POSSIBILE PREVEDERE LE MUTAZIONI DEI BATTERI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI

Una delle più gravi minacce planetarie per la salute umana si chiama resistenza agli antibiotici. Si tratta di quel fenomeno, ancora irresponsabilmente sottovalutato dai Governi e dall’opinione pubblica, per il quale i batteri riescono ad eludere le terapie antibiotiche.

Le cause sono da ricercarsi nell’abuso e nel cattivo uso che nei decenni si è fatto degli antibiotici in ambito ospedaliero, domiciliare e zootecnico.

Ciò ha determinato velocemente la “selezione” di ceppi resistenti ad una o più classi di antibiotici contemporaneamente rendendo adesso questi ultimi inefficaci contro infezioni che prima risultavano facilmente curabili.

Poiché il fenomeno è più diffuso di quanto si creda e poiché si prevede una finestra temporale incredibilmente lunga (i prossimi 4 – 5 anni) durante la quale si pensa che ci saranno pochi o nessun nuovo antibiotico a supporto, allora ci si sta ingegnando per  ottimizzare quelli oggi a disposizione e  preservare quelli nuovi che arriveranno.

A tal proposito, alla Duke University è stato messo a punto un software per prevedere le “mosse” che i batteri attuano contro le terapie antibiotiche: “Questo studio aprirà una finestra verso il futuro in modo da prevedere cosa faranno i batteri per eludere i farmaci che progettiamo”.

Lo studio è stato eseguito su ceppi batterici MRSA (Staphylococcus aureus meticillino-resistente) tra quelli che maggiormente negli anni sono geneticamente mutati acquisendo resistenza e tra quelli che al mondo causano il maggior numero di morti (11000 l’anno solo negli Stati Uniti).

“Se siamo in grado in qualche modo di prevedere come i batteri potrebbero rispondere a un particolare farmaco prima del suo utilizzo, possiamo cambiare il farmaco o escludere terapie che difficilmente rimangono efficaci a lungo termine” ed è importante prevederlo con ampio anticipo poiché “Per alcuni antibiotici, i primi ceppi batterici resistenti ai farmaci non vengono visualizzati per decenni dopo che il farmaco è stato introdotto”.

Oltre a prevedere le mutazioni genetiche “più probabili” che portano alle resistenze e quindi all’inefficacia degli antibiotici, nello studio si è anche cercato di capire “come” i batteri si adatteranno ai nuovi farmaci.

I ricercatori quindi, utilizzando l’algoritmo OSPREY (Open Source Protein Redesign for You) sono riusciti a prevedere quali mutazioni (conferenti resistenza) i batteri avrebbero assunto dall’interazione con una nuova classe di antibiotici sperimentali, gli Antifolati Propargile-Linked (non ancora testati sull’uomo) che promettono di essere una valida contromisura agli MRSA.

Infatti, trattando i batteri MRSA in vitro per molte generazioni con questi nuovi antibiotici, i ricercatori hanno potuto appurare che le mutazioni comparse nei ceppi che sopravvivevano (quelli cioè resistenti) corrispondevano a quelle previste dall’algoritmo.

Questa sarà un’arma importantissima che permetterà di anticipare le “strategie difensive” dei batteri verso nuovi farmaci che potranno così essere a loro volta ottimizzati o modificati prima di divenire inefficaci.

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