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POSSIBILE PREVEDERE LE MUTAZIONI DEI BATTERI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI
08 Gen 2015 06:15
Una delle più gravi minacce planetarie per la salute umana si chiama resistenza agli antibiotici. Si tratta di quel fenomeno, ancora irresponsabilmente sottovalutato dai Governi e dall’opinione pubblica, per il quale i batteri riescono ad eludere le terapie antibiotiche.
Le cause sono da ricercarsi nell’abuso e nel cattivo uso che nei decenni si è fatto degli antibiotici in ambito ospedaliero, domiciliare e zootecnico.
Ciò ha determinato velocemente la “selezione” di ceppi resistenti ad una o più classi di antibiotici contemporaneamente rendendo adesso questi ultimi inefficaci contro infezioni che prima risultavano facilmente curabili.
Poiché il fenomeno è più diffuso di quanto si creda e poiché si prevede una finestra temporale incredibilmente lunga (i prossimi 4 – 5 anni) durante la quale si pensa che ci saranno pochi o nessun nuovo antibiotico a supporto, allora ci si sta ingegnando per ottimizzare quelli oggi a disposizione e preservare quelli nuovi che arriveranno.
A tal proposito, alla Duke University è stato messo a punto un software per prevedere le “mosse” che i batteri attuano contro le terapie antibiotiche: “Questo studio aprirà una finestra verso il futuro in modo da prevedere cosa faranno i batteri per eludere i farmaci che progettiamo”.
Lo studio è stato eseguito su ceppi batterici MRSA (Staphylococcus aureus meticillino-resistente) tra quelli che maggiormente negli anni sono geneticamente mutati acquisendo resistenza e tra quelli che al mondo causano il maggior numero di morti (11000 l’anno solo negli Stati Uniti).
“Se siamo in grado in qualche modo di prevedere come i batteri potrebbero rispondere a un particolare farmaco prima del suo utilizzo, possiamo cambiare il farmaco o escludere terapie che difficilmente rimangono efficaci a lungo termine” ed è importante prevederlo con ampio anticipo poiché “Per alcuni antibiotici, i primi ceppi batterici resistenti ai farmaci non vengono visualizzati per decenni dopo che il farmaco è stato introdotto”.
Oltre a prevedere le mutazioni genetiche “più probabili” che portano alle resistenze e quindi all’inefficacia degli antibiotici, nello studio si è anche cercato di capire “come” i batteri si adatteranno ai nuovi farmaci.
I ricercatori quindi, utilizzando l’algoritmo OSPREY (Open Source Protein Redesign for You) sono riusciti a prevedere quali mutazioni (conferenti resistenza) i batteri avrebbero assunto dall’interazione con una nuova classe di antibiotici sperimentali, gli Antifolati Propargile-Linked (non ancora testati sull’uomo) che promettono di essere una valida contromisura agli MRSA.
Infatti, trattando i batteri MRSA in vitro per molte generazioni con questi nuovi antibiotici, i ricercatori hanno potuto appurare che le mutazioni comparse nei ceppi che sopravvivevano (quelli cioè resistenti) corrispondevano a quelle previste dall’algoritmo.
Questa sarà un’arma importantissima che permetterà di anticipare le “strategie difensive” dei batteri verso nuovi farmaci che potranno così essere a loro volta ottimizzati o modificati prima di divenire inefficaci.
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