ABBONARSI E’ FACILE MA FASTIDIOSO

Carissimo Direttore,

La prego di pubblicare  questa mia lettera che vuole segnalare uno dei tanti modi   che alcune persone si inventano per sbarcare il lunario.

Alcuni anni fa ho cominciato a ricevere delle telefonate che insistemente mi invitavano  ad abbonarmi a delle riviste  a scopo di beneficenza. Al mio diniego l’insistenza si rivestiva  di  affidabilità perché mi si diceva  che abbonandomi  a queste riviste, pubblicate dall’Arma dei Carabineri, dalla Polizia , contribuivo  a dare un aiuto agli orfani dei caduti vittime del terrorismo e della malavita.

Ho detto di sì, anche perché, mi si era assicurato che sarebbe stato solo per un anno.

A poco, a poco si sono aggiunte altre riviste dei Vigili del fuoco, della Protezione civile, della Polizia stradale. Io dicevo sempre di no, ma l’insistenza delle telefonate  era proprio intollerabile e ad un certo punto cedevo per essere lasciata in pace, anche perché in quel periodo avevo ben altre preoccupazioni.

Gli abbonamenti di ciascuna rivista erano sempre al disopra dei cento euro, che dovevano essere consegnati al postino quando recapitava il primo numero,  e mi arrivavano si e no due e tre numeri  l’anno.

Mi si è cominciato a chiedere il rinnovo di un abbonamento pochi mesi dopo averlo fatto.

Ai miei dinieghi si è cominciato a rispondere che  sarebbe stato l’ultimo anno.

Ho detto a chi telefonava (i contatti sono stati tenuti sempre per telefono) che non volevo più nessuna delle riviste, che  non mi cercassero più.

Sono arrivata a non rispondere al telefono quando sul display   appariva  “anonimo”,  a staccare il telefono  nelle ore in cui presumevo  l’arrivo di queste telefonate indesiderate, a chiudere il telefono appena sentivo  la voce  dell’eventuale operatore che si presentava con il nome  di battesimo (vero?) e mi chiedeva come stavo.

Per  due anni è continuata questa persecuzione, anche se, nel frattempo, avevo mandato una lettera di disdetta all’indirizzo segnato sulla busta  dentro la quale arrivava la rivista in contro assegno.

Ieri, otto anni dopo questa lettera, ho ricevuto la telefonata  di un anonimo (mi ha fatto capire che   parlava per conto di un’agenzia di recupero crediti(!?) )  che mi  comunicava una denuncia dell’Editore di queste riviste al tribunale di Milano per una somma di € 3.000  in quanto avrei dovuto disdire  gli abbonamenti con lettera raccomandata all’Editore. Nella mia vita ne ho disdetto di abbonamenti con una semplice  lettera  o semplicemente  non rinnovando!

Alla mia richiesta dell’invio di un documento scritto che avrei presentato ad un avvocato, mi ha risposto che l’avvocato costa troppo, potevamo metterci d’accordo, se pagavo  il mio debito (ma che debito se  non ho più ricevuto nulla dopo la mia disdetta telefonica e scritta?) mi avrebbero fatto uno sconto. Ho risposto che volevo assolutamente un documento scritto, e che mi rifiutavo di decidere al telefono  su una cosa del genere.

Ieri, parlando con amici , mi è stato detto che non sono la sola ad avere a che fare con  questa situazione.  Le è chiedo, se è possibile , tramite Ragusa Oggi  di  venire a contatto con persone  che stanno subendo le stesse pressioni per evitare di lasciarci intimidire  e di intraprendere, se è il caso, azioni in nostra  tutela.

Grazie per la sua disponibilità.

Cordiali saluti.

Laura Barone