ABBATTIAMO L’ECOMOSTRO DI PUNTA REGILIONE

“Sono passato di qui tante volte in estate ma non mi ero mai accorto che ci fosse tutta questa fauna” è il commento meravigliato di uno studente della Scuola Santa Marta che ha partecipato all’iniziativa di Legambiente al Pantano di Marina di Modica. Un commento che mostra come sia stata giusta la scelta di far conoscere questo bene naturalistico di primaria importanza alla popolazione, con la due giorni organizzata dall’associazione ambientalista il 4 e 5 febbraio, in occasione della giornata mondiale delle zone umide.

Nella prima giornata gli studenti, seguiti dagli esperti e dagli animatori di Legambiente, hanno potuto infatti partecipare ad un vero e proprio ‘laboratorio’ ornitologico pratico, ed armati di binocoli e cannocchiali hanno potuto osservare anatre selvatiche e folaghe, aironi e cormorani. Inoltre hanno realizzato con materiali naturali e di riciclo, delle mangiatoie per gli uccelli selvatici.

“Purtroppo la sensibilità dei giovani non trova risposta nella pratica di molti adulti, che non cessano di distruggere l’ambiente per il loro puro desiderio di accumulare denaro e potere, come dimostra l’ennesima cementificazione di una duna costiera” afferma Giorgio Cavallo, presidente del circolo modicano di Legambiente ed uno degli organizzatori dell’iniziativa.

Ecco quindi che la seconda giornata, oltre a reiterare l’attività di conoscenza naturalistica, ha avuto anche un ‘momento di denunzia e protesta’, un vero e proprio blitz contro l’edificazione di una struttura turistica sulla duna prospiciente la zona umida. Le associazioni ambientaliste chiedono infatti il decadimento dell’autorizzazione ad edificare, in relazione al mancato rispetto di tutta una serie di prescrizioni che la regione aveva imposto ma che non sono state rispettate dalla ditta. Lamentano inoltre la scandalosa assenza degli enti di controllo, incluso di Comune di Modica, che si stanno comportando in modo evidentemente pilatesco.

Un ulteriore passo in avanti è stato quindi fatto nell’opposizione contro un presunto sviluppo turistico che distrugge i suoi stessi presupposti (la natura) e che assoggetta ad un interesse privato di pochi un bene comune di tutti. L’impegno dell’associazione continuerà con altre iniziative, sempre nell’ottica della collaborazione tra i circoli provinciali per la salvaguardia di quello che rimane della natura della fascia costiera iblea.