Durante tutti i cinque anni dell’amministrazione Dipasquale, da parte degli esponenti cittadini del Partito Democratico abbiamo sentito continuamente la frase: “siamo pronti a dare un’alternativa seria a questo sindaco etc. etc.”. Nell’ultimo anno in particolare questa frase e locuzioni di uguale significato si sono ripetute tante di quelle volte da convincerci che fossero davvero pronti. Oggi, a qualche mese dalle elezioni, invece di essere nel vivo della campagna elettorale, il Partito Democratico guidato dal consigliere Calabrese non ha ancora un candidato alla carica di sindaco. Anzi, il Pd crede di avere a disposizione abbastanza tempo da permettersi di rimandare le primarie. Questo dato, oltre ad evidenziare la totale assenza di unità nel partito, ci fa riflettere sulla preparazione di cui parlavano. Non solo, la maggiore espressione politica del centrosinistra si è fatta battere nei tempi da Italia dei Valori, che a sua volta ha già scelto il candidato.
Stando alle voci i nomi a disposizione della coalizione avversaria alla nostra, non solo sarebbero espressione di solamente due partiti, ma sarebbero addirittura tre, giusto per sottolineare la capacità di sintesi e di accordo programmatico che gli uomini della sinistra iblea sanno mettere in campo quando serve. La cosa che ci stupisce ancora di più è il comportamento del segretario cittadino Peppe Calabrese: ha condotto la propria attività consiliare volendo apparire l’anti Dipasquale per eccellenza, ponendosi in modo contrario nei confronti di qualsiasi atto o dichiarazione provenisse dall’amministrazione comunale e facendosi sostenere come se l’alternativa di cui il Pd ha parlato così tanto fosse proprio lui. Adesso, dopo cinque anni di scontri e di “siamo noi l’alternativa valida a Dipasquale”, Calabrese non appare come candidato sindaco, dimostrandoci, ancora una volta, di quanto favore gode all’interno del suo partito.(C.C.)