Il problema delle aste giudiziarie, che non trova un argine nemmeno davanti alle situazioni più delicate, continua a rimanere irrisolto. Ultimamente Vittoria è balzata di nuovo alla ribalta delle cronache nazionali: la famiglia Starace, composta da due anziani coniugi e un figlio disabile, rischia di perdere la casa per un debito insoluto di quattromila euro. Però, fortunatamente, contro una simile situazione la società civile, costituita in associazioni e gruppi politici, si è sollevata e già, come primo risultato, ha ottenuto una proroga dello sfratto di un paio di mesi. In questo periodo si troverà il modo per far riavere la casa ai suoi proprietari.
Questo è il peso che può avere la gente quando agisce coesa e in massa. Ma nel caso specifico la protesta è avvenuta perché il fenomeno dei sequestri, che non si arresta nemmeno quando arriva a buttare per strada una famiglia, è un argomento di interesse generale. Il fatto che all’interno della famiglia ci fosse un disabile è irrilevante.
Ora, come è ingiusto e assurdo che le famiglie possano correre il rischio di perdere la casa a causa di un debito irrisorio non pagato, ancora più ingiusto è il fatto che una persona gravemente disabile e non autosufficiente corra lo stesso rischio, peraltro senza aver contratto alcun debito. Sono anche queste le rivendicazioni portate avanti dalla MoVIS, rivendicazioni che, non essendo inserite in un contesto di diffuso interesse, vengono frustrate dalla mancata risposta delle istituzioni. Ovviamente se un importante fetta della società civile ci sostenesse davvero le nostre battaglie verrebbero vinte, ma succederà?