluto ufficializzare nell’appuntamento per lui più importante, quello con i cittadini nel messaggio di fine anno.

Il presidente si congeda ma come è sua abitudine ha preferito uscire tracciando ancora una volta la strada del prossimo futuro: riforme, guerra alla corruzione, ripresa economica, lotta alla disoccupazione giovanile e sempre più Europa. Si chiude così non un settennato ma quasi un “novennato”, un periodo lunghissimo al vertice delle istituzioni. Dal Quirinale  ha guidato la nave Italia nella tempesta avendo come luce sempre il faro della stabilità politica e delle riforme.  E’ stato un discorso di 22 minuti: un messaggio molto particolare, franco e diretto, quasi un dialogo con i cittadini

 Napolitano ha sciolto subito il nodo delle sue dimissioni e lo ha fatto con estrema franchezza: “Sto per lasciare, rassegnando le dimissioni”, ha premesso. “E desidero dirvi subito che a ciò mi spinge l’avere negli ultimi tempi toccato con mano come l’età da me raggiunta porti con se crescenti limitazioni e difficoltà nell’esercizio dei compiti istituzionali, complessi e altamente impegnativi, nonché del ruolo di rappresentanza internazionale, affidati dai Padri Costituenti al Capo dello Stato”. Bisogna quindi tornare alla “normalità costituzionale” e questo significa, ha ammonito il capo dello Stato, procedere subito e “serenamente” all’elezione del nuovo presidente.

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