A capo della Procura iblea si è insediato Francesco Puleio

Un’aula gremita di autorità ha fatto da cornice alla cerimonia di insediamento del nuovo procuratore capo di Ragusa, Francesco Puleio, nominato il 9 ottobre dello scorso anno a capo della Procura iblea dal Consiglio superiore della Magistratura, nomina pubblicata in bollettino lo scorso 15 dicembre. Dopo l’asciutta lettura della formula di rito da parte del presidente del Tribunale di Ragusa, Francesco Paolo Pitarresi e la richiesta di immissione del procuratore capo facente funzioni, Marco Rota, il nuovo capo della Procura iblea è stato salutato da diversi interventi, aperti dallo stesso Pitarresi che ha esordito con un “benvenuto a casa”. “Troverà validi collaboratori, nel personale, nel gruppo della Procura, in un ufficio affiatato e plasmato dal suo predecessore Fabio D’Anna” ha detto il presidente del Tribunale di Ragusa che ha anche fatto cenno alla carriera di Puleio.

Chi è Francesco Puleio

Entrato in Magistratura nel 1986, il Procuratore Puleio festeggerà il prossimo anno i 40 anni di una carriera dove ha rivestito ruoli di giudicante e requirente, due anni a Caltagirone, alla Procura di Catania come componente della Dda nel settore dell’antiterrorismo, Procuratore a Modica, fino alla chiusura del Tribunale, poi alla Dda di Catania come coordinatore di macroarea con particolare riferimento alla criminalità organizzata, con un ruolo nel coordinamento delle indagini nel Ragusano e nella gestione dei beni sequestrati, e reggente alla Procura di Caltagirone. A lui viene riconosciuto “alto senso del dovere, preparazione, capacità investigative e organizzative”, il che lo proietta in un contesto vasto, quello del Ragusano “dove le sfide che ci aspettano hanno necessità che si risponda con sinergici interventi”. Non è mancato l’accenno alla situazione del Tribunale, dove da anni si lavora per trovare una soluzione ‘strutturale’ che possa accentrare tutti gli uffici, sicura e che possa diventare quella ‘cittadella della Giustizia’ auspicata da tutti. “Bisogna volere l’impossibile perché l’impossibile accada”, ha detto Pitarresi citando Eraclito, concludendo l’intervento così come lo aveva iniziato “benvenuto a casa”. Poi la volta di Marco Rota, fino ad oggi procuratore capo facente funzioni, che ha ricordato l’importanza – nel considerare il Tribunale come baluardo di legalità in difesa di tutti – che  l’approccio nell’amministrazione della Giustizia deve garantire: “il giusto equilibrio tra rigore e sensibilità”, perché dietro d ogni fascicolo ci sono persone e contesti”. Il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì ha voluto porre accento sulla intesa tra le Istituzioni del territorio che ha consentito di accorciare le distanze e di connettersi con le comunità.

Punto sulla questione della cittadella della Giustizia, il sindaco ha ribadito che “il nuovo Tribunale non è impossibile da realizzare; l’obiettivo è la collocazione più idonea alle esigenze di giustizia del territorio”. Sono poi intervenuti Filippo Pennisi, presidente della Corte d’Appello di Catania e il procuratore generale della Corte d’Appello di Catania, Carmelo Zuccaro; da quest’ultimo un accenno alle “riforme ordinamentali e processuali che rendono il lavoro dei magistrati particolarmente delicato” e alla “riforma sbagliata dalla separazione delle carriere”. A Puleio riconosce alta levatura intellettuale e morale, preparazione tecnica e giuridica eccelsa”. Prima dell’intervento di Francesco Puleio, il saluto della presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ragusa, Emanuela Tumino che ha richiamato alla necessità e alla disponibilità al dialogo costante in continuità con il passato e anche da parte sua un richiamo alla ricerca comune di soluzioni per trovare una struttura adeguata per un ‘nuovo’ Tribunale. Da Puleio la gratitudine per le parole di accoglienza, per le quali si definisce emozionato e sconfortato “per la consapevolezza del compito che dovrò svolgere”. Dice di non avere mai dimenticato Ragusa e Modica; ringrazia la famiglia e i colleghi, i maestri del passato, gli amici. Il nuovo procuratore di Ragusa garantisce dialogo costante con tutti. Si sofferma sul ruolo degli avvocati, “per loro porta sempre aperta, interlocutori imprescindibili, necessaria base di dialogo, indispensabile con le nuove riforme”.

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