A Ragusa parte un progetto che potrà cambiare la vita a dodici ragazzi con disabilità

Seminare, coltivare, impastare, creare. Ma soprattutto, imparare a conoscere sé stessi, le proprie capacità e il valore del lavoro condiviso. È questa l’anima di Passiata, un progetto che va ben oltre la semplice formazione agricola per trasformarsi in un’opportunità concreta di inclusione sociale e crescita personale. Un’esperienza che unisce tradizione e innovazione, con un obiettivo chiaro: offrire a dodici giovani con disabilità intellettiva, di età compresa tra i 16 e i 40 anni, un percorso strutturato tra agricoltura sociale e trasformazione agroalimentare. Un viaggio nel cuore della ruralità siciliana che non è solo manualità, ma soprattutto autonomia e consapevolezza.

Un modello di welfare rurale inclusivo

Il progetto Passiata – acronimo di “Percorsi di Agricoltura sociale, sostenibili, inclusivi, animal friendly, abbinati alle trasformazioni agroalimentari” – nasce sotto l’egida dell’ASP di Ragusa, con il supporto del Dipartimento di Salute Mentale e del Dipartimento Veterinario. Non un semplice progetto agricolo, ma un vero modello di welfare rurale, dove natura, tradizioni e formazione si intrecciano per creare un’esperienza unica. L’iniziativa coinvolge un’intera rete di enti, cooperative sociali e aziende agricole che mettono a disposizione spazi e competenze per accompagnare i partecipanti in un percorso formativo concreto e motivante.

Tra orti, laboratori e trasformazione agroalimentare

Le attività si svolgono in diverse aziende partner del territorio ibleo. Alla Cooperativa Terra Iblea, situata nella Tenuta Cillone, i ragazzi imparano i rudimenti dell’agricoltura e dell’apicoltura, scoprendo il ciclo della natura e il valore della biodiversità. Presso l’Azienda Agricola Cannella, invece, si avvicinano alla Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale dell’UNESCO, attraverso esperienze pratiche che li rendono protagonisti attivi. Ma Passiata non è solo coltivazione: all’Azienda Agricola Allibrio/Dimore del Valentino i partecipanti sperimentano laboratori di trasformazione agroalimentare, imparando a impastare, cuocere e creare prodotti tipici come focacce, dolci e pastieri. Un modo per riscoprire la cultura gastronomica siciliana attraverso il fare, toccando con mano la bellezza del lavoro artigianale.

Dalla terra alla tavola: il valore dell’esperienza condivisa

Uno degli aspetti più significativi del progetto è la sua capacità di stimolare non solo competenze tecniche, ma anche abilità sociali e relazionali. Nei laboratori di panificazione, ad esempio, i ragazzi non si limitano a dosare gli ingredienti e impastare la farina: sviluppano memoria procedurale, spirito di squadra e capacità di concentrazione.Lo stesso accade nelle attività di coltivazione, dove il lavoro nei piccoli gruppi favorisce la turnazione, l’organizzazione e il senso di responsabilità. Ogni fase del percorso è scandita da momenti di condivisione, come la merenda finale dopo i laboratori di cucina, che diventa un’occasione per celebrare i traguardi raggiunti e rafforzare il senso di comunità.

L’inclusione passa dalla natura

Quello di Passiata è un messaggio forte: il contatto con la natura, il recupero delle tradizioni rurali e la formazione pratica possono rappresentare un ponte solido verso l’autonomia e l’integrazione sociale. Un percorso che va oltre la semplice formazione, ponendo al centro il valore del capitale umano e culturale del territorio.Un’esperienza di vita che restituisce dignità, speranza e nuove prospettive ai suoi protagonisti, dimostrando che l’agricoltura non è solo coltivazione della terra, ma anche e soprattutto coltivazione di possibilità.

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