LA GLOBALIZZAZIONE E L’ITALIA

Noi siamo abituati a dare per scontato che la globalizzazione sia sinonimo di americanizzazione, ma non sempre è vero. La globalizzazione rende omogenei mode e modi di vita, comportamenti e gusti; così facendo mette in circolazione nell’immaginario collettivo e nel circuito mondiale simboli. Ad es. quando il fondatore del movimento Slow Food Carlo Petrini viene invitato a tenere cicli di conferenze in America, riempie i teatri come una rockstar. Si parla di cibo e di cultura italiana e della cura che viene prestata all’alimentazione, e allora Mangiare all’italiana è un’arte da coltivare  per sconfiggere l’intossicazione chimica da alimenti industrializzati. Ma non solo nell’ambito agro-gastronomico,molti paesi come Cina, India, Russia e Brasile   si sono accorti di quanto sia seducente la cultura del saper vivere che l’Italia ha elaborato alla perfezione.

E’ uno stile di vita affascinante non solo per i privilegiati. Quando un’azienda cinese vuole presentarsi sul suo mercato nazionale con un profilo di eleganza, di estetica raffinata, spesso sceglie come marchio un nome che “suona” italiano.

L’arte di copiare prodotti italiani rivela la tensione a emulare un creatore originale di cui si riconosce la superiorità. Oggi le nazioni più dinamiche del mondo sono permeate di italianità che continua così come nel passato quando  nostri artisti,scrittori,compositori, architetti arricchivano le città d’Europa. Ad esempio la città  di San Pietroburgo si è impreziosita grazie alle opere di validi architetti italiani ( A. Rinaldi, G. Trombara, G. Quarenghi,e C. Rossi tanto per citarne alcuni).

Da non dimenticare inoltre che la maggior parte delle città europee sono state fondate dai Romani, da Parigi a Londra , da Colonia a Vienna. 

Da non dimenticare che i principali musei del mondo sono pieni di opere di artisti italiani, ma la vera  ricchezza monumentale, archeologica, artistica e culturale  si trova  all’interno del nostro  paese.

L’Italia è il paese che possiede il patrimonio artistico e culturale più importante del mondo, sia in termini di quantità che di qualità.

Il problema è che questo patrimonio non viene adeguatamente valorizzato e di conseguenza la sua capacità di produrre reddito è minima.

Il nostro patrimonio meriterebbe una maggiore stima e riconoscimento da parte di noi italiani,non ci rendiamo conto di essere eredi usufruttari di questa ricchezza, dobbiamo prenderne atto e partecipare alla sua valorizzazione, non cercando di delegare la responsabilità allo Stato, ma insieme ad esso partecipare al suo riconoscimento e alla sua salvaguardia.

Articolo redatto da : Alessia Genco e Alessia Cudia

Classe II  A sez.Turismo

Istituto Tecnico Statale “ G. Garibaldi” . Marsala

Docente referente del progetto: T. Titone

Settore: Economia

 

 

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