Anche l’attesissima messa in scena della commedia brillante “u Contra-l’antidoto” a Giarratana è stata un successo. Come da tempo ci ha abituati la Compagnia teatrale “A Lumera” di S. Croce Camerina, anche domenica sera questi attori sono riusciti ad ammaliare il pubblico presente a Palazzo Barone.
Salvatore Barone, Pino Giummarra, Cinzia Giummarra, Mara Milazzo, Marianna Rizzo, Rossella Aprile, Vincenzo Vacante, Guglielmo Statello, Giuseppe Lillo, Paolo Vacante, Giuseppe Vacante e Pino Vacante, coadiuvati dal suono e dalle luci di Pierluigi Cardaci, Leandro Iacono, Nuccio Rizzo, Lorella Mauro e dal Presidente Silvio Rizzo hanno degnamente rappresentato con maestria il lavoro del grande commediografo siciliano Nino Martoglio. Messo in scena la prima volta nel 1918 al Teatro Nazionale di Roma dalla Compagnia “Angelo Musco”, “U contra” è un piccolo capolavoro di drammaturgia teatrale che rimane indelebile nella mente dello spettatore almeno per due motivi. Il primo è di ordine storico e riguarda la fantasiosa idea dei siciliani su come il colera poteva propagarsi (il gruppo dei “baddisti” pensava che il morbo si diffondesse attraverso gli untori, mentre i “culunnisti” ritenevano che il colera venisse importato attraverso il vento di Scirocco). Il secondo motivo lo si individua nel personaggio di Don Procopiu, al quale ci si affeziona subito, sin da quando storpiando le parole nel suo linguaggio “allitterato”, comincia a spiegare alle tante donnette cos’è l’igiene.
Illustrando con esempi arguti come il microbo “che si trova accuvacciato nell’interstizio della strata” possa essere smosso col solo sbattere delle vesti femminili e attaccarsi per chi, in particolare, non porta le mutande, “nel punto più debole… producendo così malattie”. E se ne potrebbero trovare altri di motivi che rendono ancora oggi godibilissima l’opera di Martoglio. Dalla fame che attanaglia Don Procopiu, alla gigantesca diarrea che lo colpisce, causata da una scorpacciata di fagioli e curata da un mediconzolo con una bottiglietta di laudano (che tutti credono possa trattarsi d’un miracoloso antidoto anticolera, U contra, appunto), agli sproloqui intellettuali dello stesso Don Procopiu con il “baddista” Don Cosimu Binanti, sino ad arrivare ai litigi delle comari del popolare quartiere.