DOVEROSI RINGRAZIAMENTI, NECESSARIE PRECISAZIONI, BUONI PROPOSITI IN “CONCORDIA” PER IL PROSSIMO ANNO

Da quasi 48 ore si è conclusa una giornata alla quale hanno lavorato per mesi più di trenta persone, creando un qualcosa che, a parte lo storico evento del 10-11-12 Gennaio 1993 e le tradizionali cerimonie religiose, non era mai stato fatto.
Una giornata che al fine di dare vita ad un programma così corposo e coinvolgente ha visto la necessità di una programmazione, di un conteggio delle risorse umane, finanziarie e logistiche, che è partito a Settembre e si è dovuto protrarre fino alla sera di ieri, considerando che fino all’ultimo i problemi non sono mancati e considerato che ognuno di noi ha dovuto sacrificare parte delle proprie ore di lavoro o di studio personale al fine di compiere il tutto. Ci sono persone che sono partite per tornare all’università poche ore dopo la fine delle celebrazioni, persone che già dai prossimi giorni sosterranno esami accademici, altre che nelle loro aziende hanno dovuto rispettare scadenze lavorative lavorando la notte.

Un evento che non sarebbe stato possibile senza il coordinamento dei due assessorati, le risorse finanziarie da essi erogate, ma sopratutto senza il contributo totalmente gratuito di molte persone: a cominciare da ognuno di noi (rimettendoci come detto ore di studio e lavoro) fino al presentatore, il grande Daniele Voi, al magistrale regista Gianni Battaglia, agli attori della Compagnia Dyonisos, ai grafici e fotografi delle associazioni Giuseppe Criscione e Davide Savasta, a chi ha gratuitamente fornito allacci elettrici come la Cattedrale per due locations e la SiSosta per Piazza Poste, a chi, come tra poco diremo, si è dovuto sobbarcare anche compiti a lui non competenti. Ma sopratutto a chi, come Stefano Vaccaro, Kewin Lo Magno, Giovanni Criscione e Simone Digrandi, si sono dovuti sobbarcare una logistica senza precedenti, in particolare Stefano con un suo lavoro di ricerca prezioso perfettamente fuso con il magistrale patrimonio storico che è il Prof. Giorgio Flaccavento, riguardo cui non riteniamo sia giusto che qualcuno – se a lui attribuita la frase relativa al comunicato di cui diremo a breve – abbia messo letteralmente le virgolette attorno la parola storico; lui lo è di fatto, unito ad una grande bravura nel coinvolgere tutti, grandi e piccini e ad una immensa disponibilità retta da un’amore smisurato verso tutta Ragusa.

Per questo, ci sentiamo in grado di permetterci l’esternazione di una soddisfazione per un segno dato a tutta la città. Un segno che dimostra che non si può restare a lamentarsi delle “cose che mancano” ma che, creando, le cose si possano fare. Un evento ben diverso da quanto contestato su questa testata dopo la conferenza stampa, perchè dedicato alla storia, alla memoria e all’orgoglio da ritrovare, al dare un segnale di speranza negli anni della crisi grazie alla nostra storia, ma che non esclude (e a questo siamo sicuri che ci penseranno le istituzioni) una serie di iniziative volte, invece, alla prevenzione sismica.

Cosa sarebbe successo ieri, se ognuno di noi fosse rimasto a lamentarsi della “mancanza della cerimonia civile – totale ignoranza sulla nostra storia” magari su un gruppo Facebook? Avremmo passato una giornata come le altre, magari alzandoci in tardissima mattinata (per molti di noi la Domenica è l’unico giorno di riposo) passandola comodamente impigiamati tra un mi piace, un commento acido e magari amplificando qualche bell’hashtag tipo ‪#‎cheppalleragusa‬ o ‪#‎ragusamorta‬come molti fanno.

Detto questo, e considerando che gli esiti positivi della manifestazione li potete visionare sia in foto che in video, sono necessarie alcune precisazioni che non vogliono assolutamente tramutarsi in lamentela elettronica (che fa, predichiamo bene e razzoliamo male?) ma semplicemente essere chiarificatrici e migliorative per un eventuale prossimo anno.

Sono stati riscontrati durante la partecipatissima passeggiata pomeridiana tre grossi disguidi a noi non imputabili:
a) non era presente – come era stato richiesto tramite domanda protocollata – una unità di polizia municipale lungo tutto l’itinerario, al fine di guidare il traffico (era stato esplicato chiaramente ogni passaggio della camminata) al punto che i nostri ragazzi si sono dovuti improvvisare direttori del traffico. In particolare si sono verificati uno spiacevole episodio alla fine della “vanedda u nfiernu” e diversi problemi in Piazza della Repubblica
b) non era presente il punto luce presso Santa Maria delle Scale, non sapendo che non sarebbe stato disponibile cos’ come la mattina, pertanto la rappresentazione teatrale è andata a voce naturale, e dunque non bene compresa dagli oltre 200 partecipanti
c) per esiguità di budget, l’amplificazione era fornita dal service ma a nostro carico come, previa consegna in Piazza San Giovanni, trasporto tra le varie locations e montaggio: questo ha necessitato numerosi problemi dovendoci improvvisare noi come service e dovendo coordinarci per prendere e spostare ogni volta casse microfoni e leggii correndo tra una trifase e un jack. Solo il coordinamento di 5 ragazzi di Youpolis e la presenza di un’auto ha permesso di poter spostare il tutto (caricando le amplificazioni fino al balcone di Palazzo Cosentini).

Ieri mattina, qualcuno ha pensato che decine di giovani ragusani che vanno dai 18 ai 30 anni credano ancora ad ataviche questioni campanilistiche e, sorretti da una ipotetica cattiveria, abbiano organizzato l’evento con l’idea di aver “voluto, non a caso, ancora una volta, non dare il giusto valore alle cose e alla vera storia di Ragusa”. Quel qualcuno, così veloce nell’inoltrare alla stampa questa mattina tale comunicato, non è però stato altrettanto rapido nel raccogliere l’appello che la nostra associazione, con comunicato del 28/11/2014, – vale a dire al termine della prima riunione del tavolo tecnico – recitava testualmente: “per questo chiediamo già da subito a tutta la cittadinanza, […] ai responsabili di tutte le associazioni e realtà cittadine, di mobilitarsi affinchè una buona parte della comunità iblea possa partecipare a questa giornata così importante; l’11 gennaio 2015 deve rappresentare una data non solo di ricordo, ma un momento grazie al quale ripartire con un’ottica diversa: quella della conoscenza, del rispetto e dell’orgoglio per la nostra storia, insegnamento ed esempio per ognuno di noi” ovvero un appello a tutte le forze e associazioni cittadine a darci una mano. (fonte:http://ragusaoggi.it/49317/anniversario-terremoto-1693…)

Un appello chiaro, dunque che, se ascoltato, unitamente alle decine di condivisioni fatte su Facebook in corso d’opera dei nostri spostamenti avrebbe potuto portare gli amici di Ibla semplicemente a chiedere, proporre, unirsi nella questione. Cittadini che non sono di una ipotetica altra ragusa, ma semplicemente di una parte di quella stessa città barocca di cui essere così tanto orgogliosi da ricostruirla con “sette mattoni morali” come suggerito dal nostro Presidente Simone Digrandi durante il suo discorso. 
Si sarebbe trovata tranquillamente una soluzione che comunque, polemica a parte, può essere senza problemi utile per il prossimo anno, dato che, per nostro impegno, il Comune ha ritenuto utile istituzionalizzarla ogni anno.

Ciò detto, vogliamo comunque specificare alcune cose sulla natura dell’evento onde appunto smentire illazioni tese ad ammazzare la nostra storia e la natura della concezione di chi ha lavorato all’evento:
– L’evento è stato voluto non solo per celebrare le vittime ma anche per la RICOSTRUZIONE della città. Per questo era necessario un passaggio da quello che è il “nuovo” centro storico. A tal fine, il Prof. Flaccavento, Stefano Vaccaro e Kewin Lo Magno, senza alcuna pretesa di esclusione, hanno pensato di dedicare la passeggiata del pomeriggio non alla commemorazione ma al “cammino della speranza all’indomani del tirrimotu ranni”, cosa che prevedeva quindi un percorso ben diverso e che, sopratutto, difficilmente poteva essere fatto a salire e non a scendere. Immaginate voi 200 persone in grado di fare il percorso al contrario… E comunque si è arrivati regolarmente a Ibla, a Piazza della Repubblica, con un bellissimo momento, che ha agevolato anche molti partecipanti a recarsi a San Giorgio per la funzione;
– Al fine di unificare moralmente i due centri storici, e premesso che basta dare un altro tema all’11 Gennaio 2016 e per questo onorare i luoghi di Ibla, 
gli scriventi hanno voluto comunuqe fare tre doverosi e rispettosi passaggi:
a) celebrare la cerimonia in un luogo di cerniera: non a caso si stava sul sagrato di Santa Maria ma gli interventi sono stati tutti fatti con alle spalle Ragusa Ibla, ed in particolare il distretto: un segno di non poco conto, considerando che secondo la storica ricostruzione della Ragusa pre-cataclisma, elaborata attraverso il dipinto del compianto Giorgio Cavalieri che fu cartolina ufficiale delle celebrazioni del 1993, vi era in quel luogo il castello. Le loro eccellenze, vale a dire il Prefetto e il Vescovo, nonchè il Sindaco ed i ragazzi, hanno parlato con il gonfalone della città e accanto una SPLENDIDA vista dell’antica ibla;
b) ideare con il nostro grafico, Giuseppe Peo Criscione, impegnato tra l’altro nel fotografare l’evento a poche ore dalla sua partenza per la propria sede universitaria, una grafica con al centro il Portale di San Giorgio e ai lati le due chiese barocche, con un lavoro di ricostruzione vettoriale delle architetture classiche che un grafico valuterebbe in diverse centinaia di euro;
c) unire spiritualmente i due centri storici con l’indicazione di entrambe le cerimonie religiose che, a distanza di solo 30 minuti, si sono svolte nella Cattedrale di San Giovanni Battista e nella Chiesa Madre Insigne Collegiata di San Giorgio Martire; per quest’ultima, ci siamo presi cura di informare la Parrocchia e i ragazzi che hanno ricevuto grafica e locandina senza la richiesta di eventuali modifiche, cosa che anche “last minute” ci avrebbe permesso qualche eventuale correzione. 

Detto ciò, e avendo precisato ogni cosa, ci auguriamo che si possa proseguire così come il comunicato stesso chiude esortando a fare qualcosa di diverso e di concordato, sebbene non sia, a nostro umile avviso, condividere concezioni di una “vera ragusa” a scapito di un’altra, una “Ragusa nuova citta senza storia”. Disponibili al trovare soluzioni maggiormente concertate, però, rifiuteremo categoricamente concetti espressi attraverso tale frase, anche a costo di commettere il tragico peccato di non approvare tale citazione, a firma di un grande come il prestigioso autore Paolo Orsi: Tutto questo perchè la storia di Ragusa parte dalla notte dei tempi e prosegue fino al 13 Gennaio 2015 e proseguirà in eterno continuandoci a regalare – si spera, se smettiamo di lamentarci – belle pagine.

Ci auguriamo che lo spirito dei giovani sia sempre quello di una Ragusa unica e unita, spirito che, permetteteci la citazione sebbene tra di noi solo una persona ne è coinvolta, ha portato i giovani dei due Comitati Festeggiamenti Patronali a recarsi insieme presso il Comune per dissertare sull’importanza di entrambe le feste circa un anno fa, accompagnati dai rispettivi Parroci. Un evento dove era presente appunto la nuova generazione, quella che crede nell’unità e nella collaborazione. Aspettiamo quindi proposte e nuove concertazioni anche con i amici di Ragusa Ibla, pronti a regalare un 11 Gennaio 2016 che possa dare un senso diverso.

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